Maxi rogo di via Piacenza, 100 condomini pronti a chiedere i danni nel processo

  • Postato il 2 luglio 2025
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incendio via piacenza due anni dopo

Genova. Ottanta famiglie, per un totale di 100 condomini, sono pronte a chiedere i danni nel processo penale che vede imputati il titolare e due operai dell’azienda che avrebbe causato il maxi rogo di via Piacenza che il 14 febbraio 2023 ha distrutto il tetto di un edificio due anni fa lasciando tutti fuori di casa da quella notte. Nell’udienza preliminare di oggi davanti alla giudice Caterina Lungaro i condomini (45 famiglie su 80 sono assistite dall’avvocato Marco Augimeri)  e l’amministrazione del condominio (avvocato Paolo Costa) erano pronti a costituirsi parte civile. L’udienza è stata rinviata al 4 novembre, per un problema di notifiche ma soprattutto in attesa dell’esito dei due accertamenti tecnici preventivi sulla stima dei danni in sede civile.

Condominio e famiglie infatti stanno agendo su un doppio binario per cercare di sbloccare una situazione di stallo che dura da due anni e mezzo. Oltre alla partecipazione al processo penale, i condomini hanno avviato cause civili con una doppia richiesta risarcitoria: non solo nei confronti dell’azienda che ha cagionato il rogo mentre eseguiva dei lavori di manutenzione, ma anche verso quella che dopo il disastro ha posizionato i teloni di copertura. Coperture secondo i condomini posizionate con molto ritardo aggravando i danni negli appartamenti non sufficientemente e non celermente protetti dalle intemperie per molti mesi.

Dalle assicurazioni finora i condomini hanno incassato circa mezzo milione di euro sui 3 milioni e mezzo che servirebbero per rendere l’immobile nuovamente abitabile. Una cifra che al momento non consente nemmeno di far ripartire il cantiere. Le consulenze disposte dal giudice civile, che saranno depositate a fine ottobre, potrebbero sbloccare la situazione. E i condomini, se adeguatamente risarciti in sede civile, potrebbero scegliere di non costituirsi parte civile nel processo penale che avrà tempi molto più lunghi. Ma la situazione non è semplice perché al momento le cifre proposte ai danneggiati da parte delle assicurazioni sarebbero molto distanti dalle richieste.

Secondo quanto ricostruito in sede penale dalla consulenza tecnica disposta dal pm Giuseppe Longo, gli operai il 14 febbraio di due anni fa stavano lavorando per posare alcuni metri di guaina impermeabile sul canale di gronda del tetto del palazzo usando una fiamma libera a diretto contatto col muro perimetrale. In questa maniera, secondo gli esperti, avrebbero scaldato il legname del tetto. La combustione sarebbe partita dal canale di gronda e si sarebbe protratta verso l’interno. Tale tipologia di incendio, sostengono i consulenti, risulta essere di tipo covante e si propaga molto lentamente.   Ad accorgersi di quanto stava succedendo, il proprietario di un appartamento dell’ultimo piano che aveva notato alcuni buchi sul soffitto. Le fiamme, covate lentamente, si erano poi sviluppate in modo rapido incontrando il canniccio del sottotetto, divorando tutto. I vigili del fuoco avevano lavorato tutta la notte. Nessun condomino era rimasto ferito.

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Genova24

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