Maxi intossicazione da pesce in centro: cos’è la sindrome sgombroide e perché viene

  • Postato il 11 dicembre 2025
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Generico dicembre 2025

Genova. Quasi venti persone portate in ospedale, in condizioni più o meno gravi, tra cui una donna di 30 anni e un uomo di 26 portati in codice rosso al Galliera: è il bilancio della maxi intossicazione da pesce che ha colpito chi, mercoledì a pranzo, ha ordinato dal Just Balilla di via Cesarea alcune pietanze da asporto.

Sulle cause dell’intossicazione stanno compiendo accertamenti il nucleo Nas dei carabinieri e la Asl 3, ma alla luce dei sintomi rilevati dai medici è altamente probabile che si sia trattato di sindrome sgombroide, che nulla ha a che vedere con il modo in cui il pesce è stato cucinato o con la qualità in senso stretto.

Che cos’è la sindrome sgombroide

La sindrome sgombroide, infatti, sopraggiunge quando la catena del freddo con cui il pesce – in questo caso, tonno – arriva in tavola viene in qualche modo compromessa. Lo spiega la dottoressa Emanuela Barisione, direttrice del reparto di Pneumologia dell’ospedale San Martino, che ha preso in carico alcune delle persone intossicate.

“I quattro pazienti arrivati da noi rientrano pienamente nella sindrome – dice Barisione – i sintomi si presentano dalla mezz’ora alle due ore successive all’ingestione di pesce, si tratta solitamente di sintomi lievi: arrossamento cutaneo, nausea, vomito, mal di testa. L’indicazione di accesso al pronto soccorso però è corretta, perché in una quota molto piccola di casi se la sindrome si aggrava può causare ipotensione. In sintesi la pressione cala bruscamente sino al broncospasmo e allo choc. Assomiglia allo choc anafilattico, ma di fatto non lo è”.

IL meccanismo della sindrome sgombroide infatti è diverso: “Può venire anche a chi non è allergico. I pazienti allergici hanno un’iper reazione all’istamina, una proteina prodotta dall’organismo. Nella sindrome sgombroide, a causa della scorretta catena del freddo da quando il pesce viene pescato a quando viene servito, l’istidina presente nel pesce di trasforma in istamina. Quando si mangia il pesce, in stintesi, si mangia l’istamina,  e la reazione può avvenire anche nel soggetto non allergico al tonno”.

I sintomi della sindrome sgombroide e come si cura

Uno dei pazienti arrivati al San Martino aveva mangiato proprio la tagliata di tonno: “Aveva tutti i sintomi tipici – prosegue Barisione – rush cutanei, e vomito. Abbiamo tenuti tutti in osservazione neanche 24 ore, visto nella maggioranza dei casi la sindrome retrocede da sola o al massimo si somministra l’antistaminico, e poi li abbiamo dimessi con tre giorni di prognosi”.

Più gravi invece le condizioni di un paziente portato al Galliera: “In questo caso, se devo ipotizzare, ritengo si sia tenuto in osservazione per il rischio di ipotensione, che è l’evoluzione più seria e da monitorare”, conclude Barisione.

Cosa è successo mercoledì pomeriggio

Mercoledì pomeriggio le ambulanze sono arrivate in via Ippolito d’Aste poco dopo la chiamata di uno studio legale i cui dipendenti avevano iniziato a sentirsi male dopo avere mangiato delle pietanze a base di pesce prese d’asporto. Mezz’ora dopo un’altra chiamata da un’azienda in viale Brigata Bisagno, alla Foce, dove otto persone lamentavano malessere. Tutti i pazienti sono stati divisi fra gli ospedali Galliera, Evangelico e Villa Scassi. I sintomi erano arrossamenti ed eruzioni cutanee, nausea, dissenteria e in pochi casi difficoltà respiratorie.

La nota del locale

Già nel pomeriggio di merc0ledì era stato il Just Balilla a chiarire che si trattava, con tutta probabilità, di sindrome sgombroide: “In merito all’episodio di intossicazione verificatosi oggi nel nostro locale, desideriamo innanzitutto esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a tutte le persone coinvolte, augurando loro una pronta e completa guarigione –hanno detto i gestori -. Siamo profondamente costernati per quanto accaduto, ma riteniamo importante chiarire che il tonno servito risultava, al momento della preparazione, in apparente conformità alle norme di conservazione vigenti. Non erano presenti segnali visibili di alterazione: aspetto, odore e sapore rientravano nella norma, come confermato dalle prime verifiche”.

“In base alle informazioni attualmente disponibili e alla rapidità con cui si sono manifestati i sintomi – prosegue la nota diffusa – è ipotizzabile che la causa sia riconducibile alla cosiddetta sindrome sgombroidedovuta a un’eccessiva presenza di istamina nel tonno. Si tratta di un fenomeno che può verificarsi anche in assenza di segni evidenti di deterioramento. È inoltre noto che, una volta formata, l’istamina non può essere eliminata né dalla cottura né da successivi processi di refrigerazione, poiché deriva da alterazioni che avvengono nella filiera precedente al servizio”.

Autore
Genova24

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