Maturità 2025, i consigli degli scrittori: “Non scrivete per compiacere i commissari. E il voto non è un giudizio su chi siete”
- Postato il 17 giugno 2025
- Scuola
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
“Non scrivete per compiacere i commissari, i professori. Fatelo con il cuore, dando spazio alle vostre emozioni”. È quanto consigliano gli scrittori ai ragazzi. A dirlo sono autori che la scuola la conoscono bene perché sono tra i banchi ogni giorno: è il caso di Viola Ardone, professoressa di italiano e latino così come del professor Enrico Galiano, tanto amato dagli adolescenti da conquistare le classifiche per mesi. A dare suggerimenti per la prima prova è anche l’ex dirigente scolastica Mariapia Veladiano e il poeta e maestro Franco Arminio. E poi, uno scrittore che non è un docente ma un fumettista con tre figlie e ha pubblicato libri che sono nelle camere di tutti i giovani: Matteo Bussola. Ilfattoquotidiano.it, alla vigilia del primo scritto, li ha sentiti per provare a fare il “toto-tema” con loro ma anche per farsi dare qualche idea per affrontare al meglio la prova.
Galiano, che ha da poco pubblicato Quel posto che chiami casa con Garzanti, parte scherzando: “Tranquilli, non è poi così dura. È solo una commissione mista, un orale su tutto il programma e una seconda prova mai vista prima. Insomma, una passeggiata… sull’orlo del baratro”. Battute a parte, il prof friulano dice: “Prendetevela come un rito di passaggio, non come un giudizio universale. Non sarete mai il voto con cui uscirete. Non è un giudizio su chi siete, ma solo un momento – importante, certo – in cui dimostrare quanto siete cresciuti. Prendetela sul serio, ma non troppo sul personale”. E poi azzarda: “Se devo fare un pronostico, secondo me esce Pascoli che è il poeta perfetto per l’esame, perché come voi stava in bilico tra il mondo dei grandi e quello dei bambini. Proprio come chi sta per diventare grande ma ancora non sa bene se esserne felice o avere un po’ di nostalgia”.
Viola Ardone i giovani delle superiori li vede in faccia ogni giorno, li conosce bene. Ha un figlio che sta facendo l’esame di terza media e li ha incontrati tante volte grazie anche al suo famoso Il treno dei bambini (Einaudi). Da mamma, da docente, da scrittrice raccomanda: “Godetevi questo momento parlando di voi, cogliendo questa prova come un’opportunità per esprimervi. Fatelo nello scritto d’italiano ma anche nella seconda prova”. E sul tema il suo consiglio è prezioso: “Non scrivete la prima cosa che vi viene in mente, non fermatevi alla prima idea perché è la più scontata. Prendetevi un momento più per esplorarvi”. Sulla traccia, Ardone punta tutto sulla questione guerra magari vista dal punto di vista storico oppure sull’Europa.
Mariapia Veladiano, professoressa di lettere per più di vent’anni e poi dirigente scolastica, autrice con Guanda di Quel che ci tiene vivi, prima di lasciarsi andare a qualche proposta da dare ai ragazzi resta in silenzio qualche secondo. Ci pensa a fondo: “Direi loro di non pensare a quello che devono scrivere ma di scrivere quello che gli viene. Il mio è un messaggio controvento ma vorrei che non fossero strabici, che non scegliessero una traccia pensando alla commissione. Quelle sei ore sono un loro spazio, un tempo che non avranno mai più per esprimersi così liberamente”. Quanto a ciò che è stato scelto a viale Trastevere, Veladiano specifica: “Fossi il ministro dell’Istruzione non mi farei scappare la concomitanza con l’ottantesimo anniversario dalla Liberazione”. Tra gli autori, invece, pensa a Eugenio Montale, “anche se – aggiunge – è già uscito più volte”.
La musica non cambia sentendo il maestro, scrittore e paesologo Franco Arminio che sta girando per l’Italia con Caraluce. Atlante dei paesi invisibili (Rizzoli): “Suggerisco agli studenti di non essere politicamente corretti, di non scimmiottare nulla ma di essere veri. E’ importante scrivere in un italiano corretto ma non frasi striminzite che uccidono i vostri sentimenti. Non credo che verrà proposto qualcosa sulla guerra tra Gaza e Israele ma può essere che si parli di democrazia. Non mi dispiacerebbe che uscisse Montale ma sarebbe significativo se ci fosse un classico come Leopardi chiedendo ai ragazzi di rileggerlo in chiave personale”.
Infine, Matteo Bussola. Lui non è un maestro, un professore ma trascorre talmente tanto tempo nelle scuole che è come se lo fosse. Da settimane è in vetta alla classifica ragazzi con Il talento della rondine (Salani). Non ama far parte del “mainstream” ma per Ilfattoquotidiano.it si sofferma volentieri sul tema maturità: “Dico agli studenti di stare tranquilli. Non sono parole per deresponsabilizzarli ma per ricordare loro che l’esame di Stato non è il passaggio all’adultità. Avranno altre occasioni per fare scelte importanti nella vita”. Bussola nemmeno ricorda più il suo esame di Stato: “Ho in mente solo l’estate che venne a seguire. Consiglio, tuttavia, ai ragazzi di dire qualcosa di sé, di esprimere il loro pensiero critico. I docenti si aspettano questo”.
L'articolo Maturità 2025, i consigli degli scrittori: “Non scrivete per compiacere i commissari. E il voto non è un giudizio su chi siete” proviene da Il Fatto Quotidiano.