Matera, la protesta di 69 associazione dopo il no alla “mozione per la Pace”

  • Postato il 20 dicembre 2025
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Matera, la protesta di 69 associazione dopo il no alla “mozione per la Pace”

Matera, la protesta di 69 associazioni per il no alla mozione per la Pace: «Servono istituzioni coraggiose. Questa città può e deve essere un luogo autentico di  diritti  e dialogo interculturale»


«Esprimiamo profondo rammarico e sincera delusione per l’esito della discussione in Consiglio comunale sull’appello presentato dalle 69 associazioni culturali e di promozione sociale in vista di Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026». Lo scrivono in una nota “Amabili Confini”, “Casa Netural”, “L’Albero”, “Matera Letteratura”, “Risvolta”. « La mozione – aggiungono –  nata dall’appello promosso dalle realtà associative locali per un impegno ufficiale delle istituzioni a favore della pace, del dialogo e del riconoscimento dei diritti e della dignità dei popoli, non è stata approvata  nonostante la rilevanza etica, politica e culturale delle sue richieste.  Questo silenzio istituzionale, in un momento storico segnato da conflitti drammatici e da tensioni globali, offre un segnale di sfiducia e di arretramento rispetto a quanto altre amministrazioni comunali in Italia e in Europa già stanno facendo: assumere posizioni chiare e coraggiose sui valori fondanti della pace, dei diritti umani e dell’inclusione.

LA MOZIONE PER LA PACE E IL RUOLO DELLA CULTURA SECONDO LE ASSOCIAZIONI

La cultura non può essere ridotta a semplice intrattenimento o vetrina turistica: deve essere motore di giustizia, convivenza e dialogo autentico tra i popoli.  La mozione – si legge ancora –    chiedeva, tra l’altro, che Matera 2026 non restasse una celebrazione di facciata, ma fosse un progetto concreto e condiviso, in grado -tra l’altro –  di  schierarsi apertamente per la pace e contro ogni forma di violenza, occupazione e ingiustizia;  escludere dal programma chi sostiene politiche di guerra e non lavorare con istituzioni o soggetti che legittimano conflitti;  aprire spazi di riconoscimento e visibilità ad artisti, intellettuali e attivisti che promuovono la riconciliazione e che non sostengono la guerra e il genocidio.

LA CRITICA AL SINDACO E ALLE ISTITUZIONI

La mancata assunzione di queste scelte non è un dettaglio marginale – dice ancora la nota –  è la dimostrazione di un mancato ascolto della società civile e delle energie creative della città, che chiedono di essere parte attiva di un percorso culturale che dovrebbe rappresentare Matera e il Mediterraneo della cultura e del dialogo, non solo nel nome, ma nei fatti. La mancata presa di posizione del Consiglio Comunale non può essere giustificata dalle parole ambigue del Sindaco, che hanno dimostrato piuttosto l’incomprensione dell’appello: non si chiedeva di escludere il popolo israeliano, ma di non legittimare rappresentanti e artisti favorevoli a un genocidio. Fingere di non capire è servito solo a evitare questioni scomode; sarebbe stato più onesto ammettere che ragioni diplomatiche e di rapporto con il Governo nazionale impediscono una posizione diversa.

L’APPELLO FINALE PER MATERA 2026

Resta aperta una domanda: quando la politica tornerà a essere sincera e coraggiosa nel dichiarare e sostenere anche scelte difficili? Ribadiamo con forza – concludono –  che Matera può e deve essere un luogo autentico di pace, diritti umani e dialogo interculturale. Per farlo, servono istituzioni coraggiose, capaci di prendere posizioni».

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