“Mark Zuckerberg sta espandendo il suo bunker alle Hawaii, ha speso altri 70 milioni ma tra quei terreni c’è anche un antico cimitero”: scoppia la polemica
- Postato il 23 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il rifugio “segreto” delle Hawaii si allarga su un suolo sacro e fioccano polemiche. Come per ogni riccone che si rispetti quello che si ha non basta mai. Ed ecco che Mark Zuckerberg è tornato sull’isola del Pacifico dove da 11 anni ha avviato lavori per un rifugio che oramai non è più segretissimo sborsando oltre 250 milioni di dollari. Spazio che, ovviamente, non è sufficiente, tanto che il re di Meta ha deciso di allargarsi ulteriormente acquistando un nuovo lembo di terra arrivando a ben 10 km quadrati di possedimento. Solo che come rileva Wired, questa volta Zuck è inciampato negli avi dell’isola di Kauai, o almeno nella terra dove sono sepolti i loro resti. La segnalazione dell’allargamento territoriale del democratico Mark è arrivata inizialmente dal sito Beat of Hawaii, dove era stata raccolta la protesta di un turista che durante la sua solita escursione a piedi sull’isola si era ritrovato un sentiero sbarrato da loschi energumeni al soldo del ricco signorotto del web.
Peraltro, lo spazio naturale acquistato da Zuckerberg ha un costo che si aggira intorno ai 70 milioni di dollari e, per alcuni detrattori, potrebbe addirittura voler dire che più che bunker personale si tratterebbe della più classica speculazione edilizia da complesso residenziale come potrebbe attuare qualsiasi assessore all’urbanistica italiano. I giornali locali riportano inoltre che nei terreni acquistati potrebbero risultare sepolti i resti di diversi abitanti del luogo, discendenti di generazioni di autoctoni. Uno di loro, Julian Ako, ha addirittura paventato l’ipotesi che chi sta scavando in quell’area possa far passare sotto silenzio eventuali ritrovamenti, detti iwi. Zuckerberg non è il solo riccone legato all’industria del web ad aver acquistato terreni alle Hawaii. In su compagnia figurano Jeff Bezos, Marc Benioff, Larry Ellison e Pierre Omidyar.
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