Mario Grech, l’inchiesta sul cardinale scuote il Conclave
- Postato il 8 maggio 2025
- Di Panorama
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A Malta c’è il famoso ordine, ma anche il disordine. E abita in Chiesa. Anzi, addirittura nel locale seminario. Negli anni scorsi ci sarebbero stati diversi abusi sessuali a danno di minori proprio nelle aule e nelle camerate dove si studia da prete. E c’è anche il caso di un sacerdote ritenuto colpevole di pedofilia dal Vaticano, che non è mai stato allontanato, ma solo affidato a una generica vigilanza da parte del suo parroco. Tutti episodi raccolti e documentati da Fuori dal coro di Mario Giordano e che allungano un’ombra inquietante, fatta di presunti insabbiamenti, sullo storico capo della Chiesa maltese, monsignor Mario Grech. Fatto cardinale da papa Bergoglio, da ieri Grech è in conclave per la scelta del successore di Pietro.
Nell’inchiesta firmata da Eugenia Fiore, mandata in onda ieri sera su Rete 4, si ricostruiscono i lati più oscuri di un porporato in ascesa costante, passato nel corso degli anni da posizioni conservatrici a vere e proprie fughe in avanti, specie sui temi etici legati alla famiglia e alla sessualità. Grech, 68 anni, maltese doc, ha studiato nel seminario del Sacro Cuore di Gozo e a 48 anni è stato nominato vescovo di Malta da Benedetto XVI. Il 2 ottobre del 2019 papa Francesco lo ha scelto come segretario generale del Sinodo dei vescovi, incarico che secondo alcuni osservatori lo rende addirittura un papabile, e quindi ha lasciato la guida della diocesi di Gozo. Nei tanti anni sotto la sua guida, la Chiesa di Malta non si sarebbe però distinta nel contrasto alla pedofilia in tonaca. Anzi.
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Fuori dal coro ha parlato con varie fonti sull’isola e la ricostruzione che ne esce è desolante. Il caso più eclatante è quello di un sacerdote maltese che, a seguito di indagine interna ecclesiale, era stato riconosciuto colpevole dal Vaticano di atti sessuali su minori. Il suo vescovo Grech, era il 2010, avrebbe dovuto sospenderlo e allontanarlo subito, invece lo lascia bello tranquillo. La trasmissione di Mario Giordano ha in mano i documenti e ha mostrato un’imbarazzante lettera in cui monsignor Grech scrive in Vaticano dicendo che il sacerdote sarà semplicemente tenuto d’occhio dal suo parroco. E questo nonostante da Roma gli avessero chiesto per iscritto ben altra severità.
Non solo quindi lo hanno solo «tenuto d’occhio», ma in questi 15 anni lo hanno anche tenuto fermo. Nella stessa parrocchia dove sarebbero avvenuti gli abusi. Qui lo ha trovato anche l’inviata Eugenia Fiore, che gli ha chiesto se conosce Grech e lui ha ingenuamente risposto di esserne «amico». Poi, alle domande su quella vecchia vicenda di accuse per abusi su minori, e sulla mancata sospensione, risponde infilandosi in macchina e dicendo: «Lasciami in pace, per favore».
Questo singolo caso potrebbe bastare, alla voce «insabbiamento» di casi di pedofilia, ma purtroppo pare che non sia isolato. Anche perché proprio uno degli effetti della mano leggera è quello di non fermare l’onda di altri comportamenti gravi, coperti da omertà e reciproco silenzio. L’associazione che a Malta indaga sui casi di pedofilia nella Chiesa, con Rete 4, ha parlato di «almeno altri otto casi». Tutte storie delle quali Grech sarebbe stato informato nel corso degli anni da almeno una vittima. Anche qui Fuori dal coro ha scovato un documento che prova le accuse di abusi in seminario, arrivate al futuro cardinale nel 2010, che indicavano vari episodi con un solo protagonista: un sacerdote che insegnava ai ragazzi. Grech aveva quindi in mano una lista precisa quanto agghiacciante di possibili vittime di abusi e di condotte sessuali, oltre alla circostanza che il religioso aveva disponibilità di ampio materiale pornografico. Anche in questo caso, la troupe Mediaset ha provato a rintracciare il prete sotto accusa scoprendo che è sempre stato regolarmente al suo posto. A riprova che la virtù cardinale della prudenza, evidentemente, non è di casa nella Chiesa di Malta.
Se il cardinal Grech avesse di fatto insabbiato alcuni casi di pedofilia nella sua isola in mezzo al Mediterraneo, come sembrano provare i documenti vaticani di cui sopra, è chiaro che la questione ha un rilievo politico interno alla Chiesa che non può essere ignorato. Perché il porporato maltese nel frattempo è diventato un pezzo grosso nelle gerarchie vaticane. Bergoglio lo scelse personalmente come segretario generale del Sinodo dei vescovi, ovvero dell’organismo che gestisce l’organizzazione delle assemblee episcopali.
Grazie alla regìa del «Sinodo sulla sinodalità» (2021-2024), Grech è passato come uno di coloro che più spingono per una Chiesa più attenta ai pastori locali, più inclusiva e più impegnata in continue consultazioni con le diocesi. E quindi anche «papabile».
I suoi sostenitori lo vedono come un pioniere del cambiamento ecclesiale voluto da papa Francesco, mentre i suoi critici lo considerano l’artefice di un processo che potrebbe indebolire l’autorità episcopale e l’ordine gerarchico tradizionale della Chiesa. In tal senso, è divenuto una delle figure simbolo del cammino sinodale. Insomma, come forse gli aveva chiesto papa Bergoglio, il cardinal Grech è stato una punta di lancia nella battaglia per una sorta di «democratizzazione» della Chiesa. Da vescovo, però, era noto per le posizioni conservatrici e ancora nel 2011 si oppose alla legalizzazione del divorzio, confermando il divieto di dare le comunione ai divorziati. Poi, nel giro di due anni, con la sinistra che arriva al governo a Malta e Bergoglio divenuto Papa, la svolta «sinodale».