Mario Burlò è detenuto a Caracas con Alberto Trentini: Tajani conferma la notizia

  • Postato il 24 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Da New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato quanto si vociferava da tempo: l’imprenditore torinese Mario Burlò è detenuto a Caracas insieme al cooperante Alberto Trentini.

Tajani ha riferito che l’ambasciatore italiano Giovanni de Vito ha recentemente visitato i due detenuti. Il colloquio, durato circa trenta minuti, ha mostrato che entrambi sono in buone condizioni di salute «anche se dimagriti». Durante l’incontro, Burlò e Trentini hanno spiegato di essere stati presentati all’autorità giudiziaria venezuelana insieme ad altri detenuti, tutti accusati a vario titolo degli stessi reati, tra cui terrorismo e cospirazione.

Secondo l’avvocato di Burlò, Maurizio Basile, questo confermerebbe il fatto che i due siano «prigionieri politici o ostaggi». Tuttavia, Basile precisa che «rimangono accuse generiche e non formalizzate in una vera e propria imputazione».

Il processo Auxilium a Torino

La vicenda ha anche una rilevanza giudiziaria a Torino: Burlò è infatti imputato nel processo Auxilium per reati fiscali. Il legittimo impedimento richiesto dai legali, Basile e Benedetto Marzocchi Buratti, è stato respinto dal giudice in quanto mancano le prove della detenzione, e il processo è proseguito con la richiesta del pm Mario Bendoni di una condanna a 3 anni e 6 mesi di carcere.

I legali di Burlò dichiarano di essere in contatto costante con il consolato a Caracas e auspicano che i documenti necessari per attestare ufficialmente la detenzione arrivino a breve. «Da mesi siamo costantemente informati dell’attività diplomatica esercitata per definire la situazione del nostro assistito — spiegano Basile e Marzocchi Buratti — e confidiamo che i reciproci sforzi possano portare presto alla sua liberazione. Ci teniamo a ribadire che a Burlò non è stata formalizzata ufficialmente alcuna accusa e, anche per questo motivo, la detenzione deve terminare il più presto possibile».

Intanto, l’ambasciatore italiano ha consegnato ai detenuti lettere da parte dei familiari e beni di prima necessità. La vicenda resta quindi al centro di un intrigo che intreccia diplomazia internazionale e procedimenti giudiziari torinesi, con l’attenzione dell’Italia concentrata sulla possibile liberazione di Burlò e Trentini.

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Quotidiano Piemontese

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