Maria Rosaria Boccia indagata, nel mirino l’audio privato di Sangiuliano
- Postato il 31 ottobre 2025
- Di Panorama
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Maria Rosaria Boccia torna protagonista della cronaca giudiziaria. Nella nuova puntata, l’imprenditrice di Pompei deve rispondere di interferenze nella vita privata dell’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.
Il fulcro delle indagini è il famigerato audio della telefonata tra Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, già trasmesso in tv e disseminato ovunque sui social. Secondo i magistrati di Roma, si tratta di una conversazione privata illecitamente carpita. Nel precedente procedimento penale, la Boccia era finita davanti al gup per i seguenti, numerosi reati: stalking aggravato, lesioni, interferenze nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum per l’organizzazione di alcuni eventi.
La nuova apertura delle indagini nasce da una denuncia presentata dallo stesso Sangiuliano, che aveva segnalato la massiccia diffusione della registrazione tra lui e la moglie quando era ministro. Si tratta di uno scambio di battute strettamente personali, divulgate alcuni mesi fa dal quotidiano campano Anteprima24 all’interno di un format pseudo-televisivo in cui la Boccia era stata intervistata su (presunte) nuove e scottanti rivelazioni. Secondo gli inquirenti, la scelta è stata intrapresa nonostante fosse ormai di pubblico dominio l’illiceità del file. L’avvocato di Sangiuliano Silverio Sica, difatti, aveva deciso di non procedere nemmeno con una diffida, perché la traccia vocale era già al centro di precedenti esposti alla magistratura di cui avevano ampiamente scritto i maggiori quotidiani italiani.
La replica: «Un attacco alla stampa libera»
Il Gip di Roma ha pertanto disposto il sequestro preventivo del file, e ne ha ordinato la rimozione dai profili social riconducibili alla Boccia e dal sito online del quotidiano. In un comunicato stampa, Anteprima24 ha esordito così: «Consideriamo questa denuncia un’ulteriore intimidazione nei confronti della stampa libera, da parte tra l’altro di due giornalisti». E aggiunge: «Abbiamo piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine, ma non possiamo non sottolineare come Sangiuliano continui ad addossare ad altri, a partire dai giornalisti, la responsabilità delle sue condotte, che lo hanno portato alle dimissioni da ministro».
L’audio in questione è lo stesso per cui il Garante per la privacy, proprio pochi giorni fa, ha sanzionato la Rai per 150mila euro, dopo che a Report era andato in onda durante una puntata dello scorso anno.
Difesa e contrattacco della Boccia
Maria Rosaria Boccia si è difesa sui propri canali social, sostenendo la legittimità del materiale acquisito e adombrando anzi una macchinazione ai suoi danni. «Ieri sera (mercoledì, ndr) ho subito l’ennesimo atto aggressivo da parte del sistema. Mi sono stati per la seconda volta sequestrati i messaggi che Sangiuliano mi mandava e le registrazioni delle sue conversazioni che lui mi autorizzava a sentire e registrare dopo avermi chiamato con il suo dispositivo telefonico».
L’ex imprenditrice è poi passata al contrattacco: «Tutto materiale utile per la mia difesa rispetto alla “famiglia” Sangiuliano. Materiale che oggi scotta solo perché l’ex ministro teme la verità. E come pare emergere dalle inchieste, nelle ultime ore fa pressioni per continuare a mettere me in cattiva luce. Tredici mesi fa non era buono come ministro, oggi pare essere buono per la Campania». Si riferisce alla candidatura di Sangiuliano come capolista di Fdi alle regionali, a cui peraltro anche la Boccia è candidata nella lista di Stefano Bandecchi.
La storia si ripete
Il primo filone d’inchiesta proseguirà il 9 febbraio prossimo con l’udienza preliminare che vede imputata la stessa Boccia per diverse ipotesi di reato. Le contestazioni si basano su documenti, messaggi e altri elementi acquisiti grazie alla denuncia presentata da Sangiuliano a Torre Annunziata, e poi trasferita per competenza a Roma. Non risultano, al momento, ulteriori indagati nel nuovo filone. Tuttavia, l’evoluzione dell’inchiesta potrebbe determinare sviluppi sorprendenti, anche in relazione ad altri contenuti digitali già acquisiti e oggetto di valutazione da parte della Procura di Roma, e che sarebbero spuntati su alcuni giornali e in alcune trasmissioni. La storia si ripete: chissà per chi avrà il lieto fine.