Maria Rosaria Boccia, cellulare sequestrato e casa perquisita. L’imprenditrice indagata dopo la denuncia dell’ex ministro Sangiuliano

La Procura di Roma ha sequestrato il cellulare e perquisito l’abitazione di Maria Rosaria Boccia. La donna è indagata nella Capitale dopo la denuncia dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano su presunte pressioni indebite e su un caso di lesioni relative al periodo in cui i due avevano una relazione. L’indagine è stata delegata ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma.

Alla denuncia – nella quale non sono specificati i presunti reati – l’ex ministro della Cultura ha allegato una parte delle chat tra lui e l’imprenditrice di Pompei, che nel mese di agosto è stata sul punto di essere nominata sua consulente per i Grandi eventi. “Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto”, reciterebbe uno dei messaggi di Sangiuliano indirizzati a Boccia, che risponde: “Hai ragione”. Poi un riferimento a quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: “Sfregiato (…) Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo“. Boccia avrebbe poi chiesto all’ex ministro di poter controllare il suo cellulare, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un trojan.

Nel momento di massimo contrasto tra i due, Boccia avrebbe proposto a Sangiuliano di firmare un patto di riservatezza secondo cui lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro presunta storia intima. Ma, in alcuni dei messaggi riportati, Sangiuliano dice di rifiutarsi di firmare alcun documento. Inoltre, il 2 agosto scorso Sangiuliano le scrive: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Mentre una settimana dopo lei dice: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio”.

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Il Fatto Quotidiano

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