Marco Martire presenta “Esisto ma non vivo”: da un’idea di Davide Carpino al festival “Entre Deux Cannes”
- Postato il 16 maggio 2025
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Marco Martire presenta “Esisto ma non vivo”: da un’idea di Davide Carpino al festival “Entre Deux Cannes”
Marco Martire, autore e regista calabrese, presenta “Esisto ma non vivo”: dal monologo “Diverso” di Davide Carpino al festival “Entre Deux Cannes”. Un cortometraggio capace di scuotere, commuovere e far riflettere. Tutti i dettagli nell’intervista.
COSENZA – C’è un filo rosso che collega il teatro alla settima arte, passando per un tema troppo spesso rimosso dal discorso pubblico: la sessualità nelle persone con disabilità. Quel filo lo ha tessuto con coraggio Davide Carpino con il suo monologo “Diverso”, nato per un concorso della Stampa di Torino. Una riflessione intensa sulla mancanza di vita affettiva e sessuale tra chi viene etichettato come “diversamente abile”. Ma è stato Marco Martire, giovane autore e regista calabrese, a trasformare quell’idea in un’opera cinematografica capace di scuotere, commuovere e far riflettere: “Esisto ma non vivo”, un film che non racconta solo una storia, ma scardina un tabù.
Presentato nella selezione ufficiale della rassegna internazionale “Entre Deux Cannes”, il cortometraggio “Esisto ma non vivo” è l’opera prima di Martire, eppure non ha nulla di acerbo: è potente, sincera, necessaria. Ha già conquistato pubblico e critica, ricevendo numerosi premi, tra cui la selezione ai David di Donatello, il Premio Nazionale del Cinema Indipendente, e ben tre riconoscimenti al Premio Cultura Cinematografica di Polistena, incluso l’ambito Premio del Pubblico.
La storia è quella di Dante, giovane uomo con disabilità che si innamora di Rossana, in un moderno richiamo al “Cyrano de Bergerac”. Il suo modo di corteggiarla è poetico e puro, ma il mondo attorno è crudele: bullismo, isolamento, abusi. Eppure, anche nella desolazione emotiva, c’è spazio per l’incontro, per l’amore vero, per una scena toccante, in cui due anime fragili si scoprono e si amano. Una scena mostra il protagonista mentre vaga da solo in cerca di compagnia, in una notte che sembra senza fine, finché non incontra finalmente la sua amata. La loro unione diventa l’atto simbolico di un’affermazione esistenziale: non solo esisto, ma vivo.
Il regista Marco Martire ha raccolto e sviluppato l’idea di Davide Carpino, trasformandola in un cortometraggio d’autore dalla forte impronta sociale. Girato in Calabria, tra i suggestivi paesaggi di Cosenza, il film utilizza il territorio non come semplice sfondo, ma come parte integrante della narrazione. Lo sguardo del regista, però, è già rivolto al futuro. Il suo prossimo lavoro, “Invisibili”, è in fase di lancio: un progetto che nasce da un nuovo incontro fortuito e fortunato con una spettatrice che gli ha affidato la propria storia. Ancora una volta, sarà il contatto umano a guidare il racconto. Per saperne di più, abbiamo intervistato Marco Martire.
Marco Martire, come ha accolto la notizia della selezione ufficiale alla rassegna “Entre Deux Cannes”?
«Ho ricevuto un’e-mail in cui mi veniva comunicato che il mio film era stato selezionato ufficialmente al festival. Sono l’unico italiano in gara in questa edizione e questo mi riempie d’orgoglio. È un’emozione fortissima, mi sembra di vivere un sogno. Allo stesso tempo, però, cerco di rimanere con i piedi per terra: so che si tratta della mia opera prima e che il percorso è appena cominciato».
“Esisto ma non vivo” è un’opera prima potente e profonda. Il film affronta con delicatezza e intensità temi legati all’affettività e alla sessualità nelle persone con disabilità. Come è nato il desiderio di raccontare questo mondo? Da dove nasce l’ispirazione per questa storia?
«L’ispirazione nasce dal contatto diretto con Davide Carpino, che mi ha confidato un vortice di emozioni, vissuti e pensieri. Da lì, ho scritto la sceneggiatura, sulla base del suo soggetto originale. Il corto parte da un’idea autentica, personale, che mi ha toccato profondamente fin dall’inizio».
Come ha scelto le location? Ci sono luoghi che per lei hanno un valore personale o simbolico?
«Durante la scrittura, immaginavo già alcune scene. Ogni location è stata scelta per rafforzare il contesto narrativo e visivo del film. Abbiamo girato a Cosenza – con un focus sul Teatro Rendano – a Casali del Manco e nel Parco Nazionale della Sila, in zona Camigliatello, con una particolare attenzione al tratto di San Lorenzo».
Il film ha già ricevuto numerosi riconoscimenti. Come sta vivendo questo crescente apprezzamento da parte della critica e del pubblico?
«Sono molto felice dei premi e dei riconoscimenti che “Esisto ma non vivo” ha ricevuto finora. Questo apprezzamento mi motiva a fare ancora meglio. Nel mio prossimo lavoro, “Invisibili”, spero di aver raggiunto una maggiore consapevolezza, soprattutto sul piano tecnico e registico».
Secondo lei, quale ruolo dovrebbe avere oggi il cinema nell’affrontare temi sociali complessi e nel favorire l’inclusione?
«Attraverso il cortometraggio vogliamo trasmettere molti messaggi, uno dei più importanti è l’idea che le barriere siano spesso mentali, non fisiche. Un tema personale che affrontiamo nel film riguarda la sessualità: spesso le persone con disabilità sono vittime di pregiudizi, come l’idea che siano impotenti. Davide ci tiene a dire che “funziona tutto benissimo”. Vogliamo sfatare questi tabù e ricordare, come ho precisato nell’opera, che “siamo fatti della stessa meravigliosa sostanza dell’universo”».
Marco Martire, il suo prossimo progetto, “Invisibili”, è già molto atteso. Può anticiparci qualcosa in merito?
«A breve uscirà il trailer. È un progetto a cui tengo molto, perché nasce dal contatto diretto con studenti e affronta il tema della disabilità acustica. Parliamo di malattie spesso invisibili agli occhi del sistema sanitario, ma che hanno un impatto enorme sulla vita delle persone. Anche questo è un film di denuncia, nel solco del cinema d’autore. Quando presentammo “Esisto ma non vivo”, nel pubblico c’era un’autrice con disabilità che mi raccontò la sua storia: da lì è nato un nuovo progetto. È come una catena che si alimenta, e io ne sono parte con orgoglio. In futuro vorrei esplorare anche altri ambiti, ma il sociale sarà sempre parte del mio percorso, perché è da lì che sono partito».
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Marco Martire presenta “Esisto ma non vivo”: da un’idea di Davide Carpino al festival “Entre Deux Cannes”