Manovra, per l’esame in aula (in ritardo) il governo lascia i banchi vuoti. Toccata e fuga di Giorgetti, proteste delle opposizioni
- Postato il 19 dicembre 2024
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ventidue interventi per un totale di poco più di quattro ore di discussione generale sulla legge di bilancio. L’esame della manovra di bilancio, dopo i ritardi degli ultimi giorni, è cominciato questa mattina alla Camera, ma il governo è arrivato con oltre mezz’ora di ritardo, attirandosi le accuse dell’opposizione. “Assistiamo all’ennesima assoluta mancanza di rispetto nei confronti di questo parlamento e chiediamo l’intervento di Fontana. In queste settimane abbiamo assistito a una gestione pessima dei lavori sulla Legge di Bilancio, una confusione totale, con emendamenti che arrivavano all’ultimo minuto. Quasi certamente dovremo tornare in Commissione e l’assenza del governo di stamani è la ciliegina sulla torta”, ha attaccato il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno. “Non è un bello spettacolo”, ha accusato subito Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.
In aula sono poi arrivati, con mezz’ora di ritardo, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ma poco dopo sono di nuovo usciti, lasciando a rappresentare il governo solo la sottosegretaria dell’Economia Lucia Albano. Definisce “una toccata e fuga” la breve apparizione dei ministri in aulala deputata Maria Chiara Gadda (Italia viva). “È legittimo, l’opposizione è nata per protestare. Anche io quando ero all’opposizione protestavo”, ha dichiarato poi Giorgetti in Transatlantico, commentando con i cronisti.
L’imbarazzo però è evidente, tanto che il presidente di turno della Camera Fabio Rampelli si è sentito di rassicurare gli studenti e gli insegnanti seduti sulle tribune degli ospiti: “L’Aula a breve si riempirà per le fasi finali della discussione e anche per probabili voti”.
Come da prassi, la discussione è cominciata con gli interventi da parte dei relatori di maggioranza e opposizione. Nell’elenco fornito figurano 22 deputati, praticamente tutti dell’opposizione. Gli unici rappresentanti della maggioranza a prendere la parola sono Carmen Letizia Giorgianni di Fratelli d’Italia e Vanessa Cattoi e Nicola Ottaviani della Lega, nessun intervento dai banchi di Forza Italia. La discussione sarà dunque quasi esclusivamente incentrata sugli interventi dell’opposizione: sei deputati del Partito democratico sono iscritti a parlare, cinque del M5S, quattro di Azione e due ciascuto tra Italia viva e Alleanza verdi-sinistra.
“Per la terza volta sotto il vestito non c’è nulla”, ha dichiarato Francesco Boccia capogruppo del Pd in un’intervista alla Stampa giovedì mattina. “La prima manovra l’hanno scaricata su Draghi, dicendo che l’aveva scritta lui. Per la seconda si sono creati l’alibi del superbonus, negando l’evidenza, cioè che per due anni l’hanno prolungato loro, solo l’anno scorso lo hanno votato per le villette”. Per Boccia, “le previsioni di crescita erano totalmente sbagliate per il 2023 e il 2024 e lo saranno anche nel 2025: Giorgetti ha stimato un +1, 2%, Bankitalia e altre fonti autorevoli hanno già detto che non andremo oltre lo 0, 8%. Poi ci sono i dati sull’occupazione”.
Di “trionfalismi eccessivi” e “manovra che condanna l’Italia a non crescere” hanno parlato anche i deputati di Azione e Italia Viva.
Mentre il vicepremier e ministro degli Esteri di Forza Italia, Antonio Tajani, elogiava “una manovra che va nella giusta direzione”, fonti di governo escludevano la possibilità di un ritorno del testo in commissione: un rischio paventato dalle opposizioni dopo le ultime modifiche in extremis. Un ritorno in commissione si tradurrebbe in altri ritardi, ma per il governo non ce ne sarebbe bisogno essendo stanziati nel testo attuale 100 milioni eccedenti sufficienti a “coprire” i costi degli ultimi emendamenti. Una sovracopertura che porta a due opzioni: un miglioramento dei saldi o, più probabilmente, un utilizzo in quello che si chiama “conto di controllo”, fondo da utilizzare per ulteriori interventi durante l’anno.
Resta confermato per la maggioranza l’obiettivo di arrivare all’ok dell’Aula della Camera alla manovra entro la venerdì sera, 20 dicembre. La tempistica al momento sarebbe quella di porre la fiducia entro le 13 di giovedì, mentre domani le dichiarazioni di voto inizierebbero dalle 12. Intorno alle 18-19 dovrebbe svolgersi il Consiglio dei ministri sulla nota di variazione, mentre il voto finale dell’Aula dovrebbe arrivare intorno alle 23, senza dunque la necessità di uno slittamento a sabato mattina. La seconda lettura in Senato partirà invece lunedì 23 in commissione e l’ok definitivo di Palazzo Madama è previsto tra Natale e Capodanno.
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