Manovra, parte l'iter al Senato ma sale la tensione nel centrodestra
- Postato il 24 ottobre 2025
- Economia
- Di Agi.it
- 1 Visualizzazioni
Manovra, parte l'iter al Senato ma sale la tensione nel centrodestra
AGI - Nessuna modifica sui dividendi, trattativa sull'aumento sugli affitti brevi. La strada della legge di bilancio in Parlamento, stando a fonti di governo e di maggioranza, sembra tracciata. Ma sale la tensione nel centrodestra.
Ed emerge sempre di più il malessere di chi, pur apprezzando l'impianto della manovra, ritiene che ci sia alla base del testo un indirizzo tecnico più che politico.
"Non si può fare cassa in questo modo - il 'refrain' di chi nella maggioranza non nasconde il proprio mal di pancia -, non si possono cercare maggiori entrate caricando le imprese di tasse alla stregua di patrimoniali...".
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti anche ieri ha ribadito la centralità del percorso di risanamento dei conti pubblici: obiettivo deficit sotto il 3% entro il 2026 e Italia fuori dalla procedura Ue per disavanzo eccessivo. E tutti nella coalizione di governo condividono questa impostazione.
Parte l'iter in Senato
Ma la fibrillazione aumenta proprio nel momento in cui parte l'iter della manovra al Senato: la prossima settimana si terrà l'ufficio di presidenza della Commissione bilancio per stilare, in accordo con le opposizioni, un calendario dei lavori.
Dovrebbero essere quattro i relatori della maggioranza: Dario Damiani di FI, Massimo Garavaglia o Marco Dreosto della Lega, Mario Borghese di Nm-Maie, probabilmente Guido Liris di Fratelli d'Italia.
Ciriani, "possibili aggiustamenti senza compromettere l'impianto"
Potranno esserci "degli aggiustamenti" purché "non compromettano l'impianto" del testo, perché "prima di tutto vengono i conti in ordine", ha avvertito il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Nessuna blindatura, ma i saldi non possono essere messi in discussione. Per dirla con il vecchio adagio nessun assalto alla diligenza.
Tajani, da sciogliere i nodi su casa e forze dell'ordine
Eppure, al di là della conferma che è previsto circa cento milioni di margine per le richieste dei parlamentari - si punta a delle modifiche.
A metterle in fila i nodi da sciogliere è il vicepremier e leader di FI, Antonio Tajani: casa, dividendi e forze dell'ordine.
"Sulla casa non voteremo alcuna tassa aggiuntiva", la sua premessa. "In Consiglio dei ministri non si è parlato né di case né di dividendi", ha osservato.
Da qui l'affondo contro i tecnici. "Mi sembra - la riflessione - che, a volte, da parte di qualcuno, qualche 'gran commis' del ministero delle Finanze, ci sia la tentazione di punire, di reintrodurre imposte. Ma è la politica che decide, non i 'gran commis' del ministero delle Finanze".
Il riferimento è a chi ha portato avanti le trattative al dicastero di via XX settembre.
Osservazioni condivise anche da qualche altro ministro che non ha apprezzato le modalità legate alla sforbiciata sulla spesa.
"Non si può pensare di indirizzare anche i tagli", il ragionamento di un esponente di governo. La tesi, ricorrente a ogni manovra, è che "i funzionari portano avanti operazioni chirurgiche, senza prospettive di sviluppo".
Salvini, sugli affitti brevi una tassa sciocca
A chiedere chiarimenti su alcune misure è anche Matteo Salvini. "Devo parlare con Giorgetti, c'è qualcosa da fasare", ha detto il leader della Lega, scagliandosi contro quella "tassa sciocca" sugli affitti brevi che ha "un gettito minimo" e va a ledere la proprietà privata, "è entrata inavvertitamente in manovra".
Poi un nuovo attacco alle banche: "Più si lamentano più presentiamo emendamenti per aumentare il prelievo. Ogni lamentela porterà a un 1% di Irap in più e con quei soldi faccio 6 piani casa".
Sulla novità dei dividendi "non sapevamo niente", "bisogna riflettere su questo come su tante altre cose che non vanno bene perché non c'è una visione abbastanza liberale", la sottolineatura del responsabile della Farnesina che è tornato a chiedere prudenza quando si parla di banche e assicurazioni.
Tra i due vicepremier è dialettica continua: "Credo che il ministro Salvini debba occuparsi anche della città di Roma, visto che sono stati tagliati 50 milioni per la metro C", afferma ancora nel pomeriggio il segretario di FI.
I maggiori tagli si sono verificati al Mit, con alcuni definanziamenti, tra l'altro per le metropolitane di Roma, Milano e Napoli. "Nessun taglio ma solo riprogrammazione", risponde a FI il vicesegretario federale della Lega Claudio Durigon.
La posizione di Fratelli d'Italia
Nel 'duello' tra FI e Lega Fratelli d'Italia resta alla finestra. C'è chi nel partito di via della Scrofa considera il confronto in atto come "qualcosa di assolutamente normale"; chi invece ritiene che si vada a danneggiare l'intera coalizione, e non nasconde perplessità sui distinguo di FI che nel frattempo prepara emendamenti ad hoc.
Mentre il convincimento nel centrodestra è che solo dopo l'approvazione della legge di bilancio, e magari un nuovo passaggio parlamentare del premierato, si tornerà a parlare di legge elettorale, di proporzionale, di premio di maggioranza, diritto di tribuna (che potrebbe essere 'concesso' ad Azione che, riferisce una fonte parlamentare, potrebbe anche astenersi sulla legge di bilancio) e soprattutto dell'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda elettorale, con gli alleati di FdI che per ora frenano.
Continua a leggere...