Manovra: Marattin, 'astensione in voto legge Bilancio'

  • Postato il 20 dicembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Manovra: Marattin, 'astensione in voto legge Bilancio'

Roma, 20 dic. (Adnkronos) - "Non si può votare a favore di questa legge di questa Legge di Bilancio. Per due motivi. Non fa le cose che servono davvero al paese: riforme incisive sul lato della spesa pubblica, del funzionamento dei mercati, della produttività. Ma non le poteva fare: questa maggioranza non si è proposta agli italiani chiedendo questo mandato, e la stragrande maggioranza dei suoi esponenti è invero intimamente convinta che all'Italia serva l'esatto opposto". Lo scrive sui social Luigi Marattin.

Inoltre, "la gestione tecnico-politica di questa manovra è stata la peggiore in assoluto: la Legge di Bilancio arriva al voto dopo ben due mesi di permanenza alla Camera. Ed è andato in onda - peggiorato - tutto il pessimo campionario che vediamo di solito: nottate in commissione (ma se ci sono due mesi di tempo, che bisogno c'è di lavorare all' ultimo momento di notte?!?), ritardi, confusione estrema, riformulazioni che non arrivavano, accordi disattesi, nessun rispetto per l'opposizione. Una superficialità, un'approssimazione e una mancanza di consapevolezza che rendono questa maggioranza tutto fuorché attrattiva per chiunque voglia davvero cambiare il paese".

Ma, osserva Marattin, "non si può nemmeno votare contro questa legge di bilancio. Per tre motivi. Il suo scopo principale era confermare i circa 17 miliardi di vantaggi fiscali e contributivi (in parte derivanti dal governo Draghi, in parte dal governo Meloni) che in assenza di intervento sarebbero venuti meno tra dieci giorni, determinando così un aumento della pressione fiscale di quasi un punto di Pil. E questo scopo - come tutte le opposizioni avevano chiesto per più di un anno al governo - è stato raggiunto, dedicando a questo obiettivo più della metà delle risorse di questa manovra".

"Ci sono altre cose buone: la proroga triennale della detassazione al 5% dei premi di produttività, la riduzione lieve (ben inferiore al necessario, ma almeno è la prima volta) delle spese correnti in termini reali, il welfare aziendale ai neo-assunti che trovano un impiego lontano dal luogo di residenza, il mantenimento della “linea dura” sulle pensioni, l'Ires premiale per le imprese che investono, la proroga triennale del credito di imposta per le aziende che si quotano in Borsa, l'incremento delle risorse per la Nuova Sabatini", aggiunge Marattin.

"Inoltre, circa la metà degli errori più grossolani contenuti nella versione approvata dal Governo a metà ottobre (revisori Mef nelle aziende private, estensione dellla digital tax, aumento della tassazione delle criptovalute) sono stati eliminati durante l'esame in commissione, come - tra i tanti - avevo chiesto nell'articolo su Il Foglio del 14 novembre scorso. Senza contare che, nonostante I bellicosi proclami in campagna elettorale, in tv e sui social, il profilo di finanza pubblica è pienamente compatibile con i dettami della odiata e austera Ue".

"Le altre opposizioni hanno adottato un approccio a nostro avviso completamente sbagliato a questa manovra: l'hanno avversata a colpi di “ci volevano 10 miliardi di qua”, “altri 5 miliardi di là”, ben sapendo che questa Repubblica - e non questo o quel governo, questo o quel partito - si è impegnata per 7 anni a non aumentare la spesa pubblica netta di più del 1,5% annuo in termini nominali: un vincolo che rende pura fantasia tutte le promesse dell'opposizione, a meno di non voler aumentare massicciamente le tasse. Che è l'ultima cosa di cui questo paese ha bisogno. Per questi motivi, il mio voto questa sera sulla Legge di Bilancio 2025 - in rappresentanza della Costituente Liberal-Democratica - sarà di astensione".

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Libero Quotidiano

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