Manovra, l’emendamento del governo: 780 milioni per il Ponte slittano al 2033. Per le imprese arriva la misura chiesta da Confindustria
- Postato il 16 dicembre 2025
- Speciale Legge Di Bilancio
- Di Il Fatto Quotidiano
- 4 Visualizzazioni
Dalle misure sulla previdenza complementare all’iperammortamento alla Zes, passando per la rimodulazione dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Il governo ha depositato in Senato l’emendamento che aumenta di 3,5 miliardi i fondi per le imprese, come annunciato lunedì dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il maxiemendamento, bollinato e accompagnato dalla relazione tecnica, contiene diverse misure, comprese disposizioni in materia di rimodulazione del Pnrr.
Dopo lo stop della Corte dei Conti, che allunga i tempi per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, gli stanziamenti per la grande opera cara a Matteo Salvini vengono rimodulati spostando 780 milioni al 2033 “alla luce dell’aggiornamento dell’iter amministrativo e del non perfezionamento degli impegni relativi alle somme iscritte in bilancio nell’anno 2025 in conto residui rinvenienti dall’anno 2024”, spiega la Relazione tecnica. L’incremento delle risorse per il 2033 lascia “inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate”.
Arriva poi un contributo di 1,3 miliardi dalle assicurazioni con l’introduzione di un meccanismo di versamento, entro il 16 novembre di ogni anno, di un acconto pari all’85% del contributo sul premio delle assicurazioni dei veicoli e dei natanti dovuto per l’anno precedente. “L’acconto versato in un determinato anno può essere scomputato, a partire dal successivo mese di febbraio, dai versamenti da eseguire nell’annualità successiva”, si legge nell’emendamento. “Rispetto al vigente meccanismo di versamento, la previsione genera un maggior gettito positivo derivante dalla quota del predetto contributo di spettanza erariale di circa 1,3 miliardi di euro per il solo 2026, atteso che su tale anno si concentreranno i versamenti previsti a legislazione vigente, oltre all’acconto previsto dalla norma in esame”, si spiega. Dal 2027, il nuovo meccanismo “andrebbe a regime senza generare un maggior gettito”.
Passando alle misure caldeggiate da Confindustria, l’iperammortamento previsto dalla manovra per le imprese che investono in beni strumentali diventa triennale come preannunciato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo ma viene eliminata la maggiorazione ulteriore del costo di acquisizione per gli investimenti “green“. Sul primo fronte vengono prorogate fino al 30 settembre 2028 le agevolazioni riguardanti gli investimenti in beni strumentali nuovi materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica o digitale in chiave Transizione 4.0 e 5.0 destinati a strutture produttive in Italia, a condizione che gli investimenti abbiano ad oggetto beni Made in Eu. Come si legge nella relazione tecnica, gli investimenti Made in Eu effettuati nel 2026 e fino al 30 settembre 2028 sono deducibili con maggiorazioni pari al 180% del costo d’acquisto per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 100% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro e 50% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro. Per gli investimenti eccedenti i 20 milioni di euro non è prevista alcuna maggiorazione della deducibilità delle quote di ammortamento.
L'articolo Manovra, l’emendamento del governo: 780 milioni per il Ponte slittano al 2033. Per le imprese arriva la misura chiesta da Confindustria proviene da Il Fatto Quotidiano.