Manovra, cambia la norma “anti-Renzi”: ok agli incarichi extra-Ue per gli eletti all’estero e per chi si farà autorizzare preventivamente
- Postato il 17 dicembre 2024
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Cambia in manovra la cosiddetta norma “anti-Renzi”. Il divieto esplicito di percepire compensi per incarichi da paesi extra Ue vale solo per i presidenti di Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano e per i parlamentari, fatta eccezione per coloro che sono stati eletti all’estero. Lo prevede la riformulazione dell’emendamento alla manovra presentato dai relatori in Commissione Bilancio. Nel testo originariamente al vaglio della V di Montecitorio, erano inclusi nello stop anche i membri del governo.
Ora invece, secondo quanto prevede il testo, presidenti e parlamentari ”non possono accettare, durante il proprio mandato, contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità erogati direttamente o indirettamente da parte di soggetti pubblici o privati, anche mediante interposizione di persona o di società o enti, non aventi sede legale e nell’Unione Europea nei paesi aderenti allo spazio economico europeo”.
E’ fatto salvo, inoltre, il caso in cui vi sia una “preventiva autorizzazione” che dovrà essere rilasciata dagli organi di appartenenza e solo “nel caso in cui il compenso percepito non sia superiore a 100.000 euro all’anno”. In caso di inosservanza, il compenso percepito deve essere versato entro 30 giorni dall’erogazione dell’erogazione.
Nella formulazione originaria la norma prevedeva il divieto per membri del governo, parlamentari, europarlamentari e presidenti di Regione di “svolgere incarichi retribuiti in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell’Unione europea”. Il testo avrebbe impedito, tra gli altri, al leader di Italia viva di percepire i lauti compensi per consulenze e conferenze versati dal regime saudita di Mohammed bin Salman (grazie ai quali, nel 2022, ha dichiarato redditi per oltre 3,2 milioni).
L’iniziativa del governo aveva fatto infuriare Italia viva, che aveva accusato la maggioranza di deriva illiberale: “L’emendamento proposto contro Matteo Renzi, dal vago sapore sovietico, dà il segno dell’aggressione ad personam – si leggeva in una nota -. Si legifera per la prima volta nella storia fiscale italiana l’esproprio ad personam, con l’obbligo di versare il 100% del fatturato allo Stato, ovviamente a condizione che il fatturato sia quello di Matteo Renzi”.
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