Mangione rischia la pena di morte: si affida a Moskowitz, il super avvocato che si batte contro le sentenze capitali
- Postato il 18 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La notizia è stata diffusa negli Stati Uniti ieri sera: Luigi Mangione, 26 anni, l’italo americano accusato di aver ucciso a sangue freddo Brian Thompson, l’amministratore delegato della UnitedHealthcare – il delitto è avvenuto a New York il 4 dicembre dello scorso anno – è stato incriminato da un tribunale federale per omicidio, stalking e possesso di pistola. Se riconosciuto colpevole, Mangione rischia la pena di morte, come prevede l’imputazione federale per delitti commessi con armi da fuoco. Su questo tema, si è già espressa Pam Bondi, procuratrice generale voluta dal presidente Donald Trump: Bondi ha fatto sapere che il Dipartimento di Giustizia chiederà la sentenza capitale.
Il destino processuale di Mangione, considerate queste premesse, sembra segnato. Ma l’italo americano ha una carta da giocare: e questa carta si chiama Avraham ‘Avi’ Moskowitz, l’avvocato esperto in processi dove è prevista la pena capitale. Si tratta di una figura che potrebbe ispirare una serie di legal thriller. Moskowitz si è laureato nel 1980 alla Scuola di Legge della Columbia. Cinque anni dopo era già assistente procuratore nel Distretto Meridionale di New York. Fino al 1991, si è occupato di ogni sorta di inchiesta sui crimini commessi nella Grande Mela. Poi, il passaggio all’attività privata: Avi Moskowitz dismette il ruolo di procuratore e passa a quello di avvocato difensore. In questo nuovo ruolo, si occupa di 50 processi in cui l’imputato rischia la pena di morte.
Quello che lo rende celebre, è il caso “gli Usa contro Quinones e Rodriguez”. I due personaggi alla sbarra, Alan Quinones e Diego Rodriguez, furono accusati ai sensi della legge federale di un omicidio legato alla droga, avvenuto nel Bronx, nel 1999. Il procuratore generale indicò la pena capitale per entrambi. Ma Moskowitz si concentrò sul numero di esecuzioni nei confronti di detenuti che erano risultati poi innocenti. Il collegio difensivo di Quinones presentò una memoria ricordando come le “numerose condanne ingiuste in casi di pena capitale rappresentino un rischio inaccettabile nell’applicazione della pena di morte” ed evidenziando come “la Corte Distrettuale ha correttamente stabilito che continuare a eseguire condanne, sapendo come ora sappiamo che nel farlo uccideremo un numero considerevole di cittadini innocenti, è altrettanto intollerabile dal punto di vista costituzionale quanto giustiziare consapevolmente una persona innocente”.
Certamente, la prova che attende Moskowitz nella difesa di Mangione sarà molto dura dal punto di vista legale: contro l’italo americano, che si è comunque dichiarato non colpevole, ci sono i video dell’omicidio, e l’arresto in possesso di un’arma riconducibile al delitto. C’è poi l’aspetto politico: l’amministrazione Trump ha promesso tolleranza zero verso la criminalità e Mangione per molti è diventato un simbolo dell’America che si oppone anche con mezzi estremi alle diseguaglianze sociali. Insomma, sulla carta, evitare la condanna a morte a Mangione è una impresa impossibile: ma Avi Moskowitz è circondato dall’ammirazione di una intera categoria che lo ha riconosciuto come “Super Lawyer” e uno dei “Best Lawyers in America” negli ultimi quindici anni. Lo show in aula è assicurato.
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