Mandanti esterni delle stragi del ’92, M5s: “Importante novità sulla pista nera”. Gasparri attacca: “Fanfaluche”
- Postato il 14 luglio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nuovo scontro in Commissione Antimafia sulle stragi. E anche questa volta a infiammare gli animi sono le indagini sui mandanti esterni delle bombe del 1992. Come ha raccontato ilfattoquotidiano.it, la giudice Graziella Luparello ha interrotto la camera di consiglio sull’archiviazione dell’inchiesta relativa ai cosiddetti mandanti esterni delle stragi del 1992. A chiedere di chiudere l’indagine era stata la procura nissena, che da ormai trentatrè anni indaga sulle bombe di Capaci e di via d’Amelio. La gip, però, ha accolto l’istanza dell’avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato il 19 luglio del 1992. Il difensore ha prodotto nuovi documenti relativi agli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino. Si tratta di un verbale relativo a una riunione tenuta a Palermo il 15 giugno 1992, dunque dopo la morte di Giovanni Falcone. Dal documento emerge come Borsellino fosse a conoscenza delle dichiarazioni di Alberto Lo Cicero, il raccontare della presenza del neofascista Stefano Delle Chiaie in Sicilia nei giorni della bomba di Capaci.
“Con buona pace del senatore Gasparri e di tutto il centrodestra che in commissione Antimafia sembra farsi suggerire da altri le verità presunte sulla strage di via D’Amelio, arriva una novità molto importante sulla cosiddetta pista nera, una delle strade più fondate per la comprensione di quello che sta dietro le Stragi del 1992-93. Proprio quella che gli esponenti del centrodestra non fanno altro che negare con affermazioni improvvisate e spaventosamente superficiali. Come svelato dal Fatto Quotidiano, la Gip di Caltanissetta Luparello ha interrotto la camera di consiglio sull’archiviazione dell’inchiesta sulle Stragi ’92-93, che era stata richiesta dalla Procura. Un’istanza dell’avvocato Repici, legale di Salvatore Borsellino, ha segnalato nuovi documenti relativi agli ultimi giorni di vita di Paolo Borsellino”, scrivono in una nota gli esponenti del M5S nella commissione Antimafia, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Michele Gubitosa, Luigi Nave e Roberto Scarpinato. “In particolare – continuano i 5 stelle – si tratta di un verbale relativo a una riunione che si è svolta a Palermo il 15 giugno 1992, alla quale presero parte il procuratore capo Giammanco, Borsellino, altri magistrati della Procura palermitana e Pietro Vaccara, pm di Caltanissetta impegnato al tempo nelle indagini sulla strage di Capaci. In quella occasione i magistrati si scambiarono informazioni riguardanti la strage che uccise Falcone e altre informazioni sulle intercettazioni di Alberto Lo Cicero, prima confidente e poi collaboratore di giustizia, proprio quello che riferì della presenza in Sicilia di Stefano Delle Chiaie nei giorni dell’attentato di Capaci. Emerge in modo chiaro che Borsellino chiese che Lo Cicero riferisse quello che sapeva solo alla procura di Palermo. Ed ecco perché aspettava di ricevere la delega del Procuratore Giammanco a occuparsi degli affari criminali della città di Palermo, ottenuta solo via telefono la mattina del 19 luglio, troppo tardi. Borsellino da settimane stava raccogliendo – a Palermo ma anche a Roma – elementi dirompenti sulle verità nascoste dietro la Strage di Capaci, sui mandanti occulti e sui traditori dello Stato. Chiedeva insistentemente di essere sentito dai colleghi di Caltanissetta che conducevano l’indagine e, ora ne abbiamo conferma, voleva raccogliere in prima persona le confidenze di Lo Cicero. Ma tutto questo alla commissione Antimafia guidata dal centrodestra non interessa, lì c’è una verità di comodo preconfezionata e, in base a quanto appreso recentemente, anche teleguidata dall’esterno”.
La decisione della gip di Caltanissetta provoca il commento anche di Maurizio Gasparri, che risponde al movimento di Giuseppe Conte. “A tempo di record il M5S commenta la notizia del solito Fatto quotidiano rilanciata dal solito Report cantastorie. Ovviamente mentre noi rispettiamo le istituzioni anche quando conosciamo i veri depistaggi all’interno della commissione e soprattutto teniamo ben a mente lo stile del giudice Borsellino, altri addirittura dicono che sanno cosa volesse dire il giudice a Caltanissetta. Ovviamente è un caso anche questa notizia esca e venga rilanciata a pochi giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio”, dice il senatore di Forza Italia. Per la verità la notizia esce adesso perché la decisione della gip risale al 7 luglio scorso. “Avremo la pazienza per leggere l’ennesima lezione degli eroi dell’antimafia perché aspetteremo di guardare queste carte, che sono già state valutate e archiviate da un altro gip. Mentre confido che la commissione tolga il segreto a carte che faranno capire con chi abbiamo a che fare oggi, ricordo che le fanfaluche care a grillini e loro istruttori sono state archiviate dalla magistratura. Questi i fatti”, sostiene ancora Gasparri, senza specificare quali siano i suoi riferimenti.
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