“Manca la delibera per quel photored”: così il Comune di Reggio Calabria rischia 9mila multe cancellate e un buco di 2 milioni di euro

  • Postato il 6 novembre 2024
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Circa 9mila multe annullate. È questo il rischio che corre il Comune di Reggio Calabria. E considerando che le contravvenzioni vanno da un minimo di 132 euro a 231 euro, il mancato introito nelle casse di palazzo San Giorgio potrebbe raggiungere potenzialmente anche i 2 milioni di euro. Le cifre sono ballerine perché non c’è nulla di deciso al momento, ma è alta la probabilità di dover rivedere i conti in vista del bilancio di fine anno dell’Ente. Almeno stando al ricorso presentato nei giorni scorsi dall’avvocato Mario Perlina nell’interesse di un cittadino che è stato beccato a passare col rosso all’incrocio tra via Argine Sinistro Calopinace e viale Calabria dove, da luglio, è stata installata una delle quattro postazioni di controllo elettronico per le violazioni ai semafori.

La premessa è d’obbligo: passare col rosso è un’infrazione grave e i famosi photored sono un deterrente utile, soprattutto nei tratti stradali dove possono verificarsi incidenti anche mortali. Ma l’utilizzo di queste apparecchiature, il cui noleggio dalla ditta Acarus Engineering s.r.l. è costato quasi 85mila euro, deve avvenire nel rispetto della procedura altrimenti la sensazione per il cittadino multato sarà quella di un Comune più interessato a fare cassa che, per dirla con le parole del sindaco Giuseppe Falcomatà e del suo vice Paolo Brunetti, ad adottare “provvedimenti necessari in ragione del fatto che le aste del Calopinace sono state teatro, negli anni, di una serie di incidenti stradali, anche letali, causati sia dall’alta velocità, sia dalla violazione della segnaletica stradale semaforica”.

Ma andiamo con ordine perché mentre dal comando della Polizia locale fioccano i verbali per gli automobilisti distratti, iniziano a fare capolino anche i ricorsi dalle parti del giudice di pace che, per decidere se annullare o meno le multe, dovrà tenere conto anche di una recente sentenza della Cassazione, la numero 21894 del 2 agosto 2024, dove si legge che “una previa individuazione delle intersezioni il cui attraversamento è regolato da semafori presidiati da apparecchiature di controllo con rilevamento automatico deve necessariamente avvenire anche nel centro abitato, a mezzo di delibera della Giunta, nell’esercizio del suo potere discrezionale di gestione del territorio urbano”.

Questo perché l’articolo 5 del Codice della Strada stabilisce che “i provvedimenti per la regolamentazione della circolazione siano emessi dagli enti proprietari attraverso gli organi competenti, con ordinanze motivate e rese note al pubblico mediante i prescritti segnali”. Mentre fuori dai centri abitati “gli apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni possono essere installati e utilizzati solo sui tratti di strada individuati dai prefetti”, all’interno del territorio comunale l’articolo 7 del Codice della Strada stabilisce che la competenza è “del sindaco e della giunta in quanto organo politico del Comune”. Per questo motivo, scrive ancora la Suprema Corte, “è la giunta, acquisiti i necessari pareri della dirigenza dei settori competenti, a gestire il centro urbano dal momento della pianificazione urbanistica fino al dettaglio della regolamentazione della viabilità e della circolazione”.

“Fino al dettaglio” significa, in sostanza, che ci deve essere una delibera di giunta con la quale il Comune autorizza l’installazione dei photored proprio in quella intersezione dove è stata elevata la multa. Per l’avvocato Perlina, quindi, “ne deriva che la Giunta, nell’esercizio del suo potere discrezionale di gestione del territorio urbano, deve deliberare nel centro abitato la previa individuazione delle intersezioni il cui attraversamento è regolato da semafori presidiati da apparecchiature di controllo con rilevamento automatico”. Ed è quello che sembra mancare nei verbali che l’amministrazione di Palazzo San Giorgio sta notificando in queste settimane ai cittadini dove si fa riferimento a due delibere di giunta e a una determina dirigenziale ma nessuno di questi provvedimenti fa riferimento all’autorizzazione a installare il photored nei punti dove gli automobilisti reggini stanno collezionando i verbali.

La delibera di giunta 127 dell’8 giugno 2023, infatti, è il “documento unico di programmazione 2023/2025” e fa riferimento alla “fase sperimentale” dell’accertamento “a distanza di infrazioni semaforiche” ma non dice dove e con quali apparecchiature. Il Piano Esecutivo di Gestione, approvato dal Comune, ha funzione unicamente programmatica: ha previsto soltanto in generale, e non in dettaglio, “l’installazione di videosorveglianza con rilevazione da remoto della violazione dell’articolo 146 comma 3 del Codice della strada”, l’attraversamento con il rosso appunto. La determina dirigenziale 6901 del 27 dicembre 2023 è, di fatto, un elenco degli impegni di spesa del settore “Polizia municipale e viabilità”, mentre la delibera di giunta 99 del 31 maggio 2024 è l’approvazione del “Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) 2024-2026 – Allegato F”.

L’allegato “F”, citato dal Comune, è il “Piano degli obbiettivi” del Piao e non c’è alcun riferimento agli incroci dove sono stati installati, senza delibera di autorizzazione i photored, ma si parla solo della “sperimentazione utilizzo strumentazione per l’accertamento elettronico delle infrazioni semaforiche in aree ad alta criticità caratterizzate dal verificarsi di un alto numero di incidenti stradali con esito mortale”. Quali siano queste “aree ad alta criticità” non c’è scritto, ma tra gli obiettivi del 2024 c’è sicuramente l’ “aumento delle infrazioni semaforiche di almeno il 10% rispetto alla precedente annualità”.

Del rischio di annullamento di tutti i verbali notificati da luglio ad oggi e del conseguente mancato introito nelle casse di Palazzo San Giorgio è a conoscenza anche il Comune. Interpellato da Ilfattoquotidiano.it, infatti, il vicesindaco Brunetti, assessore alla Polizia locale, ha affermato: “Stiamo approfondendo la questione della sentenza. La Polizia locale, in linea con l’attuale normativa in materia prevista dal vigente Codice della Strada e dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, ha attivato, a far data dal 10 luglio 2024 ed in via sperimentale, sulle bretelle del Calopinace, due postazioni di controllo elettronico del passaggio con rosso semaforico. La strumentazione di controllo è omologata sia per l’accertamento delle infrazioni semaforiche che per il cambio di corsia, ed è stata, dopo l’installazione, tarata, nonostante la normativa di settore non lo prevedesse. Il giallo è settato secondo la tempistica prevista dalle circolari ministeriali in materia”.

“A seguito di una recente pronuncia in materia della Suprema Corte, precisamente dell’agosto scorso, – aggiunge Brunetti – si è ritenuto opportuno sospendere la fase sperimentale, al fine di produrre ultronei atti autorizzativi della giunta comunale e al fine di uniformarsi completamente al recente orientamento giurisprudenziale. Le attività di accertamento d’ufficio sono state sospese a far data dall’8 settembre”. Al di là della presa d’atto, delle due l’una: o il Comune di Reggio Calabria annulla le sanzioni in autotutela o si costituisce in giudizio, resistendo alla pioggia di ricorsi che ci saranno nelle prossime settimane e con il rischio non solo di non incassare i soldi dei verbali, che potrebbero essere annullati dal giudice di pace, ma anche di farsi carico delle spese legali. Ci sarebbe, infine, il pregresso, cioè gli automobilisti che hanno già pagato la multa per un’infrazione accertata da un’apparecchiatura elettronica che oggi si scopre installata senza la necessaria delibera di autorizzazione della giunta comunale. Ma questa è un’altra storia.

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Il Fatto Quotidiano

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