Malattia misteriosa in Congo: che cosa sappiamo
- Postato il 9 dicembre 2024
- Di Focus.it
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Le autorità sanitarie della Repubblica Democratica del Congo, nell'Africa centrale, sono "in allerta" e stanno attentamente monitorando l'evoluzione di una misteriosa malattia con sintomi simil-influenzali, che ha contagiato e ucciso decine di persone nelle ultime settimane. Le informazioni si rincorrono sulle agenzie e sono in continuo aggiornamento: facciamo il punto su quanto è emerso finora.. L'entità dell'emergenza in Congo: casi e decessi. Finora le autorità hanno confermato almeno 79 morti, con almeno 27 decessi avvenuti in ospedale e i restanti in una comunità nella provincia meridionale di Kwango, nella parte sudoccidentale della Repubblica Democratica del Congo, a quasi 650 km dalla capitale Kinshasa. Roger Kamba, Ministro della Sanità della Repubblica Democratica del Congo, ha specificato che «rispetto alle vittime negli ospedali, 10 sono decedute per mancanza di trasfusioni di sangue e 17 per problemi respiratori».. I contagi totali contati sarebbero circa 380 e riguardano nel 40% dei casi bambini al di sotto dei 5 anni di età. Ma la fascia di età con la mortalità più elevata sembra essere quella tra i 15 e i 18 anni, una circostanza che i medici fanno fatica a spiegare perché - spiegano - a quell'età il corpo dovrebbe essere più forte.
Il bilancio dell'epidemia è in continuo aggiornamento, per problemi di sorveglianza epidemiologica e di definizione della malattia: il numero delle vittime potrebbe essere superiore alle stime ufficiali, e i decessi contati finora potrebbero non essere dovuti alla malattia. L'agenzia Reuters ha dato notizia di 143 decessi, l'Associated Press di un numero di morti compreso tra le 67 e le 143.. Secondo quanto dichiarato da Gianni Rezza, professore di Igiene e sanità pubblica presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, all'agenzia ANSA, la letalità «appare molto alta: circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite e ricorda quanto si osserva per la febbre emorragica, ma i sintomi sono molto diversi». Le febbri emorragiche sono infezioni virali gravi che includono febbre e sanguinamento da bocca, naso e organi interni. Un esempio è Ebola.. Malattia misteriosa in Congo: i sintomi. I sintomi sono febbre, mal di testa, naso che cola, difficoltà respiratorie, tosse e anemia (cioè un numero insufficiente di globuli rossi nel sangue, per il trasporto di ossigeno), vomito. Al momento in cui scriviamo non è chiaro se si tratti di una malattia del tutto nuova. La stessa area, considerata fragile e con il 40% della popolazione malnutrita, era stata colpita da una febbre tifoide due anni fa, ed è anche interessata da una riacutizzazione dell'influenza stagionale.
Alcuni operatori di Ong che operano nell'area hanno riferito che già un anno fa si erano verificati casi di una febbre misteriosa, ma che poi l'emergenza vaiolo delle scimmie aveva prevalso, attirando su di sé tutta l'attenzione.. «I primi dati diagnostici ci portano a pensare che sia una malattia respiratoria» ha spiegato Jean Kaseya, a capo dell' Africa Centers for Disease Control and Prevention, ma maggiori dettagli si avranno nelle prossime ore, con l'arrivo dei risultati dei primi campioni del patogeno prelevato da pazienti infetti. Kaseya ha aggiunto che ci sono molte cose che ancora non si conoscono, sulla malattia, per esempio se sia infettiva e come si trasmetta.. Nel corso del weekend sembra aver preso un certo peso l'idea che la malattia somigli a una polmonite atipica da Mycoplasma, un batterio che interessa soprattutto l'apparato respiratorio e che si diffonde rapidamente in ambienti affollati. Questa condizione interessa soprattutto i bambini e i giovani adulti e ha come complicanza principale una forma autoimmune di anemia. Ma con i risultati delle analisi ancora in sospeso, non è possibile confermare questa ipotesi. Altri si sono spinti a ipotizzare che si tratti di una zoonosi, visto che i casi e le vittime son concentrati in una zona rurale, ma anche in questo caso non ci sono dati a conferma.. Epidemia in Congo: quando è iniziata e che area interessa. L'epidemia sarebbe iniziata il 24 ottobre nella zona sanitaria di Panzi, nella provincia di Kwango, ma le autorità sanitarie ne avrebbero avuto notizia solo ai primi di dicembre. I decessi sono stati registrati prevalentemente tra il 10 e il 25 novembre.. L'area di Panzi è una zona rurale di difficile accesso: per raggiungerla gli epidemiologi dell'Institut National de Santé Publique (INSP) locale hanno impiegato due giorni. Nell'area non è possibile analizzare i campioni, che sono quindi stati spediti in un laboratorio a 480 km di distanza a Kikwit, la più grande città della vicina provincia di Kwilu. Per queste ragioni i tempi tra la diffusione della malattia e la sua comprensione scientifica risultano dilatati.. Una difficile gestione dell'emergenza. Nella zona ci sono problemi anche con il rifornimento di medicinali: l'Organizzazione mondiale della Sanità ha inviato un team di esperti sul posto per le prime indagini e la raccolta dei campioni, mentre le autorità sanitarie hanno raccomandato alla popolazione di lavare bene le mani, evitare assembramenti e non toccare il corpo dei deceduti senza l'aiuto di personale sanitario qualificato. Non è stato comunicato se ci siano altri focolai nel Paese. Proprio per la difficile accessibilità dell'area è comunque, dopo l'allarme iniziale, trapelato un cauto ottimismo sulla possibilità di contenere l'epidemia a livello locale. . La Repubblica Democratica del Congo è anche alle prese con un'epidemia di vaiolo delle scimmie che tra gennaio e luglio 2024 ha fatto registrare circa 14.500 infezioni, ed è stata interessata da focolai di Ebola a più riprese.. Il caso del paziente di Lucca. Alla misteriosa malattia che circola nella Repubblica Democratica del Congo è stato anche ricollegato il caso di un paziente, rientrato in Italia dal Paese e ricoverato a Lucca nei giorni scorsi con una sintomatologia influenzale potenzialmente riconducibile alla stessa infezione. L'uomo, che presentava una febbre persistente e anemia, è guarito dopo una terapia antibiotica ed è stato dimesso. L'Istituto Superiore di Sanità ha assicurato che non c'è rischio di contagio e che sta compiendo accertamenti sui campioni di siero prelevati dal paziente, anche se occorrerà un mese per avere risultati. .