Maduro sfida gli Usa e punta su Putin: l’alleanza militare tra Venezuela e Russia preoccupa Washington
- Postato il 4 novembre 2025
- Di Panorama
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Con le tensioni crescenti tra gli Stati Uniti e il Venezuela, il presidente venezuelano Nicolás Maduro si gioca la carta della Russia. Se per il presidente americano, Donald Trump, il leader del Venezuela ha «i giorni contati», quest’ultimo ha voluto sottolineare che la cooperazione militare tra Caracas e Mosca «procede» e «continuerà in modo sereno e molto proficuo».
I rapporti tra la Russia e il Venezuela
Maduro, nel ribadire la collaborazione sul fronte militare con Mosca, ha dichiarato che il governo venezuelano intrattiene «una comunicazione quotidiana e permanente» con il Cremlino riguardo a «molti temi in corso». Elogiando la Russia, ha spiegato che si tratta di «una potenza mondiale» che è però «in grado di stabilire relazioni di uguaglianza, rispetto e cooperazione con Paesi come il Venezuela». Sebbene in questo caso non abbia nominato gli Stati Uniti, tra le righe sembra voler evidenziare le differenze nette tra Mosca e Washington: se, nella sua visione, la Casa Bianca mira a un regime change, i russi invece «non hanno ambizioni imperialistiche». Ha messo anche in luce che tra la Russia e il Venezuela intercorre «un rapporto davvero esemplare», visto che «i russi, con il presidente Putin in testa, hanno costruito un modello di rispetto del diritto internazionale e di cooperazione per lo sviluppo reciproco».
Stando poi a quanto riportato dal Washington Post, il presidente venezuelano si sarebbe già rivolto alla Russia, alla Cina e all’Iran per potenziare la difesa del Paese nel tentativo di contrastare le crescenti pressioni statunitensi. Già lo scorso fine settimana, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva affermato «il fermo sostegno» da parte della Russia «alla leadership venezuelana nella difesa della sua sovranità nazionale». Va peraltro ricordato che tra Mosca e Caracas, come sostenuto di recente dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, esisterebbero degli «obblighi contrattuali» frutto di un accordo di associazione strategica firmato a maggio e ratificato dalla Duma il 21 ottobre. L’intesa verte sulla collaborazione in ambito politico ed economico: oltre al tema di energia e trasporti, sono incluse le questioni di sicurezza e di contrasto all’estremismo e al terrorismo. Sul sito della Duma si legge che il suo presidente, Vjačeslav Volodin, ha dichiarato: «Chi usa minacce per mettere in ginocchio l’intera nazione fallirà, perché un mondo multipolare è una realtà. Pertanto, la ratifica è un passo concreto verso la pace, lo sviluppo e la stabilità non solo in Venezuela, ma in tutta l’America Latina».
La risposta venezuelana alla «guerra psicologica» americana
Maduro, nel programma “Con Maduro+”, ha annunciato che per sconfiggere «la guerra psicologica» portata avanti dagli Stati Uniti, si devono mettere in moto «lavoro, fatti, risultati» anziché «voci e bugie». Il presidente del Venezuela ha poi reso noto che «due velivoli del narcotraffico» che «hanno cercato di entrare nello spazio aereo venezuelano» sono stati intercettati e abbattuti.
La critica all’Ue
Caracas ha anche addossato la colpa a Bruxelles di non destinare «nemmeno un euro di aiuti» alla popolazione locale. A dirlo è stato il ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil: a suo dire Bruxelles finanzia «intermediari e false ong», «mascherando operazioni di corruzione con la solidarietà». Nel mirino di Gil i recenti 14,5 milioni di euro annunciati dalla Commissione europea e destinati all’assistenza del Venezuela: «Non serviranno ai cittadini, ma a un sistema di corruzione internazionale».
Il Congresso americano riceverà più informazioni sul Venezuela
Nonostante Trump abbia dichiarato che non intende iniziare una guerra contro il Venezuela, Axios ha rivelato che il tycoon ha dato disposizioni per informare un numero maggiore dei membri del Congresso sulle questioni inerenti al Paese latinoamericano. La decisione arriverebbe dopo le lamentele sorte nel Congresso a seguito dei raid americani nel mar dei Caraibi contro presunti narcotrafficanti. Inizialmente il segretario di Stato americano, Marco Rubio, aveva affrontato la questione venezuelana con la cosiddetta Gang of eight: vale a dire «i leader di maggioranza e minoranza di entrambe le Camere del Congresso, nonché i presidenti e i vicepresidenti delle commissioni di intelligence» ha comunicato Axios. Dunque, la cerchia degli informati si dovrebbe allargare.