Madame de Staël
- Postato il 6 novembre 2024
- Di Il Foglio
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Madame de Staël
Figlia del ginevrino Jacques Necker, ministro delle Finanze di Francia, Anne-Louise Germaine acquisì il cognome del marito Erik Magnus Staël von Holstein e con esso è passata alla storia. Madame de Staël è stata, infatti, una delle intellettuali più famose dell’epoca moderna, e il suo nome viene sempre citato quando si vuol fare l’esempio di un personaggio femminile che ha raggiunto la celebrità soprattutto nel campo dell’elaborazione politica, dominio pressoché esclusivo degli uomini. E proprio sulla dimensione politica dell’attività di questa donna si è concentrata l’attenzione dell’autore del volumetto, agile e ben costruito, di cui mi sto occupando. Nata nel 1766 e morta nel 1817, la Staël dovette abbandonare la Francia nel 1803 per ordine di Napoleone. Negli anni seguenti viaggiò per l’Europa e tenne vivo il famoso Circolo di Coppet, sul lago Lemano, esercitando uno straordinario influsso sulla cultura e la società dell’epoca. Tuttavia, il notevole spessore delle sue teorie si manifestò in particolare nel quindicennio compreso tra il 1788 e il 1803, durante il quale ella compose quasi tutti i suoi scritti politici che, a giudizio di Sciara, sono frutto delle riflessioni di una studiosa la quale “per le sue intuizioni merita di essere collocata accanto ai grandi classici del pensiero politico”. Inizialmente la Staël guardò con favore ai princìpi ispiratori della Rivoluzione del 1789, ritenendo che l’assolutismo fosse una forma di governo inaccettabile, e considerò positivamente il sistema politico inglese, maturando ben presto posizioni moderate e la convinzione dell’importanza del consenso popolare. Il suo moderatismo la spinse ad avversare con forza la radicalizzazione della Rivoluzione ormai nelle mani dell’estremismo dei giacobini, che instaurano il Terrore. Non per caso, la sua ultima opera, pubblicata postuma, si intitola Considerazioni sui principali avvenimenti della Rivoluzione francese: in essa l’autrice conferma le sue idee moderate e liberali, e aggiunge un’acuta analisi del dispotismo napoleonico e una lucida interpretazione della Rivoluzione. Per lei, assolutismo, giacobinismo e bonapartismo sono accomunati da una caratteristica negativa, consistente nella cancellazione della libertà individuale.
A questo proposito, sintetizzando il pensiero e l’azione della Staël, scrive Giuseppe Sciara: “La sua intera vita, sotto tutti i regimi che la Francia sperimenta è continuamente ispirata e guidata dalla fede nella ‘religione della libertà’”.
Giuseppe Sciara
Madame de Staël
Carocci, 114 pp., 13 euro