M5s, sabato e domenica Costituente alle battute finali: in corso il voto online per il futuro del movimento
- Postato il 20 novembre 2024
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- Di Genova24
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Genova. Il 23 e 24 novembre si terrà al palazzo dei Congressi a Roma l’assemblea costituente del M5s, appuntamento finale di un percorso voluto dal presidente Giuseppe Conte per rilanciare il movimento con un esperimento di democrazia partecipativa mai tentato, in queste forme, in Europa.
Dalla Liguria in partenza una delegazione di portavoce e attivisti: ci saranno, tra gli altri, il senatore Luca Pirondini, il coordinatore regionale e deputato Roberto Traversi, il coordinatore metropolitano e neo consigliere regionale Stefano Giordano. Che, nonostante la tensione della vigilia, è ottimista: “Mi aspetto dalla Costituente un grande risultato dal punto di vista del confronto, sarà un momento storico per il Movimento e questa formula potrà diventare un esempio anche per le altre forze politiche”, dice Giordano.
Nell’attesa delle battute finali, sabato e domenica, dell’evento denominato “Nova” è iniziata la votazione online da parte degli iscritti su alcuni quesiti relativi ad altrettanti temi attraverso i quali ridisegnare le regole del Movimento: si va dal vincolo dei due mandati, al tema delle alleanze con il Pd e le altre forze del centrosinistra, alla messa in discussione del ruolo del Garante, in questo momento affidato al fondatore Beppe Grillo, ma anche all’espressione su temi come la guerra e il fine vita.
Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che ha visto personalizzate alcune frizioni interne al Movimento non è l’unico elemento critico di quella che si avvia a essere un’assemblea decisiva per il futuro del M5s. E peraltro è ancora da capire se al palazzo dei Congressi, dalla Liguria, arriverà anche lo stesso Grillo.
Tra gli argomenti più spinosi, il no alle alleanze e l’abolizione del vincolo del doppio mandato, quest’ultimo elemento caratterizzante del Movimento fino a oggi ma che ha finito per rappresentare un boomerang in molti casi. Sulla questione Stefano Giordano, contiano “ortodosso”, dice che “il problema è il divieto a priori, io penso che alcune delle risorse che nel tempo hanno accumulato esperienza amministrativa non dovrebbero essere sprecate o disperse, e quindi il terzo mandato dovrebbe essere possibile ma comunque sottoposto a un parere da parte della base”.
Sulla questione del rapporto con il Pd, tema ancora caldissimo dopo la batosta alle regionali liguri, la visione del coordinatore metropolitano è al momento più sfumata: “Credo che le alleanze non possano essere definite in maniera strutturale se non sulla base di programmi e penso che quello che sta accadendo con le comunali genovesi alle porte è un esempio in negativo, la politica che propone i nomi prima dei contenuti non è quello che serve per riportare i cittadini a votare”.
Sull’abolizione della figura del garante, infine, Giordano dice: “Una cosa è certa, il Movimento è del Movimento, nessuno ne ha le chiavi ma detto ciò le risorse interne non vanno mai escluse, certo io spero che al termine di questa fase costituente ci sia una chiarezza se non un chiarimento tra e figure apicali del M5s”.
Alcuni bookmaker ipotizzano che se Giuseppe Conte non guadagnasse dall’esito delle votazioni la fiducia auspicata potrebbe lasciare, dall’altra parte si parla di una possibile rottura da parte di Beppe Grillo con figure come Virginia Raggi, Danilo Toninelli e una decina di parlamentari tra Camera e Senato. Altri nomi che potrebbero farsi largo sono quelli dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, tra le figure più contrarie al campo largo o il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, di visione opposta. Possibile anche che l’esito dell’assemblea non sia così netto da provocare una scissione.
C’è un’altra grande incognita, però, quella del numero degli iscritti al Movimento e quindi dei votanti. I numeri esatti non vengono resi noti da tempo e si parla della recente cancellazione di decine di migliaia di profili “dormienti”. Ma senza una maggioranza assoluta di iscritti partecipanti al voto non si possono apportare le modifiche proposte: insomma, la Costituente rischia di portare a un nulla di fatto.