L’urugano Melissa tocca terra a Cuba dopo aver devastato la Giamaica: 4 ospedali danneggiati. Finora almeno 7 vittime

  • Postato il 29 ottobre 2025
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L’uragano Melissa, il peggiore del secolo – anche più della feroce Katrina abbattutasi sugli Stati Uniti nel 2005 – ha toccato terra sulla costa meridionale della parte orientale di Cuba, dopo aver devastato la Giamaica. Al momento la tempesta tropicale è stata declassata da categoria 5 a categoria 3: Melissa ha colpito l’isola con venti massimi sostenuti di 195 km/h, ha affermato il Centro Nazionale Uragani degli Stati Uniti con sede a Miami. L’allarme resta elevato: a Cuba sono state evacuate più di 700mila persone e si prevedono danni nelle province di Granma, Santiago de Cuba, Guantanamo, Holguin e Las Tunas. Secondo le previsioni, Melissa dovrebbe attraversare l’isola per poi spostarsi verso le Bahamas. Le intense piogge continue potrebbero causare inondazioni e numerose frane.

Quando l’uragano Melissa, uno dei più potenti mai registrati, martedì ha toccato terra in Giamaica aveva una potenza molto superiore: un rombo spaventoso, venti a 300 chilometri orari, lampi e piogge torrenziali. Finora si contano almeno sette morti nei Caraibi, di cui tre in Giamaica, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana, dove una persona risulta ancora dispersa. L’uragano ha causato ingenti danni in alcune zone di Clarendon e nella parrocchia sud-occidentale di St. Elizabeth, che è stata “sommersa dall’acqua”. Lo ha detto Desmond McKenzie, vice presidente del Consiglio giamaicano per la gestione dei rischi di catastrofi. La tempesta ha anche danneggiato quattro ospedali e ne ha lasciato uno senza elettricità, costringendo le autorità a evacuare 75 pazienti.

Più di mezzo milione di utenti sono rimasti senza elettricità, mentre le autorità hanno riferito che la maggior parte dell’isola ha subito danni causati dalla caduta di alberi, linee elettriche e gravi inondazioni. Il governo ha dichiarato che spera di riaprire tutti gli aeroporti della Giamaica già nelle prossime ore per garantire la rapida distribuzione dei soccorsi di emergenza. Le strade della capitale, Kingston, si sono svuotate ore prima, mentre migliaia di persone si erano già allontanate dalla costa, perché il ciclone di categoria cinque (il massimo), è stato ampiamente preceduto dalla sua fama di “catastrofe e morte” promettendo l’impatto più duro mai registrato in 174 anni di raccolta dati nel Paese, dove vivono poco meno di tre milioni di persone. Le webcam hanno restituito fin dalle prime ore del mattino le immagini di una città spettrale, di alberi caduti, e di famiglie alle prese con sacchi di sabbia e tavole di compensato, indaffarate a costruire barriere per proteggere porte e finestre.

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