L’Università per Stranieri di Siena annulla i tirocini con la Marina: “Cambiato clima politico e civile, troppa retorica nazionalista e militarista”

  • Postato il 7 febbraio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Niente più tirocini sulle navi della Marina Militare. È la decisione dell’Università per Stranieri di Siena che ha scelto di non rinnovare la convenzione con la Marina in merito al tirocinio del progetto Mare Aperto. Una decisione presa all’unanimità dal Senato Accademico, che ha scatenato un intenso dibattito politico e sociale. “La decisione – si legge in una nota dell’Unistrasi – del Senato è motivata dal recente, ed evidente, cambiamento del clima politico e civile. L’insistenza di una retorica nazionalista e militarista inedita nella storia dell’Italia costituzionale; la militarizzazione crescente di scuola e università; la preoccupazione per un orientamento della Nato in direzione diversa da quella costruzione di ‘pace e giustizia tra le nazioni’”.

L’esercitazione Mare Aperto è la principale attività addestrativa della Squadra Navale italiana e nel 2024 ha coinvolto circa 9.500 militari di 22 nazioni, di cui 11 membri della Nato. “Questa collaborazione rientra in un più ampio processo di relazioni tra università e settore militare, un fenomeno sempre più sistematico negli atenei italiani.”, scrivono in un comunicato gli studenti del sindacato Cravos. Rinnovata nel 2022, la convenzione sarebbe scaduta a maggio 2025 ed è stato deciso di non rinnovarla nuovamente. “Il Senato accademico è stato unanime, questo è importante, cioè tutte le componenti dell’Ateneo hanno votato, non sono stato io a proporlo, io peraltro ho votato per ultimo perché volevo che il Senato fosse totalmente libero”., ha dichiarato il rettore dell’ateneo toscano Tomaso Montanari al fattoquotidiano.it. Secondo Montanari, la scelta di interrompere la convenzione è legata anche all’attuale contesto storico: “In un momento in cui la guerra è rientrata all’ordine del giorno del discorso pubblico, c’è un’enorme invadenza del mondo militare e dell’università. La più grande università italiana non è più la Sapienza, ma è Multiversity, che è un consorzio di università telematiche, il cui presidente è Luciano Violante, che presiede anche la fondazione di Leonardo, la fabbrica di armi”.

La decisione di UniStrasi ha scatenato polemiche, soprattutto da parte della Lega. La senatrice Stefania Pucciarelli e il deputato Eugenio Zoffili hanno duramente attaccato la scelta: “Inaccettabile che il Senato accademico dell’Università Stranieri di Siena, su indicazione del rettore Tomaso Montanari, abbia deciso di non rinnovare la convenzione di tirocinio con la Marina Militare ma con le Ong”. Dall’altro lato, la comunità studentesca e varie organizzazioni della società civile hanno difeso la scelta del Senato Accademico. Gli studenti di UniStrasi hanno spiegato la loro posizione: “L’immagine che vogliamo anche riportare noi, è quella di un mondo in cui vengano meno le frontiere, in cui vengano meno le armi, ma ci siano appunto più mani che soccorrono – racconta al fattoquotidiano.it Giorgia Miolano, senatrice accademica – è stato tagliato più di mezzo miliardo ai fondi per l’istruzione in Italia e nella nuova legge di bilancio, si legge che i finanziamenti del settore bellico sono aumentati di 3 miliardi, raggiungendo i 35 miliardi. Dieci miliardi di 35 sono investiti in un progetto di formazione sulla guerra”.

Cosa propongono gli studenti? Tirocini in ONG, Emengency, Medici Senza Frontiere, “soluzioni più umane”, spiega Miolano. “Noi abbiamo un accordo con Emergency da tanti anni, ne abbiamo fatto uno su proposta degli studenti, uno su proposta di una nostra docente, la professoressa Di Toro, con Medici Senza Frontiere”, ha spiegato Montanari. A prendere posizione ci sono anche Anpi, Arci e Cgil Siena: “Se la condanna del fascismo fosse una delle preoccupazioni della stampa democratica, non dovremmo occuparci di rispondere ai periodici attacchi al professor Tomaso Montanari, reo di esercitare la sua funzione di intellettuale e rettore di un’Università, luogo per eccellenza in cui si coltivano la conoscenza e l’elaborazione del pensiero critico, quindi della politica nella sua accezione più alta. Tacciare l’antifascismo come espressione di radicalismo di sinistra ‘che ricorre come un mantra o come un’ossessione’ dimostra quanto in pericolo sia la nostra casa democratica”.

La polemica si inserisce in un contesto più ampio, in cui il rapporto tra università e istituzioni militari è sempre più discusso e sta cambiando. L’Università di Pisa ha recentemente scelto di eliminare qualsiasi collaborazione con l’industria degli armamenti. UniStrasi, già dal 2024 ha introdotto nel proprio codice etico l’esclusione di ogni finanziamento militare all’interno dell’ateneo in modo che “nessuna ricerca di chi lavora e studia all’Università e nessun posto di insegnamento possono essere finanziati da imprese o fondazioni legate alla produzione e vendita di armi”.

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Il Fatto Quotidiano

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