L'Unicredit ricorre al Tar contro il golden power per l'acquisizione del Banco Bpm

  • Postato il 23 maggio 2025
  • Di Agi.it
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L'Unicredit ricorre al Tar contro il golden power per l'acquisizione del Banco Bpm

AGI - UniCredit presenterà a breve un ricorso al Tar del Lazio e supporterà l'Ue nel suo esame per fare chiarezza sulla legittimità dell'applicazione del golden power per l'acquisizione di Banco Bpm, ma manterrà aperto il dialogo con il governo.

 

L'istituto ritiene infatti che non ci siano i presupposti per l'esercizio del golden power poiché si tratta di un'operazione che non pregiudica la sicurezza nazionale. Inoltre qualora il Tar ritenesse che si possa applicare, Unicredit chiede di rivedere le prescrizioni del governo perché le considera sproporzionate e in contrasto con altre regole europee. Su richiesta della banca, il tribunale amministrativo potrebbe scegliere una procedura accelerata che, dimezzando i tempi, arriverebbe al verdetto in circa un mese di tempo.

 

In una nota il gruppo guidato da Andrea Orcel sottolinea che "indipendentemente dal suo esito tale ricorso è una linea d'azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico". Rispetto alla decisione della Consob di sospendere per 30 giorni l'ops Unicredit evidenzia che "va a vantaggio del mercato e degli azionisti, fornendo il tempo necessario per ottenere informazioni chiare e adeguate".

 

Il presidente della Consob, Paolo Savona, interpellato al Festival dell'Economia di Trento sulla decisione della commissione ha spiegato che "è un organo collegiale che lavora con gli uffici, da quello legale a quello degli emittenti e della trasparenza del mercato, il risultato è stato, quindi, la somma di tutte queste riflessioni". E rispetto a una presunta irritazione del governo dopo la delibera, Savona ha precisato: "Io sono sempre pronto ad andarmene, io vado via quando a un certo punto non sono più gradito, questo in tutte le istituzioni".

 

Il cda di Unicredit ha inoltre approvato la rinuncia alla condizione relativa all'acquisizione di Anima da parte di Banco Bpm, realizzata a condizioni meno favorevoli di quanto precedentemente previsto con il lancio dell'Ops. L'istituto denuncia "la mancanza di una tempestiva e adeguata informativa trasparente da parte di Bpm" e che "l'operazione Anima è stata realizzata a condizioni considerevolmente meno favorevoli di quanto precedentemente ipotizzato, in particolare: a un prezzo di acquisizione più elevato".

 

Il titolo ha chiuso a -2,97% dopo aver risentito sensibilmente dell'ondata di vendite che ha travolto Piazza Affari da metà seduta dopo la minaccia del presidente Usa Donald Trump di imporre dazi del 50% all'Unione europea a partire da giugno.

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Agi.it

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