“L’Ungheria mette al bando il Gay Pride? A me non riguarda”. E se domani togliessero una libertà civile che ti riguarda?
- Postato il 18 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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L’Ungheria ha approvato una nuova stretta su libertà civili e diritti umani attraverso l’emendamento numero 15 adottato dal Parlamento tra le proteste. La mossa era stata annunciata da Viktor Orban con un discorso pronunciato in occasione della festa nazionale ungherese. Il leader sovranista aveva promesso di “eliminare le cimici sopravvissute all’inverno con le pulizie di Pasqua”. Le cimici, per il leader magiaro sono la comunità arcobaleno, i media indipendenti, i giudici e i dissidenti.
Al cuore della modifica costituzionale c’è l’introduzione del primato del diritto dei bambini a un “corretto sviluppo fisico, intellettuale e morale” sugli altri diritti fondamentali, eccetto il diritto alla vita. Il Parlamento ungherese ha approvato questo escamotage utile a giustificare la restrizione della libertà di riunione pacifica mettendo al bando di fatto le marce del Pride che l’Ungheria considera lesive dello sviluppo dei minori. E per tracciare e multare i partecipanti, Budapest acconsente da ora in poi all’uso del riconoscimento facciale, pratica vietata dal diritto europeo. E ancora: restando sul tema, sulla falsariga della crociata di Donald Trump contro i transgender, l’Ungheria ha stabilito sempre a livello costituzionale che “il sesso di una persona alla nascita è una caratteristica biologica e può essere maschile o femminile”, eliminando così il riconoscimento legale per le persone trans e intersessuali.
Tra le tante norme approvate c’è anche la sospensione della cittadinanza per gli ungheresi con doppia cittadinanza considerati una minaccia alla sicurezza nazionale, una norma ritagliata su misura su Soros.
“Tolgono i diritti ai gay? Non mi riguarda”
Le norme approvate in Ungheria sono pericolosissime e riguardano tutti noi. Qualcuno pensa, lo si legge nei commenti a questa notizia apparsi sui social e scritti perlopiù da sostenitori del sovranismo, “non sono gay, non vado ai gay pride, non mi riguarda” ma non è così. Senza scomodare citazioni letterarie come il bellissimo sermone “Prima vennero…” che venne pronunciato dal pastore Martin Niemöller sull’inattività degli intellettuali tedeschi in seguito all’ascesa al potere dei nazisti (la cosiddetta apatia politica che riguarda tutti noi), togliere i diritti alle minoranze, simpatiche o antipatiche che siano, è una sconfitta per tutti noi.
Dobbiamo difendere sempre le libertà conquistate anche se appartengono a gruppo che non ci piacciono. Perché se facciamo crollare questa diga davvero oggi tocca a loro e domani, chi lo sa, magari toccherà a noi, a qualche altra “libertà” che ci riguarda. La storia ce lo ha insegnato e non è questione di destra o sinistra: la democrazia liberale e i diritti civili sono valori universali. E se domani riguardasse te?
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