L’ultima follia di Infantino: mondiali 2030 a 64 squadre! Così il torneo più importante diventerà un suk, in nome del profitto
- Postato il 25 settembre 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sempre più squadre, ancora più partite: la nuova formula a 48 ancora non ha debuttato (lo farà la prossima estate, con USA 2026) e la Fifa già pensa ad allargarsi ulteriormente. L’ultima follia di Gianni Infantino e della massima organizzazione calcistica mondiale è il Mondiale davvero extra-large, addirittura con 64 nazionali. L’idea, lanciata negli scorsi mesi, è stata discussa ufficialmente per la prima volta: come riportato dal portale The Athletic, se n’è parlato negli ultimi giorni negli uffici della Trump Tower, a New York, nuovo quartiere generale della Fifa (che da qualche tempo, proprio su volere di Infantino, ha spostato la sua sede dalla Svizzera in America). Qui è stata ricevuta una delegazione di politici e dirigenti provenienti da Paraguay, Argentina e Uruguay, guidata da Alejandro Dominguez, presidente della Conmebol (la confederazione sudamericana) e vicepresidente Fifa, che ha lanciato e sta spingendo la proposta, già per il 2030, con la scusa del centenario della manifestazione.
Come è noto, lo scorso dicembre la Fifa ha assegnato le prossime due edizioni, rispettivamente a Spagna, Portogallo e Marocco (ma con la cerimonia inaugurale a Montevideo, per ricordare la prima volta in Uruguay nel ’30), e poi all’Arabia Saudita. La candidatura congiunta del 2030, con partite spalmate addirittura fra tre continenti e sei Paesi, è stata propedeutica a favorire l’assegnazione di quella successiva ai sauditi, a cui Infantino si è legato in maniera sempre più stretta (come dimostrano gli investimenti di quest’ultimi sul Mondiale per Club a lui tanto caro); in virtù del principio di rotazione geografica, sistemando in un solo colpo Europa, Nordafrica e Sudamerica, si spianava la strada all’Arabia. Al contempo, quella formula bislacca ha fatto felici tutti i potenziali candidati ma fino a un certo punto: la Spagna avrà la finale, il Portogallo partecipa comunque con le sue due città principali (Lisbona, Porto), per il Marocco sarà una storica prima volta. Al Sudamerica, invece, che sognava l’edizione del centenario, è stato dato solo un contentino, tre partite (una ciascuna per Uruguay, Argentina e Paraguay) per commemorare la ricorrenza.
Di qui la proposta avanzata dai dirigenti sudamericani, che ha ragioni prettamente organizzative: cambiare la formula, portare il numero di partecipanti da 48 a 64, per un torneo senza precedenti in occasione dei suoi 100 anni. Aumenterebbero le partite e di conseguenza ci sarebbe bisogno anche di più stadi: i tre Stati sudamericani punterebbero ad ospitare un girone intero a testa, invece che un solo match. Inutile dire che sarebbe semplicemente una follia. In un calendario intasato, si andrebbe ad allungare ulteriormente l’evento (che già nel 2026 durerà una settimana in più, 5 in totale, invece che un mese). Le qualificazioni diventerebbero ridicole: 64 partecipanti sono quasi un terzo del totale delle federazioni affiliate (211); il Sudamerica che ne ha solo 10 e già adesso ne porta 6 (più una agli spareggi) praticamente sarebbe qualificato per intero di diritto. Per non parlare del livello di gioco: il debutto del format a 48 è una grossa incognita, a Usa 2026 arriveranno tante debuttanti la cui competitività a livello internazionale è tutta da testare; il rischio di goleade e di una prima fase stucchevole è concreto. Figuriamoci aggiungendo altre 16 nazionali.
Eppure il piano, ancora in fase embrionale, non è così peregrino. Lo vuole il Sudamerica, come detto. Potrebbe star bene alle altre confederazioni minori, che così vedono crescere le loro chance di partecipazione (mentre è fermamente contraria la Uefa di Ceferin). Piace soprattutto al grande capo del calcio mondiale, Gianni Infantino, che infatti fin qui ha incoraggiato la discussione. Il format a 48, da lui voluto, ha il grande limite di una fase iniziale molto poco selettiva (dei 12 gruppi da 4 squadre, passeranno tutte le prime, le seconde e anche le otto migliori terze; praticamente oltre 70 partite per eliminare solo 16 squadre). Passare a 64 permetterebbe di studiare formule più interessanti (a che prezzo però sul livello medio). Ma non è questa la vera questione. Il gigantismo della Fifa mira, da sempre, a incrementare il consenso nelle periferie del mondo e ingrossare il bilancio dell’organizzazione. Più nazionali ai Mondiali, più potere per il presidente. Più partite giocate, più soldi in cassa. Alla fine è questo quello che conta.
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