"L'ultima falsità" di Marani: "salvarsi" con la scrittura

  • Postato il 29 aprile 2025
  • Di Agi.it
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"L'ultima falsità" di Marani: "salvarsi" con la scrittura

AGI - "L'ultima falsità" è il titolo del romanzo di Diego Marani pubblicato per La Nave di Teseo. Un libro nato "frequentando i tanti italiani che vivono all'estero, di ogni provenienza, di ogni estrazione sociale", racconta l'autore all'AGI, "E dall'osservazione dei loro comportamenti identitari, di integrazione nel paese in cui si trovano, di adattamento o anche di rigetto. E' nato anche da un'idea che avevo in testa da tempo: il racconto di come un uomo dotato di talento e di ambizione possa venire annientato da una burocrazia cieca che sta in piedi solo per mantenere i propri privilegi".

Andiamo con ordine.

"L'ultima falsità" è la storia di uno psicoanalista italiano che lavora a Parigi, racconta la terapia di un suo paziente, Danilo Zanca, diplomatico presso l'ambasciata italiana. Zanca, che vive all'ombra della moglie e del suocero - inetta e arrivista lei, generale della marina pronto a tutto per sua figlia lui - ha poco interesse per i suoi incarichi diplomatici. Spera, infatti, solo di scalare le gerarchie il più in fretta possibile.

Nelle varie sedute Danilo racconta la sua passione per la scrittura, unico grande amore tenuto pero' sempre nascosto poichè non conciliabile con le mire di denaro e di potere imposte dalla moglie e dal suocero. Incoraggiato dallo psicoanalista, si concentra maggiormente sulla scrittura e porta alle sedute le trame dei suoi romanzi, che affascinano l'uomo e che finiranno per diventare l'unico argomento delle loro discussioni. Danilo tuttavia, sempre più assorbito dalla scrittura, attraverso cui si rifà delle umiliazioni subite ogni giorno a lavoro, non si accorge che la finzione delle sue storie finisce per intrecciarsi con la realtà... Danilo Zanca dunque ricorre allo psicoterapeuta italiano, pur avendo un lavoro importante.

Quanto è attuale questa figura al giorno d'oggi?

"è ancora molto attuale. Molti italiani all'estero - racconta Marani - cercano medici e altri professionisti italiani soprattutto per ragioni culturali. La percezione di un problema, di una malattia, di un ostacolo e il modo di affrontarli è diversa da una cultura all'altra. Ci si sente in migliori mani se si puo' identificare il nostro interlocutore in base alla provenienza. La comune origine italiana e la conoscenza dei nostri comportamenti nazionali aiuta l'uno e l'altro a capirsi meglio. O almeno questo credono in tanti. La realtà è diversa, non è mai bianca o nera. C'è sempre una sfumatura. Più intelligente sarebbe cercare di capire la realtà in cui si vive e muoversi di conseguenza. Quel che è vero in un paese non è necessariamente vero in un altro".

Lo psicoterapeuta che racconta la terapia è una figura piuttosto cinica. Anche lui italiano. Perchè raccontare un terapeuta con questo carattere? Una persona cosi' non è superficiale o altrettanto insoddisfatta?

"Certo che è insoddisfatto! E questo - sottolinea l'autore - è proprio un elemento di quanto voglio raccontare nel libro. Lo psicanalista rifugge dall'italianità di quelli che restano attaccati a una patria immaginaria e olografica come bambini immaturi alle gonne della mamma. Detesta la nostalgia dell'Italia di tanti suoi connazionali che vivono all'estero senza mai integrarsi. Lui si vuole cosmopolita,libero da ogni appartenenza. Ma non per questo si salva. è forse libero dalle piccinerie di un certo tipo di italiani all'estero ma cade prigioniero della solitudine, dell'incomunicabilità. Il mondo cosmopolita a cui lui crede di appartenere non esiste, è solo un sogno. E la libertà a cui lui anela è impraticabile. Cosi' diventa un cinico che non crede in nulla".

La figura femminile di questo romanzo principale sembra la più forte, arrivista e riesce a portare avanti la sua carriera di artista, grazie al suo carattere. Un personaggio letterario che definisce un certo tipo di donna preciso. 

"Vedrà il lettore in che modo, poco onorevole, questa donna riesce a portare avanti la sua carriera di artista. Se artista si puo' dire. La principale figura femminile del romanzo è appunto una arrivista che riesce a raggiungere i suoi obiettivi con l'inganno. Ma qui il sesso non c'entra. Più che un tipo di donna preciso, quello che racconto è una tipica figura italiana, uomo o donna che sia. L'intrallazzona che cuce rapporti perchè sa che le torneranno utili, senza alcuna sincerità, e che scala i gradini della società senza alcuna capacità, solo tramite appoggi, conoscenze e denaro".

Quanto è importante la libertà nelle scelte che in questo romanzo fanno i protagonisti? è un tema che coinvolge particolarmente lo psicologo...

"Come ho detto - sottolinea ancora lo scrittore - lo psicanalista insegue la libertà assoluta, quella che libera da ogni lealtà e appartenenza, una libertà astratta e impraticabile che molte persone oggi sognano. La libertà dell'uomo solo che disprezza gli altri, la massa inerte e sciocca. Abbiamo dimenticato quello che cantava Giorgio Gaber: libertà è partecipazione. La vera libertà la si raggiunge insieme agli altri e la si nutre con la solidarietà e la condivisione. L'individualismo cieco e fanatico del mio personaggio lo porta al dolore e alla frustrazione. Si illude di essere libero ma è prigioniero del suo fanatismo"

Veniamo alla scrittura (sua e del suo protagonista). Ha un potere salvifico? E' terapeutica? Nella sua vita quanto è stata importante?

"La scrittura innanzitutto è un potentissimo esercizio spirituale. Quando si scrive si scarna l'idea fino a lasciarne solo l'essenziale - spiega Marani - quello che puo' essere detto con le parole. E per questo ci tengo moltissimo alla precisione e alla pulizia della lingua. Io sono un acrobata delle lingue, ne parlo due o tre e gioco anche a mescolarle con il mio europanto. Ma quando scrivo ne uso una sola, la mia, e la voglio nitida, limpida, corretta. Scrivere è inventare mondi e lo scrittore ci cade inesorabilmente dentro, vive con i suoi personaggi, parla con loro, gli trasmette il proprio dolore e la propria gioia. Scrivere è come suonare uno strumento. Il suono deve venire fuori pulito, della giusta lunghezza, ogni nota precisamente eseguita. La scrittura è certamente terapeutica. Io l'ho usata molto questa terapia scrivendo lettere. E' così che ho imparato a scrivere. Nella mia vita ho scritto ormai venti romanzi, per chissà quante pagine. Ma di lettere ne ho scritte anche di più. Mi piace pensare che da qualche parte siano rimaste. Nella memoria e nel cuore delle persone a cui le ho scritte".

Siamo un popolo di insoddisfatti? Un popolo che finge? Siamo tutti psicoterapeuti l'uno dell'altro?

"Siamo certamente insoddisfatti. E' una nostra caratteristica. Ma perchè non sappiamo apprezzare quello che abbiamo. Un recente sondaggio proclama i finlandesi i più felici d'Europa. E tutti si chiedono perchè. Perchè è nel loro carattere accontentarsi di quel che hanno. Noi invece siamo sempre scontenti, sempre alla caccia di un vantaggio, un privilegio, un favore, un qualcosa in più che ci smarchi dagli altri, che ci faccia sembrare più potenti, più ricchi. Anche qui, la ricetta è una sola: sentirsi gruppo, comunità, società coesa, lavorare insieme per il bene comune sapendo che la nostra felicità dipende da quella di chi ci sta attorno. Questa è la vera idea di patria. Non quella della prepotenza, dell'esclusione, del noi prima degli altri". 

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Autore
Agi.it

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