Luciano Spalletti, pace fatta con Francesco Totti: «È come un figlio, ma Ilary Blasi…»

  • Postato il 6 maggio 2025
  • Di Panorama
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Il calcio è stato ed è la sua vita. Luciano Spalletti ct della Nazionale ha raccontato il suo percorso nel mondo del pallone affidandosi alla penna di Giancarlo Dotto. Nel libro “Il Paradiso esiste…ma quanta fatica” (edito da Rizzoli), Spalletti racconta alcuni retroscena della sua esistenza calcistica. In 264 pagine viene fuori tutto il personaggio Spalletti, un uomo tormentato che è sempre andato a caccia del successo costruendo la sua vita calcistica sulle amicizie e i solidi principi. Quel carattere difficile che lo ha spesso portato a scontrarsi con grandi personaggi del nostro calcio.

Nelle anticipazioni fornite alla stampa esce tutto l’uomo Spalletti.

Su lui e Totti si è detto e scritto di tutto, adesso il c.t. azzurro ha solo parole dolci per l’ex capitano, non risparmia stilettate invece all’ex moglie Ilary Blasi: “Francesco per me sarà sempre come un figlio. La sua ex moglie, però, non sarà mai per me come una nuora. Quando lei mi offese gratuitamente, capii quanto fossi fortunato ad avere accanto una donna intelligente, che non si è mai intromessa con arroganza e maleducazione nel mio lavoro. Può capitare di essere un piccolo uomo o una piccola donna. Certamente lo è stata lei”. E ancora su Francesco: “La verità è che – giusto o sbagliato che fosse – il destino del numero 10 a Trigoria era segnato. Ma la verità, si sa, è solo di chi la vuole vedere. Abbiamo sbagliato tutti in quella situazione. Ha sbagliato la società a non prendersi le proprie responsabilità e a lasciare che l’allenatore affrontasse da solo una vicenda così complicata; ho sbagliato io, come spesso mi succede, a non mettere qualche sfumatura in più in ciò che dicevo; ha sbagliato Francesco e credo – sono convinto che, a distanza di tempo, l’abbia capito. Totti è stato idolatrato a Roma e questo probabilmente lo ha “viziato” un po’, gli ha impedito di percepirsi diversamente. Francesco per me sarà sempre come un figlio, allo stesso tempo la sua ex moglie non sarà mai per me come una nuora”.

Non meno difficile il rapporto con il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: “Ho chiuso con il passato, ma Napoli e i napoletani non saranno mai il mio passato. Sono andato via perché non avevo più la voglia di sostenere questo continuo conflitto caratteriale con un imprenditore capace, a cui la città deve tanto, ma con un ego molto, forse troppo grande. Aurelio De Laurentiis“. Nel corso di quella stagione De Laurentiis si isolò da Spalletti e dalla squadra, persino nel giorno del trionfo: “Forse, devo immaginare, fu quella stessa ritrosia, quella stessa voglia di non figurare da protagonista, che lo spinse a non farsi sentire la sera dello scudetto. L’eccesso di riservatezza lo indusse a non farsi vivo nemmeno con una telefonata per condividere se non altro l’impresa, mentre la città intera impazziva di gioia. Non telefonò a nessuno. Troppo impegnato a giocare la sua partita personale sul prato festante del Maradona. Tutte quelle sterzate nel giro di campo in solitaria lo avevano distrutto. Telefonò il giorno dopo, perché aveva programmato di farci atterrare all’aeroporto militare di Grazzanise anziché a Capodichino. E in questa telefonata ci chiese, da uomo educato qual è, com’era andato il viaggio”.

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Panorama

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