C'è una santa che arriva quando l'inverno è ormai alle porte, le giornate si accorciano e la voglia di accendere qualcosa, una candela, una speranza, una tradizione, quasi quasi viene istintiva. È Lucia di Siracusa, martire cristiana collocata dalle fonti nel tempo delle persecuzioni di Diocleziano, agli inizi del IV secolo (nacque nel 283 d.C. e morì nel 304). Fin qui le poche notizie documentate: tutto il resto, dalle prove miracolose ai dettagli anche un po' macabri, cresce nelle Passiones, i racconti devozionali, scritti nei primi secoli del Cristianesimo, che narrano la vita, il processo e la morte (il martirio) dei santi. . Perché Santa Lucia è collegata alle festività e ai riti d'inverno
La "missione" di Lucia è chiarissima già nel nome, che richiama la lux, la luce, ma soprattutto per il modo in cui la sua memoria si è innestata nel calendario e nelle abitudini collettive. La ricorrenza cade infatti in un momento chiave dell'anno agricolo e solare. "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia" recita un popolare proverbio, seppure l'idea non sia "astronomicamente" corretta: oggi il minimo di luce arriva attorno al solstizio (quest'anno, precisamente, alle 16:03 di domenica 21 dicembre 2025), ma prima della riforma gregoriana, che ha fatto slittare le date del calendario di 10 giorni in avanti, il giorno di santa Lucia coincideva davvero col "giorno più corto". E l'espressione è rimasta nonostante la coincidenza astronomica non esista più: per molti resta comunque una frase che fa da "torcia" per attraversare il buio dell'inverno.
E poi c'è l'Europa del Nord, dove la festa di Lucia è ancora oggi una vera celebrazione della luce: processioni, candele, festival... Qui santa Lucia si trasforma quasi in un rito stagionale: non solo una santa, ma un modo di fare spazio alla luce quando questa sembra diventare sempre più fioca e l'inverno alle porte sempre più buio.. Santa Lucia porta regali? Ecco dove e perché
IIn alcune zone d'Italia, soprattutto nel Nord, santa Lucia è anche una portatrice di doni: una sorta di "Babbo Natale in anticipo" che, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, passa tra letterine e piccoli rituali domestici. Succede a Verona, ma anche in varie aree della Lombardia (per esempio Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova e persino Bormio), e nel Trentino occidentale: i bambini lasciano biscotti e qualcosa per l'asinello, e al mattino trovano dolci, regalini e (per i birichini) classico carbone. Così l'atmosfera natalizia si dilata e comincia prima.
Altrove, invece, la tradizione si fa soprattutto cibo. A Palermo (e più in generale in Sicilia) la cuccìa – grano bollito condito in vari modi, spesso anche "dolce" – è legata al racconto della carestia e dell'arrivo provvidenziale di un carico di grano: una memoria collettiva che si mangia, e che per molti si accompagna anche al voto/abitudine di evitare pane e pasta quel giorno, privilegiando piatti a base di grano.
Un aneddoto curioso, infine, sull'iconografia: spesso nelle immagini di Santa Lucia si dà molto risalto agli occhi, forse per associazione con alcune leggende medievali che raccontano che Lucia se li sarebbe strappati per respingere un pretendente, o che li avrebbe persi durante il martirio. In alcune raffigurazioni, soprattutto su oggetti devozionali come piatti, ex voto o immagini popolari, questi occhi sono mostrati in modo molto evidente, quasi esposto, e possono risultare forti o persino disturbanti. Vale forse la pena ricordare che si tratta di immagini simboliche, che non raccontano nulla di ciò che realmente è accaduto a questa donna, ma che semplicemente rappresentano la luce, e dunque il vedere e il capire..