Luca de Meo lascia Renault e le auto. E potrebbe diventare ceo di Kering
- Postato il 16 giugno 2025
- Leader
- Di Forbes Italia
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Luca de Meo si è dimesso da amministratore delegato di Renault dopo cinque anni. Secondo Le Figaro, dovrebbe assumere la stessa carica in Kering, il gruppo del lusso fondato da François Pinault.
“Nella vita arriva un momento in cui una persona capisce che il lavoro è fatto”, ha detto de Meo. “Nel gruppo Renault, abbiamo affrontato immense sfide in meno di cinque anni! Abbiamo ottenuto ciò che molti ritenevano impossibile”. Il manager ha rivendicato “i migliori” risultati nella storia di Renault e ha sottolineato come il gruppo abbia già “un piano strategico pronto per la prossima generazione di prodotti”. Per questo motivo ho deciso che per me era il momento di passare il testimone. Lascio un’azienda trasformata, orientata al futuro, per applicare la mia esperienza in altri settori e imbarcarmi in nuove avventure”.
Le dimissioni di de Meo saranno effettive dal 15 luglio.
Chi è Luca de Meo
Per de Meo, nato a Milano il 13 giugno 1967 da genitori di origine pugliese, l’incarico in Kering sarà il primo al di fuori del settore auto. Appassionato di macchine sin da bambino, quando salì su una Lancia Fulvia Coupé Hf da rally, de Meo ha cominciato la sua carriera proprio in Renault nel 1992, subito dopo la laurea in economia aziendale alla Bocconi. Lavorò nel gruppo per dieci anni, tra il marchio Renault e Toyota.
Nel 2002 passò al gruppo Fiat come responsabile del marchio Lancia. Ha ricoperto anche le cariche di amministratore delegato di Fiat, Abarth e Alfa Romeo, oltre che responsabile marketing del gruppo. È stato lui a guidare il progetto della 500, lanciata nel 2007.
Nel 2009 è passato a Volkswagen, prima come direttore marketing e poi con vari incarichi per i marchi del gruppo tedesco (Ducati, Lamborghini, Seat).
De Meo è stato anche membro del consiglio di amministrazione di Tim tra il 2021 e il 2022 e presidente dell’Associazione dei costruttori europei di automobili per due anni, fino al 31 dicembre 2024. Tra le sue proposte per il rilancio dell’auto nel continente c’è stato il lancio delle cosiddette kei car, piccole auto da città molto diffuse in Giappone.
Nei mesi scorsi si era parlato di de Meo anche come possibile successore di Carlos Tavares alla guida di Stellantis, ma lui si era subito defilato perché aveva ancora “tanto da fare” in Renault. Poche settimane fa de Meo e il presidente di Stellantis, John Elkann, hanno dichiarato a Le Figaro che “le sorti dell’auto europea si giocano quest’anno”. Anche per questo alcuni osservatori, come Alberto Annichiarico del Sole 24 Ore, hanno visto nelle dimissioni da Renault un cattivo segnale per tutta l’industria.
I cinque anni in Renault
De Meo ha preso la guida del gruppo Renault in un momento di crisi. Non solo a livello di risultati – 8 miliardi di perdite nel 2020 -, ma anche sul piano dell’immagine: il suo predecessore era stato Carlos Ghosn, manager brasiliano che fu arrestato in Giappone per avere sottostimato di proposito i suoi compensi nei documenti finanziari della Nissan e di avere usato risorse aziendali per scopi personali. Messo agli arresti domiciliari, Ghosn riuscì a scappare in Libano, paese di cui ha il passaporto e che non ha un accordo di estradizione con il Giappone.
De Meo ha puntato molto sull’elettrificazione del gruppo e ha lanciato anche un marchio dedicato alle auto elettriche, Ampere. A livello di marketing, tra le decisioni più importanti c’è stata quella di rendere Alpine l’unico brand del gruppo attivo nelle competizioni automobilistiche, a cominciare dalla Formula 1.
Renault ha chiuso il 2024 con un fatturato di 56,2 miliardi di euro, superiore alle attese degli analisti e in crescita del 7,4% rispetto all’anno precedente, e un utile operativo di 4,3 miliardi di euro, in aumento del 3,5% sul 2023.
Il nuovo ruolo
Come ha rilevato Milano Finanza, il passaggio di de Meo a Kering rafforzerebbe una presenza italiana già massiccia. Francesca Bellettini, per esempio, è deputy ceo – ovvero la vice dell’amministratore delegato François-Henri Pinault, figlio del fondatore -, mentre Stefano Cantino è ad di Gucci. Leo Rongone è a capo di Bottega Veneta, Roberto Vedovotto di Kering Eyewear, Raffaella Cornaggia di Kering Beauty.
Qualora passasse a Kering, de Meo troverebbe, come ai tempi del passaggio in Renault, un gruppo da rilanciare. La società ha chiuso il 2024 con ricavi a 17,2 miliardi di euro, in calo del 12% sull’anno precedente, e utile di 1,13 miliardi, in calo del 62%. Ha pesato molto la perdita del 23% dei ricavi di Gucci, il marchio più importante. A fine 2024 Kering aveva debiti per 10,5 miliardi di euro. Secondo due fonti dell’agenzia Reuters, rischia il terzo declassamento del rating nel giro di tre anni. Le azioni, che nel maggio 2021 venivano scambiate a più di 700 euro, venerdì 13 giugno hanno chiuso a 172,58. In seguito alle voci sull’arrivo di de Meo, alle 10.30 di oggi, lunedì 16 giugno, il titolo guadagnava l’11%.
L’articolo Luca de Meo lascia Renault e le auto. E potrebbe diventare ceo di Kering è tratto da Forbes Italia.