Louis Vuitton Cruise 2026: la moda che reinventa il passato con un twist contemporaneo

  • Postato il 25 maggio 2025
  • Di Panorama
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Rielaborare il passato per ridefinire il presente. Ancora una volta il lavoro di Nicolas Ghesquière si esprime attraverso riferimenti storici ricodificati e contaminazioni sinergiche tra epoche di moda simboliche. Questa collezione è un capolavoro caleidoscopico, opulento nelle lavorazioni e nei dettagli che parlano di alta artigianalità, heritage del brand e lusso. Specchi e placche di metallo decorano sontuosi tessuti damascati o jacquard dai riflessi metallici suggerendo l’idea di nuove armature urbane, così come frange e indumenti fatti di fili metallici suggeriscono una rivisitazione delle cotte di maglia. Le suggestioni medievali, tuttavia, si fondono ai dettami stilistici degli anni Sessanta definiti dallo stile bon-ton e dai volumi mini. Anche le calzature assecondano questa commistione di stili passando da stivali stile moschettiere a stivaletti piatti in morbida pelle, chiaro riferimento a quelli iconici pensati da Pierre Cardin, impreziositi da specchi, cristalli e borchie. Non mancano i rimandi storici agli anni Ottanta, segno distintivo del lavoro di Ghesquière, che suggeriscono volumi importanti sulle spalle e maxi T-shirt ricoperte da placche di metallo. Una collezione poliedrica che sottolinea il forte legame tra arte, moda e storia, e che dimostra come la letteratura dell’estetica contemporanea vada oltre i confini epocali per raccontare una narrazione tutta nuova.

Louis Vuitton Cruise 2026: la moda che reinventa il passato con un twist contemporaneo
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Il palazzo dei papi di Avignone

La scelta della location, maestosa e imponente, non è casuale. Tutti gli anni, a luglio, la Cour d’Honneur del Palazzo dei Papi ospita il Festival d’Avignone, il festival teatrale probabilmente più importante al mondo, fondato nel 1947 e organizzato, al tempo, da Jean Vilar. «Amo la visione rivoluzionaria e la determinazione di Jean Vilar, che arrivò con il suo gruppo di amici, attori come Gérard Philipe e Jeanne Moreau, e disse: è impossibile fare teatro qui, allora facciamolo. Questa era pura espressione artistica, l’esaltazione del palcoscenico. Anche la moda, oggi ancora di più, ha la sua teatralità, il suo elemento di spettacolo e di spettacolarità», ha spiegato Ghesquière che con questo Festival ha un grosso legame affettivo. «Nell’estate del 2000, una serie di mostre e performance chiamata “La Beauté in fabula” fu messa in scena in preparazione al Festival. Trascorsi due giorni completamente immerso nelle incredibili sale del Palazzo dei Papi, dove per la prima volta scoprii il lavoro di Bill Viola, che mi colpì profondamente e mi influenzò molto» ricorda lo stilista. La scenografia, curata dall’artista Es Devlin, è, come la collezione, un gioco di contrasti. Gli spazi sono invertiti, la platea a gradinate, riprodotta con sedie imponenti stile Conclave, è vuota, mentre il pubblico è disposto su un palco dal pavimento illuminato che evoca atmosfere da 2001 Odissea nello Spazio. In prima fila Brigitte Macron, Emma Stone, Cate Blanchett, Pharrel Williams, solo per citarne alcuni.

Autore
Panorama

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