“Lottavo per alzarmi dal letto. Mi chiesi se volessi davvero vivere”. La battaglia di Ruusuvuori contro la depressione

  • Postato il 21 maggio 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non provavo più gioia per nessuna cosa facessi. È stato spaventoso“. In un’intervista rilasciata ai canali ufficiali dell’Atp, Emil Ruusuvuori ha parlato a cuore aperto di un tema a lui molto caro: la salute mentale. Il tennista finlandese ex numero 37 del mondo, ora 254esimo del ranking, si è assentato dai campi da gioco per circa 6 mesi a causa di alcune problematiche piscologiche che l’hanno colpito.

“Negli ultimi dieci anni la mia vita è stata molto costante. Pensavo sempre alla prossima partita, al prossimo torneo. Tutto era in movimento, ma all’improvviso non c’era più niente. Non stavo più competendo in campo, anzi stavo lottando per alzarmi dal letto. A essere onesto, mi sono anche chiesto se volessi davvero vivere. E ancora peggio è stato vedere come tutto ciò abbia colpito le persone a me più vicine. – ha dichiarato il finlandese – Sono riuscito a realizzare il mio sogno, quello di diventare un tennista. Proprio perché ce l’ho fatta, pensavo che avrei dovuto fare di tutto per continuare. Non parlavo dei miei problemi mentali perché li vedevo come una debolezza. E forse è proprio questa la parola chiave. Per me, nello sport, non dovevano esistere, e mostrare vulnerabilità significava non essere abbastanza forte”. Solo in un secondo momento Ruusuvuori ha capito l’importanza di affrontare queste tematiche così delicate. Non solo per sé, ma anche per tutti coloro che ne soffrono: “Se la mia storia aiuterà anche solo una persona, allora sarà valsa la pena. La mia speranza è che la gente capisca che bisogna prendersi cura della propria mente e di sé stessi. Questo è fondamentale”.

Il tennista finlandese ha anche ricordato l’Atp di Miami del 2023. Un torneo che gli è rimasto impresso non solo perchè riuscì a dare del filo da torcere a Jannik Sinner, ma anche perchè ebbe a che fare per la prima volta con una crisi: “A Miami ebbi il primo vero attacco di panico. Non riuscivo a respirare, la mia mente era come impazzita. Qualche giorno dopo portai Sinner al terzo set, ma nessuno poteva immaginare ciò che stavo vivendo. A Montreal invece mi ritirai con la scusa di un virus intestinale e da quel giorno non toccai più la racchetta per quattro mesi e mezzo“. Ora quei momenti sono solo un lontano ricordo. Ruusuvuori è tornato in campo, ma avendo appreso una lezione importante: “Se non stai bene, non c’è niente di più importante che aiutare te stesso. Non tenerti tutto dentro”.

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