L’Onu denuncia: 1760 palestinesi uccisi a Gaza mentre cercavano aiuti. Nelle ultime 24 ore 49 morti, tra cui un bambino per fame

  • Postato il 15 agosto 2025
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Tra il 27 maggio e il 13 agosto, sono 1760 i palestinesi uccisi a Gaza mentre erano alla ricerca di aiuti umanitari. A diffondere i dati è l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (secondo il ministero della sanità della Striscia sono 1.898). Di questi 994 sono morti nelle vicinanze dei siti della Gaza Humanitarian Foundation e 766 lungo le rotte dei convogli di rifornimenti. Diciassette solo nelle ultime 24 ore. In tutto, i morti nell’ultima giornata di massacro nella Striscia sono 49. Di cui uno, un bambino, a causa della fame. Il numero totale dei decessi causati dalla malnutrizione sale così a 240, fra cui 107 bimbi. I feriti, sempre nelle ultime 24 ore, sono 369. Queste ultime vittime portano il numero complessivo di palestinesi morti dall’inizio della guerra a Gaza a 61.827, 155.275 feriti.

Sono gli ultimi aggiornamenti del drammatico bollettino quotidiano da Gaza. “Ciascuna di queste uccisioni deve essere indagata tempestivamente e in modo indipendente e i responsabili devono essere chiamati a risponderne“, riferisce una nota resa nota oggi a Ginevra dall’Onu, in aggiunta ai dati diffusi dall’Alto commissariato sui palestinesi uccisi mentre cercavano aiuti. “La maggior parte di queste uccisioni è stata commessa dall’esercito israeliano. Pur essendo a conoscenza della presenza di altri elementi armati nelle stesse aree, non disponiamo di informazioni che indichino il loro coinvolgimento in queste uccisioni”, conclude la nota.

Nel frattempo, l’esercito di Tel Aviv ha comunicato di aver sigillato con il cemento sette chilometri di tunnel di Hamas nella zona settentrionale di Beit Hanoun, a Gaza. Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che i lavori di ingegneria sono stati effettuati nelle ultime quattro settimane, nel corso di un’offensiva contro Hamas nella città. Secondo l’Idf, sono stati versati oltre 20mila metri cubi di cemento nella rete di tunnel. “L’operazione è stata resa possibile grazie a una precisa pianificazione ingegneristica, che ha combinato capacità tecnologiche avanzate e metodi innovativi utilizzati per la prima volta, che hanno portato alla completa sigillatura del tunnel”, afferma l’esercito in una dichiarazione. L’Idf inoltre spiega che altri 2,4 chilometri (1,5 miglia) di tunnel a Beit Hanoun sono stati fatti saltare in aria. “I due sforzi combinati hanno inferto un duro colpo al Battaglione Beit Hanoun e ne hanno determinato la sconfitta operativa”, aggiunge l’esercito secondo quanto riferisce The Times of Israel.

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