L’ombra di Philippe Lazzarini sul declino dell’UNRWA
- Postato il 24 agosto 2025
- Di Panorama
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Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), lascerà il suo incarico il prossimo marzo, al termine del mandato. «Due mandati sono sufficienti», ha dichiarato liquidando così ogni ipotesi di prolungamento della sua leadership. Ma il bilancio dei suoi anni alla guida dell’agenzia è tutt’altro che neutro: sotto la sua direzione l’UNRWA è stata investita da accuse gravi di collusione con Hamas e di perdita progressiva di credibilità internazionale.
Secondo i dossier diffusi dai servizi di sicurezza israeliani, negli anni in cui Lazzarini ha ricoperto la massima carica si è consolidata un’infiltrazione sistematica dell’agenzia da parte di Hamas e di altre organizzazioni radicali. Non si tratterebbe di episodi isolati: insegnanti legati all’UNRWA sono stati fotografati in manifestazioni in cui si incitava alla lotta armata, mentre altri funzionari hanno avuto ruoli operativi diretti nelle brigate di Hamas. Gerusalemme ha diffuso nomi, fotografie e dettagli di dipendenti accusati di aver partecipato ad attentati o di aver fornito supporto logistico ai miliziani. Le accuse non si fermano al personale. Israele denuncia da tempo l’utilizzo delle strutture gestite dall’agenzia come basi operative delle milizie palestinesi. Scuole, ospedali e magazzini sarebbero stati trasformati in centri di comando, depositi di armi o snodi dei tunnel sotterranei. L’esercito israeliano ha documentato casi di razzi lanciati da aree vicine a edifici ONU e persino arsenali scoperti all’interno di istituti scolastici. Nel 2014, durante l’operazione Protective Edge, vennero rinvenuti missili nascosti in una scuola a Gaza City: un episodio che costrinse l’UNRWA ad ammettere la presenza di armi, pur dichiarandosi all’oscuro dei fatti. Uno dei fronti più delicati riguarda l’educazione. I manuali scolastici distribuiti nelle scuole dell’UNRWA sono stati accusati di contenere riferimenti ostili a Israele, di cancellarlo dalle mappe, di glorificare figure considerate terroristiche e di esaltare il martirio. Israele, centri di ricerca internazionali e persino il Dipartimento di Stato americano hanno denunciato più volte la diffusione di contenuti che poco hanno a che fare con un’istruzione neutrale. Lazzarini ha cercato di difendere l’agenzia, ma le riforme sono rimaste parziali e del tutto insufficienti a rassicurare i principali donatori.
Sul piano finanziario, la gestione dell’attuale Commissario generale ha coinciso con un periodo di profonda crisi. A Gaza, Hamas esercita un controllo capillare sulla vita quotidiana, e l’UNRWA non è sfuggita a questa pressione. Secondo Israele, la dipendenza logistica e operativa dell’agenzia dalle autorità locali avrebbe consentito al movimento islamista di condizionare le attività e di intercettare indirettamente parte dei fondi internazionali. Negli ultimi anni Stati Uniti, Germania, Canada e Regno Unito hanno sospeso a più riprese i finanziamenti, chiedendo verifiche indipendenti sulla reale destinazione delle risorse. Il problema, sottolineano diversi osservatori, è che la leadership di Lazzarini non è riuscita a garantire quella neutralità che costituisce la ragion d’essere di un organismo delle Nazioni Unite. Anzi, sotto la sua guida, l’UNRWA ha visto crescere diffidenze e sospetti. Il suo nome è stato spesso associato a un’agenzia incapace di contrastare le infiltrazioni e di preservare la propria indipendenza politica e militare. Le contestazioni si inseriscono in una cornice più ampia di crisi di fiducia. Già nel 2019, un rapporto indipendente aveva denunciato casi di nepotismo e favoritismi ai vertici dell’agenzia, costringendo alle dimissioni il precedente Commissario generale Pierre Krähenbühl. Lazzarini, chiamato a ricostruire credibilità, ha invece finito per trovarsi al centro di accuse persino più pesanti, con l’immagine dell’agenzia ulteriormente compromessa. Eppure, il paradosso resta: nonostante le accuse di collusione con Hamas, l’UNRWA rimane un pilastro imprescindibile per la sopravvivenza di milioni di palestinesi. A Gaza circa l’80% della popolazione dipende dagli aiuti forniti dall’agenzia, che gestisce scuole, cliniche, programmi alimentari e assistenza sociale. Per i palestinesi rappresenta un’ancora di salvezza in un contesto di assedio, per Israele un’istituzione che perpetua lo status di rifugiato e alimenta l’ostilità contro lo Stato ebraico. Le posizioni dei governi occidentali restano divise. Washington e alcuni Paesi europei chiedono riforme radicali, mentre altri temono che un indebolimento dell’agenzia possa precipitare Gaza in un collasso umanitario ancora più grave, spingendo la popolazione nelle braccia di Hamas. Il futuro dell’UNRWA è oggi più incerto che mai. Le accuse di complicità con Hamas hanno eroso la fiducia internazionale e minato la stabilità dei finanziamenti. Lazzarini lascia un’agenzia logorata, sospesa tra la necessità di fornire assistenza e l’incapacità di garantire la neutralità. La sua uscita di scena non cancella gli interrogativi: come evitare che un organismo nato per aiutare diventi parte integrante di un conflitto che dura da oltre settant’anni? Sotto la sua guida, l’UNRWA ha visto consolidarsi le critiche e allargarsi le fratture con Israele e con parte della comunità internazionale. Lazzarini saluta dopo due mandati disastrosi, ma lascia dietro di sé un’istituzione più fragile e più controversa di quanto fosse al suo arrivo.