Logitech e l’interfaccia umana nell’era dell’intelligenza artificiale
- Postato il 7 novembre 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni
Logitech, nome storico nel panorama delle periferiche informatiche, si trova oggi a cavalcare una trasformazione epocale che ridefinisce il rapporto tra uomo e tecnologia. La missione dell’azienda svizzera è chiara e ambiziosa: incrementare il potenziale umano attraverso prodotti che rendano le persone più produttive, collaborative e creative, sia nel lavoro che nel tempo libero. Ne abbiamo parlato con Matteo Anversa, CFO dell’azienda, per comprendere come Logitech stia navigando questa rivoluzione tecnologica.
Qual è oggi il posizionamento strategico di Logitech in un mercato tech in rapida trasformazione?
Il nostro posizionamento beneficia di tre potenti tendenze di mercato che stiamo cavalcando con determinazione. La prima è il fenomeno del “Work from anywhere”, il lavoro senza confini geografici che ha reso i nostri prodotti essenziali per garantire efficienza ovunque ci si trovi. La seconda è la trasformazione del gaming in fenomeno mainstream: negli Stati Uniti, la maggioranza delle persone sotto i 45 anni dedica più tempo ai videogiochi in famiglia che al cinema o ai ristoranti, e noi serviamo tanto i professionisti quanto i giocatori occasionali. La terza, e forse più rivoluzionaria, è l’esplosione dell’intelligenza artificiale.
L’AI sembra essere centrale nella vostra visione. Come si collega alla storia di Logitech?
C’è un detto interno all’azienda: “il mouse ha costruito la casa”. Quarant’anni fa quel dispositivo creò la connessione tra l’uomo e il PC. Oggi la tecnologia dominante è l’AI, e tutti i nostri prodotti – dalle tastiere alle webcam, dai mouse ai sistemi di videoconferenza – sono strumenti per facilitare l’interfaccia tra intelligenza artificiale ed essere umano. Questo posizionamento lo sosteniamo con un impegno finanziario non negoziabile: circa il 6-6,5% delle vendite totali viene investito annualmente in ricerca e sviluppo, attraverso sei centri globali, indipendentemente dal contesto geopolitico o inflazionistico.
Quali sono le leve principali per fare questo business, bilanciando tecnologia, design, sostenibilità e il giusto prezzo?
Per noi tutto ruota attorno alla missione di incrementare il potenziale umano. Il successo nel trovare il giusto equilibrio si basa su due elementi sostanziali: il potere del nostro brand, riconosciuto per la qualità dei prodotti, e un approccio profondamente orientato al cliente. Siamo molto “customer centric”. La nostra capacità di conoscere a fondo ciò che i clienti desiderano ci permette di offrire una gamma di prodotti specifici per ogni segmentazione.
Possiamo fare degli esempi concreti?
Nel personal workspace convivono prodotti ergonomici, dispositivi orientati alla produttività come il mouse MX Master 4 con bottoni personalizzabili lanciato di recente, e le tastiere colorate Pop Keys con emoji personalizzabili pensate per la generazione più giovane. Dietro questa diversificazione c’è l’investimento costante in ricerca e sviluppo che ci permette di anticipare e rispondere alle esigenze di mercati molto diversi tra loro.
A prima vista, Logitech sembra un’azienda hardware che per necessità si sta trasformando in una società software a causa dell’AI. È così?
Non è del tutto così. È fondamentale ricordare che l’AI ha bisogno di hardware per interagire con le persone. L’hardware funge da ponte. L’intelligenza artificiale permea la nostra azienda su tre livelli distinti.
Quali sono questi tre livelli?
Il primo è l’AI integrata nei prodotti stessi, quello che chiamiamo “Edge AI”. Il software per la nostra Rally Bar, ad esempio, agisce come un “produttore” virtuale all’interno di una stanza di videoconferenza, focalizzando automaticamente l’attenzione su chi sta parlando e trasformando radicalmente l’esperienza di meeting. Il secondo livello è quello degli agenti AI, utilizzati sia per i clienti che internamente. Abbiamo stretto una partnership con Nvidia per fornire ai gamer professionisti un assistente intelligente per il live streaming. E poi ci sono gli AI Agent all’interno dell’azienda. Tutti i dipendenti sono stati formati per scrivere prompt di base, con effetti che definirei “esplosivi” in termini di produttività.
E il terzo livello?
Riguarda l’accesso fluido all’intelligenza artificiale attraverso strumenti come Option Plus o l’AI Portal che abbiamo sviluppato in Cina, che permettono ai clienti di interfacciarsi agevolmente con vari Large Language Models e altri strumenti avanzati.
È difficile che possiate sviluppare tutto internamente. Qual è la vostra strategia per rimanere competitivi?
Esatto, non possiamo fare tutto internamente. Dividiamo la ricerca e sviluppo tra prodotti core, dove abbiamo competenze consolidate come mouse e tastiere, e R&D più futuristica, dove preferiamo sfruttare le partnership. Questo è fondamentale per non sbagliare e per limitare i rischi. Le collaborazioni con Meta per la penna digitale EX Ink e con Adobe per la Creative Console sono esempi di questa filosofia. Lavorare con partner della Silicon Valley ci permette di rimanere aggiornati sulle tendenze future bilanciando le spese e distribuendo il rischio dell’innovazione.
State affrontando tensioni geopolitiche e il mercato dell’elettronica di consumo mostra segni di saturazione, anche per la spinta normativa europea verso prodotti più durevoli. Come gestite queste sfide?
Abbiamo gestito molto bene finora questa situazione certo non facile. La nostra natura globale ci offre una sorta di protezione naturale: solo un terzo del fatturato proviene dagli Stati Uniti. Inoltre, la produzione è diversificata in sei paesi attraverso partner strategici, garantendo la flessibilità di spostare la manifattura quando necessario.
Qual è concretamente la vostra strategia per affrontare queste criticità?
Si articola su tre fronti. Il primo è “giocare in attacco”, sfruttando la forza del brand e un bilancio solido per guadagnare quote di mercato, mantenendo fermo l’investimento in ricerca e sviluppo. Il secondo è il focus sui costi, con misure di contenimento i cui risparmi vengono reinvestiti in R&D. Il terzo è l’agilità, la capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti, come dimostrato dall’aumento medio del 10% dei prezzi negli Stati Uniti o dalla velocità nel riposizionare la produzione.
E riguardo alla saturazione del mercato?
Il nostro vantaggio competitivo risiede nella profonda conoscenza del cliente. Sappiamo che un utente non cambia una tastiera perfettamente funzionante. Per convincere all’acquisto serve un “salto quantico”, un’innovazione significativa che offra nuove funzioni, ergonomia superiore o integrazione con l’intelligenza artificiale. Non basta l’aggiornamento incrementale.
Come manager che vive nella Silicon Valley, pensa che il futuro del mondo tech abbia bisogno di un nuovo prodotto “Santo Graal” rivoluzionario o sia necessario gestire l’innovazione in modo più onesto e graduale con i consumatori?
Sono scettico sulla ricerca di un unico nuovo Santo Graal. Molti prevedevano la scomparsa del mouse vent’anni fa, eppure abbiamo lanciato da poco l’MX Master 4 ottenendo un grande successo. Meglio collaborare con altre aziende per rimanere aggiornati senza rischiare investimenti sbagliati. Tuttavia, riconosco che l’intelligenza artificiale rappresenta un cambiamento di portata enorme. La produttività che possiamo trarne è gigantesca.
In che modo l’AI sta cambiando concretamente il suo lavoro?
Il mio stesso lavoro è cambiato radicalmente negli ultimi sei-otto mesi grazie a un agente AI personale che mi fornisce dati e notizie in tempo reale. L’AI sta accelerando in aree come l’IT e le interazioni con i clienti, dove è capace di analizzare espressioni facciali e gestualità, un cambiamento di portata storica.
Quindi qual è la sua visione sull’evoluzione dell’innovazione?
L’evoluzione deve essere costante e fluida, non forzata. La strategia di costringere i consumatori a cambiare dispositivi ogni anno, come accade con gli iPhone, è antieconomica e inutile. È più saggio produrre una novità importante ogni due anni, garantendo così innovazione reale e sostenibilità economica.
Mantenendo fermi i pilastri del brand power e dell’investimento in ricerca e sviluppo, adottando una strategia basata sull’agilità e sulla comprensione profonda delle esigenze dei clienti, Logitech si posiziona per trarre vantaggio dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale e dalla nuova era del lavoro distribuito. La sfida non è trovare il prossimo prodotto rivoluzionario a tutti i costi, ma gestire in modo intelligente un’evoluzione costante, rendendo l’AI accessibile e utile attraverso un hardware che, contrariamente alle previsioni di molti profeti della tecnologia, resta fondamentale.