Locride, falsi certificati di malattia: due medici di base arrestati, 142 indagati

  • Postato il 4 settembre 2025
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Locride, falsi certificati di malattia: due medici di base arrestati, 142 indagati

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A Locride, arrestati due medici di base con l’accusa di aver rilasciato falsi certificati di malattia, causando 70mila euro di danno all’Inps.


LOCRI- Un meccanismo che pare rodato, reiterato e – secondo gli inquirenti – messo in atto «con disinvoltura», tanto da diventare una prassi. È quanto ha portato alla luce la complessa indagine condotta dal Gruppo della Guardia di finanza di Locri e coordinata dalla Procura della Repubblica diretta dal procuratore capo Giuseppe Casciaro, che questa mattina, 4 settembre 2025, ha visto scattare un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di due medici di base operanti nel territorio della Locride.

I camici bianchi non sono i soli coinvolti nell’indagine: a vario titolo risultano indagate ben 142 persone, tutte coinvolte nello stesso «sistema» di falsificazione di certificati medici, attestanti malattie mai diagnosticate e prognosi di lunga durata. Il tutto con il solo fine di consentire indebite assenze dal posto di lavoro e il conseguente riconoscimento delle indennità di malattia erogate dall’Inps. Le indagini hanno preso avvio da una denuncia di un cittadino e si sono sviluppate attraverso acquisizioni documentali di ampio respiro e intercettazioni telefoniche e ambientali. Dalle verifiche è emerso uno scenario definito dagli inquirenti «allarmante»: certificazioni rilasciate in serie, in tempi rapidissimi, persino sulla base di messaggi inviati tramite applicazioni di messaggistica o consegnate a terzi senza alcuna visita medica.

In alcuni casi, la durata dell’infermità era concordata sul momento con i pazienti. Talvolta addirittura scelta dagli stessi. Singolare il dato che, all’interno di uno stesso nucleo familiare, sarebbero stati rilasciati certificati con identiche diagnosi e prognosi, senza differenziazioni individuali.

IL CASO EMBLEMA DEL BRACCIANTE CON SINDROME ANSIOSO – DEPRESSIVA

Tra i casi ricostruiti dagli investigatori, uno appare particolarmente significativo: un giovane bracciante agricolo avrebbe ottenuto una certificazione per «sindrome ansioso-depressiva» con venti giorni di prognosi. A ritirare il documento non fu lui, ma la madre, mentre il diretto interessato – raccontano le carte – dormiva serenamente dopo una nottata di svago.

Secondo le stime della Guardia di Finanza, il danno complessivo arrecato all’Inps ammonterebbe a circa 70mila euro. Un importo frutto della concessione indebita delle indennità di malattia, previste per legge per i braccianti agricoli fino a un massimo di 180 giorni l’anno, ma trasformate in fonte di guadagno illecito attraverso certificazioni mediche false. La Procura della Repubblica di Locri parla di un vero e proprio «contesto d’illiceità diffusa», che ha piegato tutele sociali fondamentali – pensate per proteggere i lavoratori in difficoltà – a logiche di opportunismo e arricchimento personale. «L’attenzione rimane alta – sottolineano gli inquirenti – per contrastare ogni forma di abuso che eroda le risorse pubbliche e mina la fiducia nelle istituzioni sanitarie».

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