Locri, morte Caruso: 4 anni di condanna ai datori di lavoro per omicidio colposo

  • Postato il 12 luglio 2025
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Locri, morte Caruso: 4 anni di condanna ai datori di lavoro per omicidio colposo

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Morte sul lavoro a Locri, condanna per omicidio colposo a 4 anni due datori di lavoro per la morte del nipote Salvatore Caruso, deceduto nel 2019 per violazioni sulla sicurezza.


LOCRI- Una sentenza che arriva dopo sei anni. Sei lunghissimi anni in cui una famiglia nella Locride ha atteso giustizia, con il dolore che non si attenua, né ora e né mai. Dopo sei lunghi anni, di indagini, udienze, battaglie legali, perizie e max perizie, è arrivata la sentenza di primo grado per la morte di Salvatore Caruso, il giovane trattorista deceduto nel maggio 2019 in un tragico incidente sul lavoro. Il Tribunale di Locri ha condannato a quattro anni di reclusione A. F. e G. C., rispettivamente titolare e gestore di fatto dell’azienda agricola di Locri dove avvenne l’incidente. Il reato a loro contestato dalla Procura di Locri e per cui il giudice monocratico Andrea Bonato ha accolto in toto la ricostruzione dell’accusa, è di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. 

UN DRAMMA FAMILIARE A LOCRI, UNA CONDANNA E UNA MORTE SUL LAVORO EVITABILE

Un dramma nel dramma perché i due condannati – una donna e un uomo- erano anche gli zii della vittima. Era il 24 maggio del 2019, quando Salvatore stava lavorando alla fresatura di un terreno scosceso in contrada Moschetta. Nonostante la sua esperienza come trattorista, il trattore Carraro che guidava si è ribaltato su un pendio di sei metri.

L’indagine ha rivelato una serie di gravi mancanze in materia di sicurezza. Il roll bar era abbassato – una scelta aziendale, emerso in aula, per “non danneggiare le piante” – e non c’era alcuna delimitazione del terreno. Nessuna precauzione è stata adottata. Anzi «imponendo o comunque manifestando ripetutamente la necessità che il predetto trattore venisse utilizzato senza barra di protezione anti schiacciamento (cd roll bar) per non danneggiare le piante presenti sul terreno alla cui fresatura era preposto l’utilizzo del menzionato trattore». Scrivono i giudici.

E ancora agli imputati è contestato di non esserci operati «in alcun modo perché invece tale barra venisse obbligatoriamente utilizzata. Omettendo la delimitazione del terreno scosceso onde evitare la caduta a causa dei pendii presenti sul terreno». Proprio in una di quelle zone scoscese con dislivello, il trattore guidato da Salvatore di è ribaltato. E, Salvatore «essendo privo anche della cintura di sicurezza» è stato scaraventato fuori dall’abitacolo e travolto dallo stesso mezzo agricolo. Le ferite riportate non gli hanno lasciato scampo, il25 enne è morto all’ospedale di Locri dopo un disperato tentativo di salvarlo.

LA CONDANNA E IL RICONOSCIMENTO DEL DANNO

La Procura ha evidenziato una “condotta omissiva” che ha “integrato gli estremi della responsabilità colposa per violazione delle norme antinfortunistiche”. Dopo sette anni di indagini e un processo ricco di colpi di scena, la sentenza di rappresenta una verità processuale che si traduce, almeno in parte, in giustizia per i familiari della vittima. La madre e il padre di Salvatore, assistiti rispettivamente dagli avvocati Emanuele Procopio e Giuseppe Monteleone, hanno ottenuto un risarcimento 200 mila euro. Il giudice ha concesso novanta giorni per il deposito delle motivazioni.  I due imprenditori condannati sono difesi dagli avvocati Enzo Maio e Domenico Lupis.

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