L’occupazione meloniana dello sport: così gli uomini della premier hanno messo le mani sulle ricche Atp Finals
- Postato il 25 giugno 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Dal classico dito, si sono presi tutti il braccio. Sono entrati nello sport, esprimendo il ministro di riferimento (Andrea Abodi è stato voluto dalla premier Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia), cominciando a piazzare i loro uomini a Sport e Salute e in ogni poltrona che si liberava. Adesso rivendicano un pezzo del torneo più prestigioso del Paese, le Atp Finals di Torino.
L’occupazione dello sport italiano – se non proprio fascista come già la definisce qualcuno, sicuramente meloniana – ha toccato il suo apice, almeno per il momento, nell’ultimo decreto approvato in consiglio dei ministri, che toglie la titolarità esclusiva dell’evento alla Federazione Tennis per condividerla con la politica. La norma è nero su bianco e l’abbiamo già raccontata sul Fatto: prevede la creazione dall’oggi al domani di un nuovo Comitato organizzatore pubblico, per una manifestazione privata, con tutti dentro, Ministeri, Comune, Regione, e poi ovviamente Sport e Salute, il classico carrozzone in cui sguazza la politica. La Federazione, che fin qui aveva fatto tutto da sola e pure bene, si ritroverà invece in minoranza, con un solo membro su cinque. Ancor più invasiva la costituzione (che il testo dà come una possibilità, ma è chiaro che l’obiettivo è quello lì), di una “Commissione tecnica di gestione”, che arriverebbe a mettere becco addirittura nei contratti, gli appalti, dove girano i soldi insomma.
L’invasione è pesantissima. E per certi versi anche sorprendente. Angelo Binaghi, n.1 del tennis italiano, non ha mai fatto mistero infatti di avere un ottimo rapporto con questa maggioranza: stima reciproca con Giorgetti, non perde occasione di elogiare la riforma di Sport e Salute, è vicino a Paolo Barelli, n.1 del nuoto e capogruppo di Forza Italia, con cui sta spingendo la candidatura di Luca Pancalli al Coni per il dopo Malagò. Insomma, è un riferimento per l’esecutivo nello sport. Stupisce dunque che un tale “siluro” sia arrivato da fuoco amico. Tanto che politicamente la domanda vera diventa chi abbia avuto l’idea, da dove nasca la norma che toglie alla FederTennis il suo gioiello.
Sicuramente non da Giorgetti e da Barelli, appunto. Forse nemmeno dal ministro Abodi, che l’ha portata in Consiglio dei ministri, ma a cui probabilmente è stata suggerita da qualcuno. “Arriva da molto in alto”, si dice nell’ambiente. E il riferimento è alla cerchia più ristretta della premier e di Fratelli d’Italia, a cui accedono in pochi: come Marco Mezzaroma, amico personale di Giorgia Meloni e sua sorella Arianna, o Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco e testimone di nozze dello stesso Mezzaroma, rispettivamente presidente e direttore del marketing di Sport e Salute, che grazie al decreto diventa ora “socio” dell’evento. Insomma, è una norma meloniana, pensata per i meloniani. Certo è anche vero che poi è passata all’unanimità in Consiglio dei ministri e nessuno, nemmeno il forzista Tajani che lo presiedeva, ha fatto o detto nulla per fermarla.
La motivazione, il pretesto, sono i finanziamenti di cui la manifestazione ha beneficiato negli ultimi anni (circa 80 milioni di euro, ottenuti all’epoca dal Movimento 5 stelle come contropartita per le Olimpiadi a Milano-Cortina). Accettare contributi pubblici è un po’ come vendere l’anima al diavolo: Binaghi avrebbe dovuto aspettarselo che prima o poi la politica avrebbe preteso qualcosa in cambio. Nel caso specifico, avere voce in capitolo su come vengono spesi i soldi, e farlo attraverso la fidata Sport e Salute, cassaforte e vero braccio del governo nello sport, a cui ad esempio e non per caso sono stati affidati anche i lavori di Caivano (molto cari alla propaganda di Meloni) o la prossima America’s Cup a Napoli.
Di per sé, non è nemmeno così scandaloso che una società pubblica, che collabora da sempre con la FederTennis e le altre Federazioni, ha avuto un ruolo decisivo nel rilancio degli Internazionali del Foro Italico, partecipi alla pari anche all’evento di Torino. Tanto più che il decreto interviene sulla precedente legge olimpica, dove anni fa, a parti inverse, fu la FederTennis a tagliar fuori i colleghi di Sport e Salute, inserendo una clausola di incompatibilità per utilizzare la partecipata come semplice “fornitore” (e non partner, come avviene ad esempio al Foro Italico). È più normale che Sport e Salute, per il ruolo che ha, sia compatibile, piuttosto che incompatibile. Il governo, però, non si è limitato a fare questo ma si è spinto oltre, a imporre per decreto la partecipazione pubblica ad un evento privato.
E questo è proprio l’argomento su cui potrebbe far leva Binaghi, che per il momento tace, ha incassato il provvedimento ma non l’ha per nulla accettato, ed è pronto a dare battaglia. L’arma potrebbe arrivargli dalla Atp: la massima associazione tennistica, titolare dei diritti dell’evento, piuttosto allergica alla politica e alle invasioni di campo, potrebbe scrivere nei prossimi giorni una lettera di rimostranze all’Italia. I toni saranno importanti, da capire se si arriverà a ventilare persino una revoca dell’evento (che però sarebbe davvero una soluzione estrema, oggi non all’ordine del giorno). Ironia della sorte, Binaghi potrebbe far ricorso ad una strategia simile a quella adottata ai suoi tempi dal “nemico” Malagò col Cio per resistere alla riforma Giorgetti . L’obiettivo è convincere il governo, se non proprio a fare marcia indietro (impensabile che si rimangi il provvedimento), almeno a rivedere la norma. Scongiurare almeno lo spauracchio della “Commissione di gestione” sugli appalti, la “ciccia del torneo”, vincolandola all’effettiva erogazione dei contributi pubblici, a cui Binaghi sarebbe pronto persino a rinunciare pur di mantenere la titolarità dell’evento (d’altro canto la FederTennis non ha mai spiegato a che servono i contributi, se la manifestazione già oggi chiude in utile, al punto da poterne fare a meno ). La grande partita delle Atp Finals è appena cominciata. Ma pure l’occupazione meloniana dello sport.
L'articolo L’occupazione meloniana dello sport: così gli uomini della premier hanno messo le mani sulle ricche Atp Finals proviene da Il Fatto Quotidiano.