L'occupazione di Arijanet Murić

  • Postato il 23 dicembre 2025
  • Di Il Foglio
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L'occupazione di Arijanet Murić

I portieri sono persone sedentarie per costrizione calcistica e poco avvezze all'avventura per natura. Magari viaggiano con la mente, immaginano posti lontani, avvenimenti stambi. Di tempo per ragionare, riflettere, forse pure sognare ne hanno a volte pure a bizzeffe.

Un portiere è il casalingo del calcio, quello che direbbe a Bugo che sì, ha ragione, davvero "stare in casa è qualcosa di spettacolare". Stare tra i pali illude di poter respingere qualsiasi cosa. Ogni tanto però il portiere deve allontanarsi dalla linea di porta e avventurarsi nel mondo. E di solito è quando deve fare questo che iniziano i problemi. Ci sono, ci sono stati, portieri fortissimi che una volta abbandonata l'area piccola da carrozze si trasformavano in zucche, da campioni a pirloni. Veri casalinghi.

L'uscita però è qualcosa di necessario. Un portiere bravo per esserlo davvero deve uscire bene, sbagliare il meno possibile. L'uscita è una forzatura introdotta a forza da allenatori convinti di poter trasformare un ruolo di distruzione delle gioie altrui in un qualcosa di funzionale al gioco di squadra. L'uscita però allo stesso tempo è trasformata in lotta, in lotta per l'autoderminazione di uomini che vogliono ribadire la loro diversità calcistica, volenterosi di dimostrare che loro con le mani possono arrivare dappertutto. Una lotta anarchica, un'occupazione abusiva di spazio altrui.

Il portiere del Sassuolo, Arijanet Murić, lo ha dimostrato a tutto il Mapei Stadium e a chi sa ancora apprezzare quanto di bello la Serie A offre (non moltissimo ma ci accontentiamo). Lo ha fatto imponendo la sua volontà su quella di Cyril Ngonge presentatosi solitario al suo sospetto. Arijanet Murić si è avventurato al termine dell'area di rigore, ha coperto più metri quadri di porta possibile, si è esibito in una danza che ha messo i brividi all'attaccante granata.

   

 

Le tre migliori parate della sedicesima giornata di Serie A

1. Arijanet Murić al 93esimo minuto di Sassuolo-Torino 0-1 – 5 punti     

         

2. Mile Svilar al 53esimo minuto di Juventus-Roma 2-1 – 3 punti

  

3. Alberto Paleari al 54esimo minuto di Sassuolo-Torino 0-1 – 1 punti

   

   

     

La classifica dopo 16 giornate

1. Mike Maignan (Milan), 24 punti;

2. Arijanet Murić (Sassuolo), 20 punti;

3. Michele Di Gregorio (Juventus), 16 punti;

4. Ivan Provedel (Lazio), 15 punti;

5. Elia Caprile (Cagliari), 14 punti;

6. David De Gea (Fiorentina), 13 punti;

7. Mile Svilar (Roma), 11 punti;

8. Wladimiro Falcone (Lecce), 8 punti;

9. Emil Audero (Cremonese), 7 punti;

10. Marco Carnesecchi (Atalanta), Nicola Leali (Genoa) e Federico Ravaglia (Bologna), 6 punti;

13. Alberto Paleari (Torino), 4 punti;

14. Zion Suzuki (Parma), 3 punti;

15. Maduka Okoye (Udinese), 2 punti;

16. Edoardo Corvi (Parma), Franco Israel (Torino), Lorenzo Montipò (Hellas Verona) e Adrian Šemper (Pisa), 1 punto.

     

          

Quello che avete letto è Guanti sporchi, un divertissement calcistico-narrativo sui numeri uno della Serie A e sulla parata che in qualche modo ha reso migliore, almeno dal punto di vista di quella minoranza che si veste diversamente dagli altri in campo, il fine settimana calcistico. Tutti gli episodi precedenti li trovate qui.

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Autore
Il Foglio

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