Lo studio dei pendolari: sulla Genova-Milano un treno su due viaggia in ritardo
- Postato il 2 febbraio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Sulla Genova-Milano, tratta molto frequentata soprattutto da pendolari quali lavoratori e studenti, pare non ci siano molte certezze sull’orario di partenza e su quello di arrivo dei treni. Non è una iperbole, ma quanto emerge da uno studio realizzato dal comitato pendolari Genova Milano, affiliato all’associazione a tutela dei consumatori Assoutenti, tra il capoluogo ligure e la città meneghina viaggia in ritardo un treno su due.
Quel percorso che quando sarà ultimato il progetto del terzo valico potrebbe e dovrebbe essere coperto in meno di un’ora, oggi necessita circa del doppio del tempo.
Si tratta di una media, ovviamente, ma questo significa che spesso il ritardo può essere al di sopra dei cinque minuti. E chi è abituato a viaggiare su questi treni sa che un ritardo segnalato sui display di 5-6-10 minuti è praticamente uno standard. Equivale, verrebbe da dire, a un treno in orario.
Ad ogni modo l’analisi di arrivi, partenze, orari, percentuali nel mese di gennaio 2025 vede un tempo medio di ritardo sugli 8-10 minuti, con punte però di 20 minuti. I treni che arrivano puntuali, cioè con meno di cinque minuti di ritardo, secondo lo studio, è del 50%.
Ad avere ritardi non solo i regionali, anzi. A una più alta tariffa per il biglietto non corrisponde necessariamente una migliore performance. I regionali possono vantare circa il 60% delle corse in orario, ma la loro efficenza si inabissa con episodi di estremi ritardi.
Gli InterCity hanno una puntualità sotto il 50% ma ancora peggio si può dire per le Frecce, spesso “bloccati” a causa di sovrapposizioni di passaggi su una linea, come risaputo, satura. Il mese di gennaio, inoltre, ha fatto registrato una serie di guasti tecnici che hanno avuto ripercussioni sulla circolazione.
Se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, secondo lo studio del comitato pendolari Genova Milano, è sì diminuita la puntualità dei treni negli ultimi tre anni, un trend che non accenna a migliorare, ma almeno il ritardo medio si è attestato su valori più bassi rispetto agli stessi periodi del 2024.