“Livello di ignoranza spaventoso. Altro che povere vittime, dite ai vostri figli che le elementari sono finite. Me li vedo al pronto soccorso che chiedono al paziente di sanguinare meno”: la rabbia di Burioni

  • Postato il 12 dicembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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È una requisitoria senza sconti, rivolta più ai genitori che agli studenti, quella con cui Roberto Burioni interviene sulle polemiche esplose dopo l’esito del semestre filtro di Medicina, che ha lasciato fuori due candidati su tre. Per il virologo del San Raffaele il problema non è il test, né la riforma, ma “il livello spaventoso di ignoranza” emerso dalle prove. E lo dice con parole che hanno acceso il dibattito sui social: “Un genitore normale, se il figlio che ha mantenuto e fatto studiare arriva alla maturità e pretende di entrare a Medicina senza sapere la formula chimica del sale da cucina, dovrebbe arrabbiarsi con il figlio che non ha studiato”, scrive Burioni. Invece, osserva, “se la prendono con il ministro, con la scuola, con il governo, con il destino cinico e baro e infine con me, che ho avuto il torto di far notare che molte domande di questi ‘difficilissimi’ test sono di una facilità imbarazzante”.

Al centro delle proteste c’è l’elevato numero di bocciati al primo appello del semestre filtro, contestato anche pubblicamente alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. Ma per Burioni la dinamica è chiara: “La selezione, che avete accuratamente evitato, è arrivata ieri. Due su tre non entreranno, e un esame che elimina il 66% dei candidati non è impossibile, ma è decisamente selettivo”. In altre parole, la selezione non è stata abolita, ma solo spostata più avanti nel percorso. Le parole più dure sono riservate ai genitori. Secondo Burioni, molti di loro descrivono i figli come “povere vittime, devastate da tre esami in un pomeriggio (poverini!)”. E aggiunge, con sarcasmo: “Io me li vedo al pronto soccorso che chiedono al paziente di sanguinare meno, sennò si stressano e gli viene l’ansia”. La responsabilità, per il virologo, è strutturale e parte da lontano. “I vostri figli hanno veleggiato per anni in una scuola che voi avete voluto non selettiva, perseguitando ogni insegnante minimamente severo”, accusa. Una scuola che, a suo dire, “non ha chiesto di studiare perché l’importante era esprimere la propria personalità”, fino ad arrivare a una maturità che “tra mille paure ha promosso il 99,98% di loro”.

Da qui l’invito, che Burioni rivolge direttamente alle famiglie: “Fateli sfogare per una settimana e poi invitateli a studiare seriamente per il prossimo anno”. Ma con una precisazione netta: “Dite loro che non sono più alle elementari e che nel mondo vero non basta l’impegno e il sacrificio: ci vuole il risultato”. Il virologo insiste nel chiarire che la discussione, a suo avviso, è stata spostata sul piano sbagliato. “Il discorso non è sulle modalità di selezione a Medicina, ma sul livello spaventoso di ignoranza dimostrato dai partecipanti alla selezione”, ribadisce. A sostegno della sua tesi, Burioni ha pubblicato sui social alcune delle domande contestate, come quella sul cloruro di sodio, giudicandole oggettivamente elementari.

In un altro intervento, rincara la dose: “Visti gli esami di Medicina: io li avrei superati al quarto anno di liceo insieme a tutti i miei compagni di classe. Bisogna lamentarsi di meno e studiare MOLTO di più”. E ancora: “Se il liceo vi ha illuso, promuovendo alla maturità il 99,98% di voi e dando in alcune regioni al 20% degli studenti il massimo dei voti, questa è un’ottima occasione per riprendere contatto con la dura realtà”. Poi l’autocorrezione, che rende il giudizio ancora più severo: “Ho scritto che uno studente di seconda liceo avrebbe superato gli esami di ammissione a Medicina. Devo correggermi: a diverse domande avrebbe saputo rispondere correttamente anche uno studente di seconda media”. E aggiunge: “Personalmente, se fossi il ministro, identificherei chi non sa fare un’equivalenza e lo rispedirei in quinta elementare”. Il riferimento è a domande di base, come la conversione tra unità di misura: “Spero che chi ha avuto la faccia di presentarsi a un esame universitario senza sapere a quanti millilitri corrispondono 10 decimetri cubi si stia vergognando profondamente”.

Alle sue parole hanno fatto eco anche insegnanti delle superiori. Una professoressa di Informatica ha scritto: “Ogni anno in seconda devo spiegare proporzioni e percentuali ripartendo dalla torta divisa in 100 parti. Ogni anno è peggio”. Burioni ha risposto rilanciando: “Credo che il problema di come selezionare i futuri medici sia irrilevante rispetto all’oggettiva catastrofe scolastica dimostrata da queste prove. La facilità delle domande è oggettiva, il quadro sconfortante”.

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