Live Rock Festival, un consolidato modello di resistenza culturale. Per l’edizione 2025 anche Ele A e La Niña

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In provincia di Siena, nella frazione di Acquaviva di Montepulciano, circa 1500 abitanti, da quasi trent’anni si svolge un festival che ha cambiato il destino del suo territorio. Si chiama Live Rock Festival e ha sede ogni settembre ai Giardini Ex-Fierale. Cinque serate di musica a ingresso libero, organizzate da un collettivo di giovani e centinaia di volontari. È una formula che ha reso un paese della Valdichiana senese un punto riconosciuto nella mappa dei festival musicali italiani e non solo. Acquaviva è una frazione del Comune di Montepulciano, una zona rurale e turistica, nota per i vigneti del Nobile e per la sua collocazione lungo gli itinerari toscani della bellezza. In questo contesto il festival rappresenta un’anomalia positiva, capace di portare linguaggi globali in uno spazio periferico.

Il progetto nasce nel 1997 quando un gruppo di ragazzi fonda il Collettivo Piranha. L’idea era precisa. Costruire un evento accessibile e stabile, capace di portare musica internazionale in un piccolo paese. La prima edizione fu una scommessa, ma funzionò. Da allora il festival non si è più fermato. Ogni anno centinaia di volontari lavorano per mettere in piedi una macchina inarrestabile: palco, impianti, sicurezza, bar, cucina, comunicazione, rapporti con le agenzie. Non è folclore. È un laboratorio che ha formato generazioni di giovani e ha trasformato un’idea in patrimonio comunitario.

La cronologia segna tappe decisive. Nel 2003 arriva Francesco De Gregori, e con lui la svolta che proietta Acquaviva oltre i confini locali. Negli anni seguenti passano artisti che raccontano stagioni diverse della musica italiana: Afterhours, Baustelle, Verdena, 99 Posse, Salmo, Brunori Sas, Lucio Corsi, Big Mama. Accanto a loro ospiti internazionali come Tricky, Asian Dub Foundation, Oumou Sangaré, Dub FX. Il festival nasce con un’impronta rock, ma ha saputo incrociare canzone d’autore, elettronica, rap, world, reggae, indie, jazz. Ha ospitato band affermate e progetti sperimentali, artisti emergenti e icone riconosciute, raggiungendo un equilibrio che ne ha definito la credibilità.

La musica resta il baricentro. La forza è nella varietà. In un cartellone che mette insieme linguaggi e pubblici differenti. Negli ultimi anni hanno trovato spazio progetti afro-brit, nuove voci femminili della scena italiana, dj set internazionali e band di culto. Il sabato, dallo scorso anno dedicato all’elettronica, è già diventato un punto fermo, mentre gli altri giorni restano altresì degli appuntamenti imperdibili. È questa architettura musicale che segna la distanza da eventi più commerciali.

Il Live Rock Festival è anche un fatto sociale. Per cinque giorni Acquaviva cambia volto. Il paese diventa punto di incontro per migliaia di persone. Giovani, famiglie, turisti, curiosi. Negli anni il festival ha costruito una comunità di spettatori fedele. È la dimostrazione che anche un contesto periferico può diventare centro se una comunità si organizza. In un’Italia dove molti festival sono scomparsi il Live Rock Festival resiste perché ha scelto un modello diverso e non ha mai ceduto del tutto alle regole del mercato.

La sostenibilità è un altro tratto identitario. Da anni sono in vigore pratiche che lo hanno reso un unicum: bicchieri riutilizzabili con cauzione, acqua pubblica potabilizzata e distribuita gratuitamente, raccolta differenziata spinta, collaborazione con Legambiente e Arci. Non slogan, ma procedure consolidate che hanno ridotto gli sprechi.

Anche la comunicazione ha avuto un ruolo preciso. Le illustrazioni dell’artista croato Danijel Žeželj seguitano a dare da anni continuità visiva e forte identità. Un dettaglio estetico che ha contribuito a costruire memoria e riconoscibilità, rafforzando l’idea di un progetto che non improvvisa.

Il valore del Live Rock Festival sta in questa combinazione. Radicamento locale, apertura internazionale, pratiche sostenibili, continuità organizzativa. Un’infrastruttura culturale che ogni anno si rinnova. Dimostrazione che la musica, se organizzata con metodo e visione, può essere ancora servizio pubblico. E può formare, unire, dare voce a un territorio.

L’edizione 2025 avrà inizio questa settimana, dal 10 al 14 settembre. E saliranno sul palco Ele A, Known Physics, Tära, Post Nebbia, Whitemary, 1 44 98, Nubiyan Twist, La Niña, Luzai, Crookers + Dwarf, Camoufly, Crème Solaire, Fenoaltea, Mirka Berlino, Ünderleg, Anna Castiglia e Bassolino.

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Il Fatto Quotidiano

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