Litigano tutti, a sinistra Schlein, Conte, Landini, in chiesa Zuppi e Burke (che dice Messa in latino)

  • Postato il 26 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Potevano mancare Elly Schlein e Giuseppe Conte alla manifestazione della Cgil svoltasi ieri a Roma? Assolutamente no.

Infatti, sono arrivati: il leader dei 5Stelle in ritardo tanto che la segretaria è dovuta tornare indietro per salutarlo.

Una foto insieme era obbligatoria, serviva a dimostrare che il campo largo non è morto, ma è vivo e vegeto. “Se ne accorgeranno i suoi detrattori alle prossime elezioni regionali”, dicevano alcuni loro sostenitori.

Solo un marchingegno per la campagna elettorale e basta? Sarebbe non guardare in faccia la realtà, perché a sinistra la situazione non è affatto rosea. Maurizio Landini è sempre più presente sulla piazza politica, non perde mai un appuntamento durante il quale può lanciare i suoi strali.

Se si dedica solo alla Cgil perde l’occasione di entrare in quel mondo che lo attrae. D’altronde, una volta uscito dal sindacato, dove può andare se non nel Palazzo romano o nei dintorni dello stesso?

Così, si rivolge alla piazza e ieri a Roma i manifestanti erano decine di migliaia: duecento secondo chi dirigeva l’incontro, assai meno per la Questura.

Ma non è questo il punto su cui sarà bene riflettere. Il problema è ben diverso e riguarda proprio Landini e i suoi ospiti.

Chi vincerà a sinistra?

Litigano tutti, a sinistra Schlein, Conte, Landini, in chiesa Zuppi e Burke (che dice Messa in latino),nella foto Schlein e Landini
Litigano tutti, a sinistra Schlein, Conte, Landini, in chiesa Zuppi e Burke (che dice Messa in latino) -Blitzquotidiano.it (nella foto ANSA Schlein e Landini)

Quale sarà il futuro? I posti sono pochi, loro sono troppi. Ragione per cui plaudono all’alleanza che batterà il governo di centro destra, ma sotterraneamente (non troppo, però) seguono giorno per giorno le mosse di chi un domani potrà ostacolare il loro cammino.

Elly si deve difendere dalla casa riformista del suo partito che stavolta non scherza e va avanti a tutta forza. “È un cantiere che ha gettato per il momento la prima pietra”, sostengono.

La verità è che questo “antico” gruppo di oppositori non regge più la rivoluzione della Schlein che guarda solo da una parte. Dal canto suo, l’avvocato del popolo è ben lieto che la segretaria debba affrontare gli amici-nemici perché il sogno che insegue da tempo è quello di essere lui il vero leader della sinistra ed è con lui che la destra dovrà combattere per non essere battuta.

Giuseppe Conte ha comunque molte gatte da pelare perché le ultime elezioni nelle Marche e in Toscana sono andate malissimo e qualcuno nei pentastellati comincia a storcere la bocca.

Chiara Appendino, con le sue dimissioni, è forse la prima di una avanguardia che rimpiange il passato, quello “dell’uno vale uno”. Il leader del Movimento non può permettersi il  minimo errore, altrimenti il suo piano va a farsi benedire.

Landini in cerca di un futuro

In questo che potremmo definire un dualismo che fa finta di essere un’alleanza, ecco subentrare il terzo incomodo, al secolo Maurizio Landini che certo non vorrà essere una riserva in futuro. Oggi è in grado di muovere la piazza, domani non ci si potrà dimenticare di lui. “Già, dove lo mettiamo” sostengono i commentatori più autorevoli?.

A sinistra della sinistra, cioè diventerebbe una corsa a tre per accaparrarsi la poltrona più ambita per l’opposizione. D’altronde, non si può ritenere che Landini non abbia tutte le carte in regola per essere il primo dei tre. Anche ieri, nel suo discorso, ha alzato i toni: doveva essere una manifestazione pro Gaza ma si è presto trasformata in una disamina contro la manovra economica su cui si discute e ci  si divide non solo tra maggioranza e opposizione.

“La legge di bilancio è una truffa”, esclama il numero uno della Cgil, “È priva di una qualsiasi proposta che renda credibile il governo”. Poi, un riconoscimento alla folla che lo applaude: “Chi demonizza la piazza teme la democrazia”.

Landini si infervora, alza la voce, a volte grida, ma in cuor pensa di aver surclassato gli altri concorrenti se non altro perché stavolta la polizia non è dovuta intervenire per sedare quella frangia di teppisti che incendia le manifestazioni.

Il contrario è avvenuto a Torino, dove un corteo Pro Pal si è tramutato nella solita bolgia che ha impegnato oltre ogni dire le Forze dell’ordine.

Scriveva il drammaturgo irlandese Samuel Beckett: “Nasciamo tutti matti, qualcuno lo rimane”. È un insegnamento che nessuno di noi dovrà dimenticare se vogliamo che il futuro non sia travagliato. Lo è già tanto per quel che è successo nella striscia di Gaza (preghiamo tutti perchè la tregua non finisca) e per la guerra infinita tra Russia e Ucraina.

Donald Trump è volato nella Corea del Sud per incontrare Xi Jinping, il presidente cinese, da cui spera di avere un aiuto per calmare uno scatenato Putin.

Pure la Chiesa mostra due volti anche se nessuno ne vuol sentir parlare. È avvenuto che ieri il cardinale Matteo Zuppi si è schierato contro la discriminazione sessuale tendendo una mano al LGBT (acronimo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender), mentre in San Pietro un altro cardinale, Raymond Burke ,ha celebrato la Messa in latino, tornando di anni indietro nel tempo.

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Autore
Blitz

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