L’Italia che piace ai grandi fondi. Cosa dice l’incontro Meloni-Fink

  • Postato il 1 ottobre 2024
  • Politica
  • Di Formiche
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La stabilità politica, si sa, è un fattore primario per l’attrattività di un Paese. La visita di ieri a Palazzo Chigi di Larry Fink, presidente e amministratore delegato di BlackRock, sembra essere la conferma che l’Italia, oggi politicamente stabile, sicuramente più che nel recente passato, è una meta d’interesse per gli investitori. Perfino per quello che è il più grande gestore di capitali del mondo e che in Italia già vanta investimenti pari a oltre 10 miliardi di euro (ha quote in Unicredit, Intesa Sanpaolo, Eni ed Enel) e da poco recentemente incassato il via libera del governo all’ingresso in Leonardo con il 3%.

La scorsa settimana Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha incontrato a New York, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, gli amministratori delegati del gruppo Google-Alphabet, Sundar Pichai, di Motorola, Greg Brown, di Open AI, Sam Altman e di Tesla, SpaceX e StarLink, l’amico Elon Musk, che le ha anche consegnato il premio dell’Atlantic Council.

Due sono gli elementi che emergono dagli ultimi incontri della presidente Meloni, in particolare quello con Fink. Primo: l’⁠importanza dei rapporti con la finanza, anche per un governo composto da forze politiche che in passato facevano della lotta alla finanza globale uno dei messaggi centrali della propria narrazione. Secondo: la c⁠ooperazione tra pubblico e privato, come nel caso del Piano Mattei, ovvero il quadro di cooperazione “alla pari” con l’Africa che il governo Meloni intende adottare.

Data center e infrastrutture energetiche di supporto sono stati i temi al centro dell’incontro di ieri tra Meloni e Fink. Dall’incontro è emersa la decisione di costituire un ristretto gruppo di lavoro, coordinato da Palazzo Chigi, dedicato all’attuazione dei progetti da sviluppare.

Domani a Palazzo Chigi è atteso Brad Smith, presidente di Microsoft, per proseguire il discorso avviato da Meloni e Fink. Infatti, Microsoft e BlackRock hanno recentemente annunciato di star studiando un piano di investimento comune da 30 miliardi di dollari per finanziare un progetto sull’intelligenza artificiale che prevede la costruzione di data center e infrastrutture energetiche a sostegno di questa tecnologia.

Una strada per l’Italia, per giocare un ruolo decisivo nel settore dell’intelligenza artificiale, sembra essere quella di lavorare sull’hardware piuttosto che sul software. Ma ai data center serve energia, e non poca: basti pensare che alcuni sono più energivori di alcuni Paesi africani. Per questo, il fondo americano guarda con interesse al dibattito italiano sul nucleare di quarta e quinta generazione.

Autore
Formiche

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