L’Italia, che fatica in Moldavia: avanti (piano) verso i playoff

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Di Panorama
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A un certo punto il gruppo di tifosi italiani volati fino a Chisinau ha perso la pazienza e iniziato a contestare. Più che la sostanza, conta la forma e la fatica che l’Italia ha fatto per prendersi in extremis la vittoria (Mancini e Pio Esposito di testa negli ultimi minuti) distendendosi in una prestazione poco più che sufficiente contro la modesta Moldovia – posizione numero 156 nel ranking Fifa e 26 reti incassate nelle prime sei uscite del girone – ha esaurito le riserve di tutti partendo da Gattuso in panchina.

E’ vero che le doppiette di Sorloth e Haaland contro l’Estonia avevano tolto qualsiasi peso agonistico al penultimo impegno azzurro sulla strada del Mondiale della prossima estate, ma c’erano almeno un paio di motivi per battere comunque i moldavi e tirare dritti: proteggere il ranking italiano che potrebbe venire utile, si spera, nel sorteggio mondiale ed evitare di aggiungere negatività a una situazione oggettivamente non facile.

L’Italia è riuscita a fatica a raggiungere il primo obiettivo, non il secondo. Le statistiche non possono essere portate a discarico. Non bastano il possesso palla quasi totale (77%), i 28 tiri verso la porta avversaria e i 13 calci d’angolo per giustificare il fatto di aver concesso a una nazionale troppo lontana per valori dalla nostra di restarci incollata fin quasi al fischio finale. La scarsa concentrazione e nemmeno aver preservato molti titolari in vista del match con la Norvegia a San Siro non sono fattori: c’è stato un passo indietro evidente nella prestazione che fa scattare un campanello d’allarme in vista del playoff di marzo.

A determinare il nostro destino nell’ultimo barrage che porta alla coppa del Mondo sarà un sorteggio, decisivo soprattutto nell’indicare avversaria e località della finalina. Per arrivarci, però, l’Italia dovrà passare da un primo match contro un avversario quasi certamente inferiore e da azzannare con ferocia e qualità; insomma, serve molto più di quanto visto a Chisinau dove alcune cosiddette seconde linee hanno deluso. E’ un problema, visto che a marzo bisognerà gestire le forze nel doppio impegno e la cocente delusione vissuta a Palermo contro la Macedonia del Nord nel 2021 suona da monito.

La vittoria è l’unica piccola consolazione da riportare a casa. Bissarla contro la Norvegia a San Siro non cambierà nulla nelle gerarchie del girone, ma servirebbe per aumentare l’autostima di un gruppo che è solo all’inizio di un percorso lungo e faticoso. Anche perché la traversata del deserto invernale, fino all’appuntamento del 26 marzo sarà lunga 130 giorni, tutti pieni di incubi e cattivi pensieri. Le immagini degli azzurri impantanati a Chisinau non aiuteranno.

PS – Gattuso si è comportato da vero leader a fine partite. Ha negato l’innegabile parlando di una buona Italia ma, soprattutto, se l’è presa con i cori che hanno accompagnato lunga parte della sfida. “Dire che qualcuno deve andare a lavorare… è una vergogna” ha sibilato. Almeno lui è in partita, peccato che a marzo non potrà essere in campo.

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Panorama

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