Liste d’attesa e fuga di pazienti. La Regione si affida a Gimbe

  • Postato il 12 gennaio 2025
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Liste d’attesa e fuga di pazienti. La Regione si affida a Gimbe

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Sanità, tra liste d’attesa e fughe di pazienti. Oltre 97mila euro alla Fondazione per analizzare le debolezze calabresi

COSENZA – Sarà la fondazione Gimbe ad occuparsi del rapporto sulla fuga dei cittadini calabresi dalla Calabria. Al costo di circa 97mila euro. Nelle scorse settimane la struttura commissariale ha pubblicato un avviso per un soggetto «esterno», lo scopo era affidare uno studio sulla mobilità apparente (vale a dire i calabresi che abitano e si curano altrove ma risultano ancora residenti in Calabria) e le liste d’attesa. Per farlo bisognerà mettere un punto su quello che ancora non si sa, ed è tanto.

LISTE D’ATTESA, LA REGIONE CHIEDE UNO STUDIO ALLA FONDAZIONE GIMBE


La Regione infatti chiede uno studio sui fabbisogni sanitari della regione Calabria, un paradosso se si pensa che si tratta di una premessa fondamentale per la redazione dei piani di rientro e di riorganizzazione delle reti ospedaliere e territoriali (già licenziati). Non solo, ad aprile dello scorso anno la Calabria aveva rassicurato i ministeri dell’Economia e delal Salute, ammettendo di essere al lavoro su un piano per frenare i viaggi della speranza. Piano che non c’è.
E da qui si ricomincia. L’obiettivo, come detto, è «ridurre i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie». L’altro aspetto riguarda «l’analisi dei fattori sottesi alla mobilità apparente, al fine di adottare, successivamente, ogni iniziativa utile per la sua riduzione».
Di tutto questo se ne dovrà occupare direttamente la fondazione Gimbe (acronimo di Gruppo italiano per la medicina fondata sulle evidenze) presieduta da Nino Cartabellotta, che negli ultimi anni a partire dalla pandemia Covid non ha riservato “frustate” al sistema sanitario calabrese.
In ogni caso si parte da un punto fermo. I dati dell’Agenas dicono che nel 2023 sono state 51mila 678 le prestazioni fornite all’infuori del sistema sanitario calabrese. Il costo complessivo è di 216,7 milioni di euro. In questo spazio si inserisce la mobilità “apparente”: 1.768 prestazioni per un costo di circa 4,4 milioni di euro a carico del sistema sanitario regionale.

Nell’ultimo anno appena chiuso la Calabria ha chiesto supporto ad Agenas per poter arginare il problema, soluzioni in buona parte confluite nel programma operativo regionale in scadenza il prossimo anno e rimasto sostanzialmente un cantiere aperto.
Da un lato il problema strutturale, di un sistema sanitario che non riesce a fornire le risposte opportune pur contando su numerose eccellenze, dall’altro un aspetto spesso passato sottotraccia: la presenza in altre regioni di cittadini con residenza ancora in Calabria. In mezzo c’è anche un sistema di controlli che dovrebbe verificare le schede rimborso inviate dalle regioni relative ai pazienti calabresi curati altrove. L’ultima ricognizione nota risale al 2015. In quella occasione sono spuntati oltre quaranta milioni di euro di prestazioni non attribuibili alla Calabria.

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