Liseno risponde e attacca: «E’ tutta una montatura»
- Postato il 4 luglio 2025
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Liseno risponde e attacca: «E’ tutta una montatura»
POTENZA – È pronto a ricorrere al Tribunale del Riesame l’avvocato Antonio Carretta, difensore di Antonio Liseno, l’imprenditore di Lavello arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio di proventi della malavita organizzata di Cerignola (LEGGI LA NOTIZIA) e da lui stesso, come vedremo, definita “una montatura”. Lo farà se la sua richiesta di rivedere la permanenza in carcere del suo assistito, non sarà tenuta in debita considerazione.
Davanti al Gip di Potenza, Ida Iura, il proprietario del Resort San Barbato, accusato di aver riciclato i soldi provento di rapine a portavalori effettuate in tutta Italia ha risposto alle domande, spiegando alcuni degli aspetti che gli vengono contestati. «È tutta montatura e poiché Liseno non ha nulla da nascondere ha deciso di rispondere – ha detto Carretta che ha aggiunto – Liseno ha soltanto cercato di dimostrare la verità dei fatti. Non conosceva i cerignolani, che sono andati a trovarlo soltanto perché volevano conferma dei soldi che avrebbe dovuto corrispondere ad Angelo Finiguerra per i lavori fatti al San Barbato. La sua ingenuità è stata questa: far lavorare Finiguerra che è una persona di Lavello ed è titolare di un’impresa edilizia, e forse pensava di poter continuare ad avere un ruolo anche dopo la chiusura del cantiere. I problemi nascono tutti da qui». E sui suoi viaggi a Milano con denaro contante pronto a essere versato in banca, il legale ha descritto la risposta del suo assistito. «Si trattava soltanto degli incassi dell’albergo che ha sede legale a Milano e un conto corrente aperto lì. Per questo il mio assistito, che sale spesso a Milano, talvolta ha portato con sé il denaro per depositarlo».
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Nell’inchiesta sono stati coinvolti anche altri lucani, Pasquale Saracino, Sante Cartagena, Angelo Finiguerra e Mariagrazia Filomena Merra e Franco Mauro; anche quest’ultimo, che è ai domiciliari, avrebbe risposto alle domande del Gip. Non hanno risposto invece gli altri quattro che sono in carcere. Il riciclaggio di cui è accusato Liseno riguarderebbe una decina di milioni di euro di soldi sporchi. Si tratterebbe di proventi di «Rapine, assalti a furgoni portavalori, estorsioni, ricettazione, furto, illecito commercio di sostanze stupefacenti, frodi fiscali ed altri numerosi delitti» riconducibili ai cerignolani Pasquale Saracino e Sante Cartagena.
Liseno sarebbe anche coinvolto in un’attività di compravendita di voti che consentì al suo attuale avvocato, Carretta, di vincere le amministrative contro l’attuale sindaco nonchè ufficiale dei carabinieri, Pasquale Carnevale a cui l’ex sodale di Liseno, Finiguerra, aveva raccontato: «Di avere delle prove in merito alla compravendita di voti nelle elezioni comunali di Lavello, sia in quelle del 2018 che in quelle del 2023, da parte di Antonio Liseno, eletto consigliere comunale in tutte e due le tornate; queste prove riferiva di detenerle in dei messaggi e altri contenuti multimediali in un telefono da lui posseduto ed occultato in posto conosciuto solo a lui, non in casa propria – aveva detto ai pm di Potenza, l’attuale sindaco Carnevale. An.Ci.
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Liseno risponde e attacca: «E’ tutta una montatura»