L’Intelligenza artificiale è la fine della scarsità? La riflessione del prof. Masera

  • Postato il 23 novembre 2024
  • Economia
  • Di Formiche
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Elon Musk – grande operatore ed esperto di AI – (2024) ha recentemente sostenuto che, con elevata probabilità, gli avanzamenti nella AI rappresenteranno una vera rivoluzione per le attività umane, con particolare riferimento a tutte le questioni qui esaminate: le persone non avranno più bisogno di lavorare.

La ricerca di lavoro dipenderebbe da scelte e da motivazioni di soddisfazione personale. I governi sarebbero chiamati a gestire un nuovo mondo di redditi elevati e garantiti. L’economia – come scienza della scarsità – non avrebbe più ragion d’essere. La Terra diventerebbe un giardino dell’Eden, senza frutti proibiti.

Secondo Musk, gli AI-Robot forniranno quasi tutti i prodotti e i servizi che qualsiasi persona possa desiderare, utilizzando la loro capacità di lavorare in linee di produzione automatizzate e autogestite. Questi processi sostituiscono e rimpiazzano le tradizionali relazioni tra le quantità di fattori produttivi e l’ammontare di prodotto ottenuto.

Si genera un insieme di nuove tecnologie in grado di modificare l’intero sistema economico a livello nazionale, internazionale e globale (il nuovo principale megatrend). I nessi tra economia e società determinano un impatto rapido e profondo sulle strutture sociali, giuridiche e di governo.

Nello scenario delineato da Musk, e ricordando che al 2024 la popolazione si attesta a 8,2 miliardi, per rimanere sostanzialmente invariata nei prossimi quindici anni, al 2040 si raggiungerebbe un numero di Hr anche pari a 8,2 miliardi.

La popolazione mondiale crescerebbe fino a un picco di 10,3 miliardi a metà 2080, per poi gradualmente declinare. Gli Hr potrebbero viceversa crescere molto rapidamente, superando la popolazione e scardinando i rapporti esistenti di produzione e produttività a livello micro e macroeconomico In questo nuovo contesto l’umanità (persone, imprese, governi) risulterebbe proiettata in un’era di “universal high income”. La scarsità e i vincoli intertemporali di bilancio per gli agenti economici sarebbero superati: lo stesso concetto di “lavori umani” trasformato e oltrepassato.

Musk ha un track record di successi operativi assolutamente impressionante, con un personal net worth superiore a 200 miliardi di dollari (maggio 2024). Nell’arco di tempo luglio 2023-maggio 2024 ha lanciato una nuova società (xAI) per sviluppare avanzati sistemi di AI – con dichiarata enfasi su affermazioni accurate e veritiere, competenza e massimi benefici per l’intera umanità – che ha raccolto oltre sei miliardi di dollari di nuovi fondi. Competenza e interesse diretto si mescolano.

Le tesi di Musk sulla AI che conduce nell’Eden implicano un evidente paradosso. In un mondo di reddito elevato automatico e universale si entra in un contesto dove, come nella mitologia greca, Saturno divora i suoi figli: il valore di mercato dei colossi dell’Intelligenza Artificiale e dell’informatica dovrebbe tendere ad annullarsi proprio a seguito del reddito e della ricchezza generalizzati creati dall’AI, novella cornucopia.

La contraddizione con i numeri di borsa sopra ricordati è evidente. Ma un recente calo degli indici Nasdaq (IXIC) è un reminder che il settore high tech non può comunque crescere senza limiti e, per Musk, che il terreno sul quale procede, in particolare con Tesla e con il Full Self-Driving, può risultare scivoloso.

Il premio Nobel Michael Spence (2024) e un illustre economista come Olivier Blanchard (2024) hanno immediatamente preso le distanze dalla realizzabilità degli scenari proposti da Musk.

Più vicini a noi, Enrico Letta (2024) nel suo Rapporto per il Consiglio europeo e Mario Draghi (2024) nel suo Rapporto per la Commissione europea hanno spiegato le debolezze di questo approccio estremamente favorevole.

È evidente che i “mostri sacri” sopra citati hanno credibilità e competenze assolute. Sarebbe presuntuoso chiosare le loro affermazioni. Tuttavia, si può sommessamente attirare l’attenzione su taluni aspetti critici che meritano e richiedono approfondimento.

L’approccio qui proposto è di carattere socratico sulla conoscenza e sulla esigenza di ricerca aperta e non preclusiva.

Autore
Formiche

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