L’integrità scientifica, tra Scilla e Cariddi

  • Postato il 14 maggio 2025
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
L’integrità scientifica, tra Scilla e Cariddi

L’integrità scientifica non è una morale da brandire contro il nemico di turno. È un sistema di regole, strumenti e procedure pensato per correggere la letteratura scientifica, garantire l’affidabilità dei risultati, proteggere la credibilità del sapere. Quando invece diventa un’arma da combattimento, come ormai la chiamano anche in contesti ufficiali, si trasforma in un problema: non per i frodatori, ma per la scienza. La logica è perversa: si invoca l’integrità non per riparare gli errori, ma per colpire le persone. Il caso dell’ex presidente di Harvard, costretta alle dimissioni dopo accuse di plagio già esaminate e ritenute non gravi, ha mostrato come basti un contesto ideologico polarizzato e una spinta mediatica coordinata per trasformare un’anomalia bibliografica in un’arma politica. In altri casi, si usano audizioni parlamentari, lettere anonime o post su Substack per colpire singoli ricercatori, scelti non per l’entità delle violazioni ma per la loro esposizione su temi controversi.

La storia non è nuova: l’industria del tabacco ha fatto scuola. Per decenni ha screditato la ricerca sugli effetti nocivi del fumo invocando la “rigorosità metodologica”, selezionando esperti apparentemente neutrali e costruendo un’intera retorica pseudo-integrata intorno al concetto di “buona scienza”. Più recentemente, dinamiche simili sono state osservate anche nel campo dell’alimentazione, del clima e della farmacologia. In tutti questi casi, la difesa della verità è stata usata come copertura per interessi economici o ideologici. Ma il problema non è solo chi attacca. È anche chi tace. La weaponization dell’integrità trova spazio perché le istituzioni deputate alla tutela dell’etica scientifica spesso non funzionano. Le università aprono procedimenti opachi e inconcludenti, le riviste temporeggiano per anni prima di ritrattare articoli manifestamente fraudolenti, i comitati etici si limitano a prendere tempo. In molti casi, i frodatori conclamati continuano indisturbati la propria carriera, pubblicano, dirigono, ricevono fondi.

Ecco, dunque, il vero nodo: oggi esistono due poli opposti, entrambi letali per l’integrità scientifica. Da un lato, la Scilla che chiamiamo weaponization: accuse trasformate in strumento di lotta politica o personale, spesso condotte senza prove pubbliche, senza contraddittorio, senza limiti. Dall’altro, Cariddi, ovvero l’impunità: la sistematica incapacità o riluttanza a correggere la letteratura anche quando la frode è evidente, a proteggere i segnalanti, a fermare i recidivi. La scienza, quella vera, quella che si fonda sulla verifica e sull’autocorrezione, viene schiacciata in mezzo.

In questo sistema deformato, non vince né chi denuncia né chi viene denunciato. Perde la comunità scientifica nel suo insieme. Perde la trasparenza, perché ogni indagine sembra animata da secondi fini. Perde la fiducia del pubblico, che assiste a processi sommari su Twitter e poi scopre che le università non fanno nulla. Perde la scienza giovane, che impara a stare zitta, ad evitare i temi scomodi, a convivere con l’ingiustizia come fosse un male necessario.

Per difendere davvero l’integrità, serve uscire da questa trappola. Le accuse devono seguire percorsi documentati, trasparenti, verificabili. Le indagini devono avere tempi certi, esiti pubblici, sanzioni proporzionate. Le istituzioni devono assumersi la responsabilità di correggere il record scientifico — non solo quando fa comodo, non solo quando c’è clamore. E chi si rende responsabile di frodi, se ha violato la legge, risponderà di fronte alla giustizia ordinaria. Ma nessuno deve sostituire il diritto con l’insulto, o la ritrattazione con la lapidazione pubblica; e l’utilizzo strumentale delle accuse di violazione di integrità deve entrare a far parte delle cattive condotte contro cui procedere. La scienza ha bisogno di rigore e correzioni, non di vendetta e frustrazioni. E ha bisogno, più che mai, di un sistema di integrità che sia tale nel metodo e nei fatti, non solo nel nome e sulla carta.

Bisogna superare Scilla e Cariddi.

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti